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Canti ‘liberi’ dalle donne nei lager

Di Redazione |

ROMA, 17 GEN – Si alza tutto in piedi applaudendo il pubblico della grande Sala Sinopoli all’Auditorium quando entra Aviva Bar-On, 87 anni, sopravvissuta di Auschwitz dove entrò bambina, cantante di origine Ceca e oggi israeliana, che poi intona nella sua lingua natale ”Quando giacevo a Terezin” tenera, consolatoria canzone sui bambini malati nel lager, scritta da Ilse Weber con cui condivise la prigionia. E’ il momento culminate di ”Libero il mio canto”, concerto per il Giorno della Memoria (che sarà il 27 gennaio), dedicato quest’anno alle musiche di donne deportate, spesso scritte proprio nei lager, quelli nazisti innanzitutto, ma anche i Gulag sovietici o i campi di guerra giapponesi. Tutto riesce a rivivere grazie a Francesco Lotoro, che ha suonato il piano e diretto l’ensemble Lagerkapelle e il coro Ilse Weber con quello di voci bianche di Santa Cecilia e la straordinaria voce solista di Cristina Zavalloni.

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