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Battiato, da “Cuccurucucu” a “La cura”: i suoi versi cult

Di Redazione |

ROMA – Il senso irrimediabile di smarrimento, il viaggio dell’io verso l’assoluto, l’esortazione a perdersi in mondi esoterici che si aprono lungo le nostre esistenze e perfino la suggestione della vita dopo la morte: i testi di Franco Battiato, il più filosofo dei cantautori, hanno la rara capacità di trasportare territori inesplorati fuori e dentro di noi.

Ecco alcuni passi delle sue liriche più celebri, che rimbalzano in queste ore anche sui social in omaggio all’artista scomparso. PROSPETTIVA NEVSKI (1980) E studiavamo chiusi in una stanza La luce fioca di candele e lampade a petrolio E quando si trattava di parlare Aspettavamo sempre con piacere E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba Dentro l’imbrunire CUCCURUCUCU (1981) “Avevo già la luna e urano nel leone “Il mare nel cassetto” “Le mille bolle blu” Da quando sei andata via non esisto più “Il mondo è grigio il mondo è blu” Cuccurucucu paloma Ahia-ia-ia-iai cantava” BANDIERA BIANCA (1981) Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare Quei programmi demenziali con tribune elettorali E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti Siete come sabbie mobili tirate giù uh C’è chi si mette degli occhiali da sole Per avere più carisma e sintomatico mistero Uh com’è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano Quante squallide figure che attraversano il paese Com’è misera la vita negli abusi di potere Sul ponte sventola bandiera bianca CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE (1982) Cerco un centro di gravità permanente Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente Avrei bisogno di Cerco un centro di gravità permanente Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente Over and over again LA TORRE (1982) Giù dalla torre butterei tutti quanti gli artisti perché le trombe del giudizio suoneranno per tutti quelli che credono in quello che fanno E TI VENGO A CERCARE (1988). E ti vengo a cercare Anche solo per vederti o parlare Perché ho bisogno della tua presenza Per capire meglio la mia essenza Questo sentimento popolare Nasce da meccaniche divine Un rapimento mistico e sensuale Mi imprigiona a te Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane Fare come un eremita Che rinuncia a sé E ti vengo a cercare Con la scusa di doverti parlare Perché mi piace ciò che pensi e che dici Perché in te vedo le mie radici POVERA PATRIA (1991) Povera patria schiacciata dagli abusi del potere Di gente infame che non sa cos’è il pudore Si credono potenti e gli va bene quello che fanno E tutto gli appartiene Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni Questo paese è devastato dal dolore Ma non vi danno un pò di dispiacere Quei corpi in terra senza più calore? Non cambierà non cambierà Non cambierà forse cambierà” LA CURA (1996) Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore Dalle ossessioni delle tue manie Supererò le correnti gravitazionali Lo spazio e la luce per non farti invecchiare E guarirai da tutte le malattie Perché sei un essere speciale Ed io avrò cura di te. 

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