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Morì nella riserva di Cavagrande “Solo” 20 anni per avere giustizia

Di Redazione |

SIRACUSA – L’assessorato regionale all’Agricoltura è stato condannato dal Tribunale di Catania al pagamento del risarcimento pari a 1.024.000 euro nei confronti dei familiari di Paola Dugo, siracusana, morta nell’aprile del 1999 durante un’escursione nella riserva di Cava Grande di Cassibile. La vittima, secondo la ricostruzione, si trovava su un sentiero aperto al pubblico e da un costone roccioso si staccò un masso che la colpì in testa, «causandole la morte per l’emorragia causata dall’urto» si legge nel dispositivo del giudice. 

La tragedia si verificò l’11 aprile 1999. Paola Dugo era andata a fare una gita ai laghetti di Cavagrande, un luogo molto suggestivo, con il marito e la figlia di 14 anni. Al rientro della scarpinata, un costone di roccia si è staccato travolgendo lei e la ragazza. Quest’ultima rimase ferita leggermente, ma per la donna non ci fu nulla da fare.

Sulla tragedia venne aperta un’inchiesta, archiviata frettolosamente con la motivazione che una scossa tellurica aveva determinato il distacco, nonostante fosse agli atti che nessun terremoto si fosse verificato nel giorno del tragico evento (il terremoto venne registrato il giorno seguente.

La famiglia di Paola Dugo – madre, figlia e fratelli della vittima – ha però intrapreso un’azione civile con l’assistenza dello studio legale dell’avvocato Giorgio Nicastro del Lago presso il compente Tribunale di Catania che adesso ha pienamente acclarato la responsabilità dell’assessorato e ha condannato l’assessorato “reo” di non aver garantito la sicurezza dei luoghi all’interno dell’area demaniale. Dalle perizie tecniche è emerso, infatti, che sulla parete crollata, si erano già notate delle avvisaglie per il rischio di distacco, ma non erano state prese misure per il sostegno del costone di roccia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA