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Un ragazzo siciliano su due è a rischio povertà: il dato di "Save The Children"

Il rapporto sulla situazione in Italia: la nostra isola in coda alle classifiche

Redazione La Sicilia

12 Dicembre 2023, 10:22

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Lo scorso anno in Italia il 13,4% dei minori, circa 1,27 milioni, viveva in povertà assoluta: un dato in crescita rispetto al 12,6% dell’anno precedente e con differenze territoriali rilevanti che vanno dal 15,9% del Mezzogiorno al 12,3% del Nord e all’11,5% del Centro. Sempre nel 2022, circa un minore su tre (il 29,6%, oltre 2,7 milioni) era a rischio povertà ed esclusione sociale, con divari territoriali che superano i 40 punti percentuali in alcuni casi. I tassi più elevati, secondo i dati Istat, si registrano in cinque Regioni del Sud - 55,9% in Campania, 48,8% in Sicilia, 44% in Calabria, 42,9% in Molise e 42,6% in Abruzzo - mentre le Regioni con i valori più bassi sono il Friuli-Venezia Giulia (9,5%), le Marche (9,9%) e la Toscana (10,9%).

La povertà materiale

La povertà materiale è spesso una delle cause principali dell’abbandono scolastico, che in Italia è all’11,5% (due punti percentuali in più rispetto alla media EU27 del 9,6%3), con le percentuali più alte in Sicilia (18,8%), Campania (16,1%) e Sardegna (14,7%). Ma le condizioni economiche delle famiglie hanno un impatto significativo anche su altri aspetti della vita di bambine, bambini e adolescenti, tra cui la possibilità di praticare sport e partecipare ad attività culturali come le visite a musei o monumenti e la frequentazione di cinema e teatri.

Il progetto Doti

A ricordarlo è Save the Children che ha erogato 1792 doti educative personalizzate dal 2020 a oggi attraverso il progetto "DOTi - Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti», realizzato grazie al sostegno dell’8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, come strumento per contrastare la povertà educativa in Italia, nonché fornire a bambine, bambini e adolescenti gli strumenti necessari per acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità, anche attraverso la possibilità di realizzare attività fondamentali per la crescita come quelle sportive e culturali.

Chi pratica sport?

Tra i minori che vivono in famiglie con risorse economiche ottime o adeguate più di uno su due pratica sport in modo continuativo (55,6%), mentre la proporzione scende a due su cinque (40,7%) tra quelli che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti. Dal punto di vista territoriale, il Centro è l’area dove lo sport è praticato più frequentemente in modo continuativo (57,6%), seguito dal Nord (55,3%), mentre nel Mezzogiorno sono coinvolti solo due minori su 5 (40,4%). A praticare sport in modo continuativo - fa sapere Save The Children - sono soprattutto gli adolescenti nella fascia 11-17 anni (56,3% contro una media del 44,8% nella fascia 3-10 anni) e i ragazzi (55,4%, 10 punti percentuali in più rispetto alle ragazze).
In media, un minore su 4 non pratica mai sport, con valori più elevati tra le ragazze (27,5% contro una media del 22,9% tra i ragazzi) e significativamente più alti nelle Isole (41,1% contro una media nazionale del 25,1%) e nel Sud (37,3%).

I servizi culturali

Le condizioni economiche hanno impatto anche sulla fruizione di servizi culturali. I minori che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti vanno meno a teatro (il 13% rispetto al 17% di quelli che vivono in famiglie con risorse economiche ottime o adeguate), visitano meno musei o mostre (il 26,3% contro il 34,9%) e monumenti (il 19,7% contro il 28,4%), vanno meno al cinema (il 44,4% contro il 52,8%). Più in generale, i dati ISTAT dicono che, nel 2022, circa un minore su 6 (15,6%) è andato a teatro almeno una volta, uno su quattro (25,4%) ha visitato un monumento almeno una volta, uno su due è andato al cinema (49,9%) e circa due su sei (32%) hanno visitato un museo o una mostra. Per contrastare gli effetti della povertà materiale sui percorsi formativi di ragazze e ragazzi, Save the Children ha promosso, grazie al sostegno dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, il progetto «DOTi - Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti», attraverso il quale sono state erogate, da ottobre 2020 a oggi, 1792 doti, per raggiungere le 2000 entro il 2024.

Le doti educative, ideate e sviluppate all’interno del programma Illuminiamo il futuro di Save the Children, presso i Punti Luce, consistono in un intervento personalizzato di sostegno a bambine, bambini e adolescenti che vivono in situazioni di grave svantaggio socio-economico. La dote, che viene assegnata in seguito a un patto educativo sottoscritto dal beneficiario e dalla sua famiglia, fornisce beni o servizi ai minori che si trovano in condizioni certificate di fragilità e vulnerabilità socio-economica, attestate dai servizi sociali e dalla scuola. Delle 1792 doti erogate ad oggi, 658 (il 36,7%) sono legate al diritto allo studio, 1134 (il restante 63,3%) allo sviluppo di talenti e aspirazioni. Nell’ultimo anno (da marzo a novembre 2023) sono state assegnate 361 doti, il 23,8% delle quali finalizzato ad assicurare il diritto allo studio (in particolare per l’acquisto di libri di testo e dei kit scolastici). Il 5,2% ha finanziato corsi professionalizzanti o materiale didattico specifico per istituti professionali, mentre il restante 71% delle doti del 2023 è stato destinato allo sviluppo di talenti e aspirazioni. Di queste in particolare, il 53,7% riguarda attività sportive, il 29,2% centri o campi estivi, il 17,1% attività come musica, informatica e lingue.

I numeri di Doti

Nel complesso, il 40% delle doti del 2023 è stato assegnato a minori tra i 6 e i 10 anni di età, il 35% a minori tra gli 11 e i 13, il 24% a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Maggiore il numero dei beneficiari tra i ragazzi (58%), mentre il 42% è stato destinato alle ragazze. Per quanto riguarda la cittadinanza 217 minori destinatari di dote (60%) sono italiani e 144 (40%) stranieri. "Il buon esito di DOTi nasce anche dal coinvolgimento dell’intera comunità educante, delle famiglie e delle realtà dei territori, che lavorano insieme per ridurre i rischi di dispersione scolastica e garantire a bambine, bambini e adolescenti gli strumenti necessari per sviluppare i propri talenti, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza», spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.