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Battaglia per diritti di gay e transgender in Pakistan

Di Redazione |

ROMA, 06 DIC – “Perché la gente mi considera un tabù che non si può capire?”. E’ la domanda che pone Bubbly Malik, attivista transgender pachistana, fra le protagoniste di Allah Loves Equality, il documentario di Wajahat Abbas Kazmi presentato alla 16/a edizione del Corto Dorico Film Fest ad Ancona. Il film non fiction, che ha il patrocinio di Amnesty international, racconta la battaglia quotidiana della comunità Lgbtia (acronimo che racchiude lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) contro le violenze (dai casi di pestaggi, a quelli di stupri, e di omicidi d’onore) e le discriminazioni di cui è vittima nel Paese musulmano. Il regista pakistano, italiano d’adozione, attivista dei diritti umani, parte offrendo un contesto storico che ci rivela come in varie epoche dei secoli passati. ad esempio, sotto l’Impero Moghul, i transgender avessero ruoli importanti nella società e il crossdressing fosse celebrato. Inoltre l’omosessualità non era tabù nelle composizioni di Abu Nuwas, poeta arabo dell’VIII secolo. Invece, in particolare, “dall’indipendenza del Pakistan nel 1947, la comunità Lgbt ha subito ogni forma di mortificazione sociale e difficoltà” . Ad esempio le uniche attività concesse ai transgender per mantenersi sono “chiedere l’elemosina, danzare o prostituirsi” si spiega. Qasim (ANSA).

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