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Processo Scieri, “Ministero della Difesa è responsabile civile”

Di Massimiliano Torneo |

ROMA – Accolta la richiesta dei legali della famiglia di Emanuele Scieri di citare come un responsabile civile il ministero della Difesa. Rigettata la costituzione di parte civile dell’associazione Giustizia per Lele, formata dagli amici del 26enne siracusano morto nell’agosto del 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa. Ammessa la costituzione di parte civile dei familiari e del ministero della Difesa. Il quale, dunque, comparirà alla prossima udienza sia come responsabile civile, sia come parte civile. Per il resto, per il merito del procedimento, il gup del tribunale militare di Roma, Francesca Frattarolo, ha fissato il rinvio dell’udienza al 18 settembre.

È questa la sintesi di quanto avvenuto oggi nelle cinque ore di udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura generale militare di Roma per i tre ex caporali accusati dell’omicidio di Emanuele Scieri:Andrea Antico, 41 anni, attualmente in servizio nel 7/o Reggimento Aves (Aviazione dell’Esercito) di Rimini e unico dei tre a vestire ancora la divisa, Alessandro Panella, 41 anni, e Luigi Zabara, 43 anni. «La decisione di riconoscere il ministero della Difesa come responsabile civile ci soddisfa. In questi 21 anni abbiamo sempre lottato per arrivare alla verità sull’efferato delitto di mio figlio – ha commentato la signora Guarino -. Per noi la vicenda di Emanuele è stata come un chiodo fisso perché non ritenevamo giusto che tutto venisse insabbiato: faticosamente stiamo arrivando alla verità».

I tre ex caporali, che oggi erano presenti in aula, risultano indagati anche nell’indagine della Procura ordinaria di Pisa che il 15 giugno scorso ha proceduto alla notifica dell’atto di chiusura dell’indagini. Nei loro confronti i pm toscani contestano il reato di omicidio volontario, mentre per due ex ufficiali della Folgore, il generale Enrico Celentano e l’allora aiutante maggiore della Gamerra, Salvatore Ramondia, l’accusa è di favoreggiamento. Il tribunale militare di Roma, dunque, ha fissato il rinvio dell’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio il prossimo 18 settembre. Oggi non si è arrivati a affrontare la questione più impellente, quella della giurisdizione: se il reato appartenga alla giurisdizione militare o a quella ordinaria. Se persisterà il conflitto tutto potrebbe finire in Cassazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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