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Verdone a Palermo: «Gli italiani di oggi sono tutti uguali: è più difficile rappresentarli»

Di Redazione |

PALERMO – «E’ più difficile raccontare l’Italia e gli italiani di oggi perché purtroppo c’è una sorta di globalizzazione dal punto di vista ‘dell’apparato umanò. Oggi sono tutti uguali agli altri. Alberto Sordi nel nostro ultimo incontro a pranzo mi disse: Carlè me fai una gran pena. E io gli chiesi perché? La gente, mi rispose, non si stupisce più di niente, sò tutti uguali non c’è più il senso del ridicolo. Aveva visto giusto. C’è un’omologazione: stesso taglio di capelli, stesse marche, stessi colori, stessi tatuaggi stesse mode». Lo ha detto il regista Carlo Verdone che ha presentato a Palermo il suo ultimo film «Si vive una volta sola» in compagnia di Rocco Papaleo e Anna Foglietta.

«E’ anche vero che il compito del comico è anche quello di andare a cercare dei dettagli, dei tic, delle fragilità che poi noi con la lente d’ingrandimento cerchiamo di mettere in luce. Comunque oggi è più complicato: la società è pessimista, c’è più perfidia, ci sono più difficoltà economiche, difficoltà da parte dei giovani a trovare un lavoro, è una società confusa dove non si vede l’orizzonte».

Per Carlo Verdone, interprete di personaggi ormai entrato nell’immaginario collettivo degli italiani, «tutto questo rende la gente meno aperta meno sorridente. Io sono un privilegiato – racconta -nel mio quartiere mi conoscono tutti, non mi chiedono selfie ma mi sorridono. Ma io sono un’eccezione, perché in realtà sarebbero assorti in mille problemi. Questa è la società di oggi, è poco felice e questo complica il lavoro del regista, degli sceneggiatori, degli attori, perché l’attore deve registrare il termometro della società. La società non ha più quei colori, quella poesia. All’epoca di “Un sacco bello” c’era la poesia, si parlava da finestra a finestra a Trastevere; ora Trastevere non c’è più, i trasteverini non ci sono più, tutti trasferiti, s’è persa l’anima popolare». 

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