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Era #metoo, crisi per Victoria’s Secret

Di Redazione |

NEW YORK, 18 NOV – Ha da poco aperto una nuova flagship lungo il “miglio d’oro” di Fifth Avenue e l’anno scorso ha portato per il suo show annuale le donne piu’ belle del mondo a Shanghai. In patria pero’ Victoria’s Secret sta perdendo i pezzi. Alle clienti americane dell’anno del #MeToo non piace piu’ la catena di lingerie pensata per soddisfare le fantasie del maschio eterosex. Reggiseni a balconcino, trasparenza, pizzi neri, raso frusciante, sexy spinto o ingenuo neo-vittoriano: sono oltre 40 anni che Victoria’s Secret domina il mercato dell’intimo. La catena e’ ancora la number one negli Usa ma il primato sembra decisamente in declino. “Il sesso non vende”, ha decretato il “Wall Street Journal” di fronte a un calo del 41% del titolo del gruppo L. Brand a cui fa capo la catena. Le dimissioni della Ceo Jan Singer dopo una polemica seguita a frasi anti-trans di un altro executive del gruppo, sono state l’ennesimo segnale che qualcosa non funziona piu’ nel rapporto con le consumatrici.

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