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Arte e digitale, un nuovo Surrealismo

Di Redazione |

Roma, 19 OTT – L’arte che legge il mondo globalizzato e le sue forme reali e virtuali con le lenti dell’intelligenza artificiale. Il gesto creativo fonde elementi diversi e trasversali e attinge al patrimonio visivo, al digitale, al suono su un terreno dalle possibilità ancora inesplorate ma che ha le caratteristiche di un Surrealismo del XXI secolo. Offre questo viaggio nell’immaginario tecnologico tra i sogni generati da computer e algoritmi la mostra “Low Form. Immaginaries and Vision in the Age of Artificial Intellligence”, a cura di Bartoloneo Pietromarchi, fino al 24 febbraio al Maxxi di Roma, che indaga il lavoro di 16 artisti internazionali. Provocazioni e nuovi scenari non mancano: dall’avatar che si interroga sul senso della vita a due robot che affrontano il rapporto tra uomo e macchina, una live simulation che si autogenera all’infinito creando mondi sempre diversi, all’immagine della Bellona di Rubens disegnata da un software in forma ossessiva.

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