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Scarsità idrica: gli italiani scettici sul problema

Una ricerca Ipsos, condotta su un campione di mille intervistati, mostra come i giovani risultino essere i più aggiornati

Di Redazione |

Cosa pensano gli italiani della risorsa idrica? È su questo interrogativo che Ipsos, l’istituto di ricerca e analisi, ha realizzato un sondaggio su un campione rappresentativo di oltre mille rispondenti in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Ciò che emerge è una “fotografia” nitida, ma infelice: più della metà del campione prende sotto gamba la questione.

Andiamo alle statistiche. Solo 2 italiani su 10 ritengono che la scarsità d’acqua sia un problema generalizzato, il 70% ritiene addirittura che sia solo di competenza di specifiche aree del Paese in determinati periodi dell’anno. Inoltre, riguardo alle questioni ambientali che preoccupano maggiormente gli italiani, solo il 12% si è definito preoccupato dalla tematica acqua nel presente, contro il 51% per la presenza di plastica nei mari, il 49% per l’inquinamento atmosferico e il 44% per la gestione dei rifiuti. 

Ma non è tutto: nonostante il parere del World Resources Institute, secondo il quale l’Italia nel 2040 sarà in una situazione di stress idrico molto critica, il 52% degli intervistati dalla ricerca Ipsos ritiene che vi sia ancora tempo per cambiare le cose e che le previsioni sul 2040 siano troppo pessimistiche, mentre un più ridotto 22% le considera veritiere, e si aspetta anzi che ciò possa verificarsi anche prima della data indicata.

Molto preoccupante, invece, la percezione dell’11% dei cittadini intervistati, secondo i quali queste previsioni non sono veritiere ma utili a diffondere paura tra le persone.

Gli italiani dimostrano poi di avere scarsa consapevolezza anche rispetto al proprio consumo d’acqua. Circa la metà degli intervistati si è detto convinto che il consumo personale sia uguale o inferiore a quello dei concittadini europei, quando in realtà i dati dimostrano come quello italiano sia il più alto in Europa, con un dato medio pro-capite di circa 220 litri d’acqua al giorno, contrariamente alla media europea di 165 litri. 

Nella ricerca di Ipsos, ampio spazio è stato dedicato anche ai giovani tra i 14 e i 17 anni. A questo proposito, contrariamente a ciò che si crede, emerge una minore consapevolezza dei giovani sulle tematiche ambientali (86%, contro il 93% degli adulti), ma soprattutto un minor attivismo nella quotidianità: 77% si impegna nel corretto riciclo dei rifiuti (adulti 84%), 69% cerca di non sprecare il cibo (adulti 83%), 66% prova a ridurre lo spreco d’acqua (adulti 77%) e il 60% limita il personale utilizzo di plastica (adulti 67%). 

Ciononostante, però, i giovani si dimostrano attenti e informati se parliamo di scenari futuri, di consumi e di quella che è la situazione attuale in Italia: il 75% crede che le previsioni del World Resources Institute siano veritiere (anche se il 53% di questi è convinto siano troppo pessimistiche); vi è maggiore consapevolezza rispetto agli adulti circa i consumi per famiglia (9% ha la corretta percezione contro il 3% della fascia 18-65).

Infine, i giovani dimostrano di avere buona conoscenza circa i comportamenti che andrebbero attuati per risparmiare l’acqua, sebbene le percentuali siano comunque inferiori a quelle degli adulti. Il 68% chiude il rubinetto quando non lo utilizza (adulti 73%), 51% sa cha va utilizzata la lavastoviglie a pieno carico (adulti 44%), mentre solo il 14% non sciacqua a mano i piatti prima di riporli nella macchina. Anche nei giovani, però, vi è consapevolezza, nel 59% dei casi, del fatto che lavare i piatti a mano piuttosto che in lavastoviglie comporta un consumo maggiore d’acqua.

Ancora un dato: il cosiddetto “effetto Covid”, cioè l’impatto della pandemia sui consumi idrici, ha fatto sbandare i consumatori, riducendone l’attenzione sulla tematica acqua. Solo 1 italiano su 4 dichiara di aver prestato attenzione ai consumi d’acqua nel corso dell’ultimo anno, trascorso prevalentemente dentro casa e in misura maggiore rispetto al passato.

Ciò è confermato dal fatto che l’attenzione ai consumi d’acqua è aumentata solamente del 2% in un anno (2020: 73%, 2021: 75%), mentre discorso completamente diverso vale per l’attenzione ai consumi di elettricità passati dal 77% del 2020 all’86% del 2021, e gas, aumentati addirittura del 10% (dal 79% del 2020 all’89% del 2021), con la forbice che è oggi notevolmente ampliata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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