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Giornata mondiale dell’orso polare, 10 cose da sapere sul re dell’Artico

Di Redazione |

Roma, 26 feb. – (Adnkronos) – Se la fusione dei ghiacci polari, causata dal riscaldamento globale, proseguirà come negli ultimi decenni, entro il 2050 potremmo perdere fino al 30% della popolazione di orsi polari. A lanciare l’allarme è il Wwf Italia che, in occasione della Giornata mondiale dell’orso polare (International Polar bear Day) che si celebra il 27 febbraio, ha individuato le 10 cose da sapere sul re dell’Artico.

1. Sono considerati mammiferi marini. Dato che trascorrono la maggior parte della loro vita sui ghiacci marini dell’Oceano Artico, habitat dove procacciano il loro cibo, gli orsi polari sono l’unica specie di Urside al mondo ad essere considerata un mammifero marino, al pari dei cetacei (balene, orche e delfini) e delle foche.

2. In realtà sono neri, non bianchi. La pelliccia dell’orso polare è traslucida e ci appare bianca solo a causa del riflesso della luce. Sotto tutta quella spessa pelliccia, la loro pelle è nera.

3. Possono nuotare ininterrottamente per ore. Nelle gelide acque dell’Artico, oltre a raggiungere una velocità che va fino a circa 10 chilometri orari, gli orsi polari possono percorrere a nuoto lunghe distanze per molte ore senza sosta, solo con lo scopo di spostarsi da un pezzo di ghiaccio all’altro. Le loro grandi zampe anteriori sono adatte al nuoto: le usano per pagaiare in acqua tenendo invece le zampe posteriori piatte, come un timone.

4. Meno del 2% della loro caccia ha successo. Anche se circa la metà della vita di un orso polare viene spesa a caccia di cibo, questa attività ha raramente successo. Le foche dagli anelli e le foche barbute rappresentano le principali prede dell’orso polare, che si alimenta anche di carcasse di cetacei o di piccoli mammiferi, uccelli e uova.

5. Gli scienziati possono estrarre il Dna di un orso polare anche solo dalle sue impronte. Una nuova tecnica innovativa sviluppata dai ricercatori svedesi di AquaBiota e dal Wwf Alaska, permette agli scienziati di isolare il Dna di un orso polare anche solo dalla sua impronta nella neve. Due minuscole palline di neve provenienti da una traccia di orso polare sono in grado di rilevare il Dna e il sesso dell’orso polare a cui apparteneva l’impronta.

6. Si trovano ad affrontare molte altre minacce oltre al cambiamento climatico. Nonostante il cambiamento climatico rimanga la principale minaccia per la sopravvivenza dell’orso polare, questo grande predatore deve affrontare molti altri rischi. Le industrie di estrazione del petrolio e del gas stanno rivolgendo i propri interessi verso l’Artico aumentando il rischio di incidenti e distruzione dell’habitat. Le fuoriuscite di petrolio possono intossicare gli orsi, avvelenando l’habitat e le prede di cui si nutrono.

Gli orsi polari sono anche tristemente esposti a sostanze chimiche tossiche come i pesticidi, che vengono assunti tramite le prede. Veri e propri interferenti endocrini i pesticidi alterano la fisiologia della specie e la sua capacità di riprodursi. Come se tutto questo non bastasse, la fusione del ghiaccio marino, causata dal cambiamento climatico, è alla base dell’aumento dei conflitti tra l’uomo e l’orso polare: d’estate nei villaggi gli orsi affamati vanno in cerca di cibo facilmente accessibile.

7. Esistono individui ibridi di orsi grizzly-polari. Nel 2006, i test genetici hanno confermato l’esistenza di individui ibridi tra Orso polare e Orso grizzly, noti anche come ‘grolar bears’ o ‘pizzly bears’. L’orso ibrido assomiglia fisicamente a un incrocio tra le due specie, ma poiché gli ibridi selvatici sono di solito nati da orse polari, vengono allevati e si comportano come tali. La capacità degli orsi polari e dei grizzly di incrociarsi non è sorprendente se si considera che gli orsi polari si sono separati dalla linea evolutiva dagli orsi bruni da ‘soli’ 600.000 anni.

8. Esistono ben 19 sottopopolazioni di orsi polari. La popolazione mondiale di orso polare conta tra i 22.000 ed i 31.000 individui. I ricercatori la dividono in 19 unità o sottopopolazioni. Di queste solo una subpopolazione è in aumento, 5 sono stabili, mentre 4 sono in declino. Sulle restanti 9 lo status di conservazione resta sconosciuto, a causa della mancanza di dati scientifici attendibili.

9. Gli orsi polari maschi possono pesare come circa 10 uomini. Un maschio di orso polare può pesare fino a 800 chili, circa il doppio delle femmine, ed arrivare a misurare quasi 3 m di lunghezza. L’elevata mole rende questo animale il più grande carnivoro terrestre del pianeta.

10. Possono sentire l’odore delle loro prede fino diversi chilometri di distanza. Gli orsi polari hanno un olfatto molto sviluppato, che usano per localizzare le foche (sue prede principali) che escono fuori dalla banchisa polare per respirare. Una volta individuata un’apertura nella crosta ghiacciata, l’orso è in grado di attendere pazientemente l’uscita della preda, e di rilevarla anche sotto un metro di neve e ghiaccio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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