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Rete Acquedotti Riuniti al servizio della comunità

Le società della Rete hanno investito anche nella manutenzione degli impianti, riducendo le perdite idriche dovute alla dispersione

Di Redazione |

Quando si parla di acqua, si deve fare riferimento anche alla sua distribuzione per far sì che il bene possa essere accessibile a tutti. Occorre considerare, infatti, che alcune aree sono estremamente ricche di sorgenti, altre invece ne sono prive. 

Ed è proprio con l’obiettivo di fare arrivare l’acqua a tutti che opera quotidianamente la Rete Acquedotti Riuniti, che comprende le società Acque di Casalotto Spa, Acque Carcaci del Fasano Spa, Sogea Srl (acque Manganelli), Acquedotti Ing. Sarino Pavone Spa, Acquedotti riuniti UCC Srl e Acque Aurora Srl. 

Il servizio raggiunge nel suo complesso oltre 220mila abitanti di Catania e provincia, estendendosi tra Camporotondo e Piedimonte, grazie alla presenza di decine di impianti per la raccolta delle acque, migliaia di chilometri di tubazioni per convogliarla verso i centri abitati e distribuirla agli utenti finali, serbatoi per immagazzinarla, impianti di potabilizzazione. 

Il tutto senza aggravio sulla fiscalità pubblica, tant’è che le società della Rete hanno investito tanto nella creazione quanto nella manutenzione degli impianti, riducendo in maniera sensibile le perdite dovute alla dispersione (che si attesta intorno al 20%) con una ricaduta positiva sulla tutela dell’ambiente. Ciò nonostante, le tariffe sono rimaste contenute. 

Va considerato anche il ruolo centrale che l’acqua riveste sia per la produttività del Paese (basti pensare alle attività agricole e industriali) sia per la tutela della salute nel contesto della pandemia da Covid. A tal proposito, il presidente della Rete Acquedotti Riuniti, Domenico Bonaccorsi, ricorda come alcuni acquedotti partecipati alla Rete siano nati proprio per rispondere a un’altra emergenza sanitaria alla fine dell’Ottocento, il colera.

In quell’occasione il principe Manganelli, il marchese di Casalotto e le famiglie Paternò Carcaci e del Toscano si attivarono per creare un sistema di distribuzione di acqua potabile in modo da convogliare le acque sorgive verso la città e la popolazione, combattendo così il colera. Oggi, per fortuna, la situazione è diversa, ma l’acqua rimane indispensabile per contrastare la diffusione del Covid.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA