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Gettonopoli di Priolo, la Corte dei conti “assolve” gli imputati

Di Paolo Mangiafico |

PRIOLO – «Gettonopoli di Priolo non esiste». Questa l’interpretazione della sentenza di secondo grado, emessa dalla sezione d’appello della Corte dei Conti regionale, che di fatto ha annullato la sentenza di primo grado con cui venivano condannati al pagamento di 638 mila euro l’attuale sindaco Antonello Rizza (all’epoca consigliere comunale) e gli ex consiglieri comunali Marco Candelargiu, Biagio Cardillo, Sebastiano Costantino, Pietro Di Mauro, Francesco Garufi, Giuseppe Fiducia, Salvatore Fortuna, Felice Pepe, Sebastiano Lombardo, Francesca Marsala, Salvatore Sullo e Orazio Valenti, e l’ex segretario comunale Giuseppe Italia. Tutti ritenuti responsabili di danno erariale ai danni del Comune di Priolo. I giudici contabili così motivano la sentenza: «tenuto conto delle argomentazioni difensive presentate dai legali Domenico Mignosa, Umberto Di Giovanni, Emanuele Bosco e Paolo Starvaggi, il collegio reputa che non siano ravvisabili nei comportamenti tenuti dai consiglieri comunali e del segretario comunale profili di una inescusabile negligenza o superficialità o palese irrazionalità. Pertanto, non si ritiene integrato il requisito di colpa grave e per queste ragioni non è possibile affermare la responsabilità amministrativa per danni erariali».

La sentenza della Corte dei Conti potrebbe avere delle ripercussioni sul procedimento penale avviato dalla Procura aretusea sull’aumento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali che era stato quadruplicato, in quanto era passato da 30 euro a 129 euro. Ieri, gli imputati di “gettonopoli” sono comparsi davanti al Gip Carmen Scapellato per sottoporsi all’udienza preliminare. La concomitanza con l’astensione dalle udienze dei penalisti ha indotto il giudice a fissare per settembre la nuova data dell’udienza senza svolgere alcuna attività. I legali della difesa produrranno la sentenza della Corte dei Conti. «Secondo il mio parere – dice l’avvocato Domenico Mignosa – essendo venuta meno la colpa grave non può esserci dolo. Quindi mi aspetto dal Gip una sentenza di non luogo a procedere».

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