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Rifiuti, Utilitalia: “Termovalorizzatori? Ne servono 4 per rispettare target Ue”

Di Redazione |

Roma, 7 lug. – (Adnkronos) – “L’economia circolare si fa con un sistema integrato” e per raggiungere i target fissati al 2035 dalle direttive sull’economia circolare (riciclo complessivo al 65% e smaltimento in discarica fino ad un massimo del 10%), “servirebbero circa una trentina di impianti per l’organico e 4 termovalorizzatori. Un fabbisogno impiantistico che riguarda soprattutto il centro sud”. Così all’Adnkronos, Filippo Brandolini, vicepresidente Utilitalia, in merito al dibattito sul fabbisogno impiantistico del nostro paese in tema di rifiuti.

Il sistema di gestione dei rifiuti, dunque, “necessita di impianti e servono varie tecnologie per favorire il riciclo. Servono impianti per trattare la frazione organica che pesa circa il 35% rispetto al totale della raccolta e i termovalorizzatori che consentono di recuperare energia e anche materiale da quei rifiuti che non sono riciclabili”.

Per questo “l’economia circolare ha bisogno di una strategia nazionale”, spiega il vicepresidente di Utilitalia che congiuntamente a Fise Assoambiente, Confindustria Cisambiente, Legacoop produzione e servizi, Agci servizi, Confcooperative lavoro e servizi, e le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Fiadel, hanno firmato il ‘Memorandum-Avviso comune’ con cui invitano governo e parlamento ad affrontare le criticità del sistema di gestione dei rifiuti.

Tre gli indirizzi strategici. Il primo, spiega Brandolini, “riguarda i sistemi di responsabilità estesa del produttore. Riteniamo questi sistemi fondamentali per l’economia circolare per immettere nel mercato prodotti, merci e imballaggi più facilmente riciclabili e che possono essere utilizzati per un periodo di tempo più lungo”.

Secondo Brandolini “introdurre la responsabilità di chi immette sul mercato ci consente di esternalizzare i costi del trattamento di questi prodotti che non verrebbero più scaricati in bolletta”. Per fare questo, “abbiamo proposto che i sistemi di responsabilità del produttore si facciano carico 100% dei costi di raccolta e trattamento”.

Come seconda indicazione, aggiunge Brandolini, “riteniamo urgente, alla luce anche di quanto sta accadendo, sostenere il mercato delle materie prime seconde. Il crollo del prezzo del petrolio collegato all’emergenza sanitaria ha fatto sì che la filiera della raccolta differenziata e del riciclo non risulta più conveniente rispetto ad un materiale vergine”.

Servono, dunque, “misure di sostegno come prevedere nell’imballaggio un contenuto minimo di materiale riciclato oppure gli acquisti per vincolare la pa a comprare materiali provenienti dal riciclo”.

Infine, conclude Brandolini, “riteniamo che l’economia circolare abbia bisogno di una strategia nazionale. Dobbiamo avere una visione di respiro nazionale, una strategia soprattutto per quanto riguarda il fabbisogno impiantistico” da quelli per il trattamento dei rifiuti organici e altri materiali, a quelli per il recupero energetico fino ad arrivare alle discariche per destinare, “seppur in una prospettiva di sempre maggior marginalità, i rifiuti che non sono né riciclabili né recuperabili sotto il profilo energetico”.

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