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Siracusa: libero consorzio, sarà protesta in piazza

Di Francesco Nania |

I dipendenti del Libero consorzio comunale, entrati nel quarto mese senza avere ricevuto lo stipendio, hanno deciso di rompere gli indugi e di prendere in mano la situazione programmando una mobilitazione generale.

Lo hanno deciso ieri mattina al termine dell’assemblea, che ruotava attorno all’incontro che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno avuto la scorsa settimana con ilo commissario straordinario dell’ente. Si tratta di un’iniziativa che dovrebbe coinvolgere oltre che i 600 lavoratori dell’ex Provincia regionale di Siracusa anche gli studenti di scuola media superiore, le famiglie dei disabili, assistiti dall’ente. Scenderanno tutti in piazza e per le strade della città per dare luogo a una manifestazione di protesta.

«Non possiamo più aspettare i tempi della politica – dice Letizia Ragazzi, sindacalista e anche lei dipendente del Libero consorzio – Non possiamo più delegare alcuno, dobbiamo fare quadrato attorno a noi stessi e cercare di coinvolgere il più possibile tutti gli altri nostri colleghi, quelli che fino ad oggi hanno preferito defilarsi o delegare i soliti noti a protestare». C’è, infatti, la sensazione che iniziative isolate, seppure significative, come quella del dipendente che si è recato a Bruxelles per manifestare il disagio personale e quello dei suoi colleghi non producano gli effetti sperati.

Mentre l’attenzione è concentrata sulla manifestazione che dovrebbe tenersi alla metà di settembre, c’è chi vuole anticipare i tempi e incalzare da vicino il vertice della politica. L’appuntamento preso di mira è quello del 11 settembre quando a Catania, in occasione della Festa del L’Unità, è prevista la partecipazione del presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi e del governatore Rosario Crocetta. «Dobbiamo fare sentire la nostra voce e la nostra protesta a Renzi e a Crocetta – afferma Gianni Rizzotto, dipendente e rappresentante sindacale dell’ente – Presidieremo i cancelli di villa Bellini perché questa, come altre iniziative similari, possano servire a svegliare le coscienze e soprattutto a portare il pane a casa a nostri figli. Fino ad oggi la politica ha fallito. Adesso basta».

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