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Santi Consoli, l’anima catanese del “Metodo Catalanotti”

Di Enza Barbagallo |

Le indagini del commissario Salvo Montalbano ritornano lunedì 8 marzo su Rai 1 con un nuovo caso inedito «Il metodo Catalanotti» nato dalla penna di Andrea Camilleri per la regia di Alberto Sironi e Luca Zingaretti nei panni del commissario più famoso d’Italia che dovrà sbrogliare la complicata matassa di un doppio caso di omicidio.

Tra gli interpreti ci sarà anche Santi Consoli uno degli attori e registi catanesi più talentuosi che vanta una prestigiosa carriera artistica: ben 55anni di vita dedicata al teatro con incursioni nel mondo cinematografico e televisivo.

Lo vedremo nei panni di Michele Tedesco un agente immobiliare a cui il commissario Montalbano rivolge alcune domande. «E’ uno dei tanti personaggi – ha spiegato Consoli – che prendono parte a questa emozionante, coinvolgente e intricatissima vicenda che ha come protagonista il teatro».

E il titolo a cosa si riferisce?

«Il titolo fa riferimento a un metodo inventato da un personaggio misterioso un certo Carmelo Catalanotti e applicato a tutti gli attori per far sì che esternino il meglio di sé, liberando le proprie emozioni e scavando nella propria coscienza. Dunque una sorta di procedimento psicologico essenziale».

Santi che è figlio del grande Giuliano ha ereditato dal padre la passione per il teatro. Gli abbiamo chiesto cosa ricorda di questa sua esperienza che risale a circa due anni fa.

«Proprio nel giorno in cui mi stavo recando a Scicli – sottolinea Consoli- per essere alle 8 sul set, pronto per girare, ho appreso che era morto Camilleri. Ho pensato subito di chiamare per sapere se tutto fosse rinviato a seguito dell’evento triste. Avendo avuto conferma che si girava comunque, sono partito col dolore al cuore. Giunto sul set ho trovato Luca Zingaretti  doppiamente dispiaciuto e non solo per la scomparsa di Camilleri, ma preoccupato perché lo stesso regista Alberto Sironi stava male e lui avrebbe dovuto prendere il suo posto e si sentiva addosso il peso di una doppia responsabilità. Inoltre ho apprezzato che Zingaretti abbia firmato la regia mettendo prima del suo nome come doveroso atto d’omaggio, quello di Sironi che è scomparso due mesi dopo Camilleri».

Già il maestro Consoli 17 anni fa aveva preso parte ad un’altra indagine del commissario Montalbano tratta dal libro di Camilleri “Il gatto e il cardellino” nei panni di un avvocato colpevole di omicidio (lo vediamo nella foto). Artista dalle variegate sfaccettature Consoli per motivi familiari ha interrotto gli studi all’Accademia d’arte drammatica di Roma, ma ne ha colto i frutti migliori e ha proseguito da autodidatta. Si è cimentato nel teatro antico, classico, moderno e contemporaneo, interpretando i personaggi più variegati non solo dei più grandi autori, ma anche di quelli meno conosciuti. Regista , attore cinematografico, autore di parodie, produttore di eventi e soprattutto grande considerazione per il teatro amatoriale che ha supportato e nei 15 anni è stato presidente Fita e continua a farlo ancora perché dice: «Gli attori amatoriali non sono meno bravi di quelli professionisti, spesso si trovano dei veri talenti. Questi attori  spesso ti stupiscono per la grande passione e i sacrifici  che compiono nel portare avanti le  loro Compagnie».

Rammaricato per quanto il teatro (e le altre forme di spettacolo) ha sofferto a causa della pandemia: «Il lockdown ha messo ko il teatro che ha emesso un lamento dignitoso attraverso proteste signorili, bardate, ma per niente efficaci. Chiudere i teatri, i cinema ha bloccato un’industria culturale , impedendo a tantissime persone di lavorare, aggravando una situazione già difficile e precaria. Questo accade perché gli attori non sono considerati dei lavoratori, ma degli intrattenitori. Ma il teatro non è un passatempo, è il tempio del rito collettivo. La scelta di chiudere i teatri(e gli eventi culturali) ha rappresentato l’ottusità di chi considera sacrificabili i luoghi culturali, anche se vengono messi in sicurezza. Gli attori e i lavoratori dello spettacolo meritavano più attenzione e una maggiore considerazione a tutti i livelli istituzionali  In questi mesi non è stata mai presa in considerazione un’alternativa per garantire lavoro “in sicurezza” a chi opera nel settore culturale, come invece è accaduto per le altre industrie».

nella foto Consoli e Zingaretti , 17 anni fa  nell’episodio “Il gatto e il cardellino”COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA