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“Terzi a nessuno”, al via dialogo tra Ateneo e associazioni di volontariato

Venerdì sera affollatissimo incontro nell’aula magna del Palazzo centrale per parlare di cittadinanza attiva e "cognitiva"

09 Dicembre 2025, 11:12

“Terzi a nessuno”, al via dialogo tra Ateneo e associazioni di volontariato

La risposta non si è fatta attendere. Moltissime delle oltre duecento associazioni di volontariato e del Terzo Settore invitate hanno risposto “presente”, riempiendo l’aula magna del Palazzo centrale dell’Università in un tardo pomeriggio prenatalizio. Hanno accolto così l’invito dell’Ateneo ad avviare un dialogo e un confronto approfonditi, nella convinzione che la collaborazione tra mondo accademico e volontariato possa generare valore condiviso e creare nuove opportunità di crescita per l’intera comunità.

“Terzi a nessuno” era il titolo dell’incontro promosso dalla professoressa Cettina Laudani, delegata al Terzo Settore dal rettore Enrico Foti, e questo slogan è stato un po’ il leit motiv della serata, che si è tenuta nella ricorrenza della Giornata Internazionale del Volontariato. «L’obiettivo di questo incontro è, innanzitutto, aprirci nuovamente al territorio – ha spiegato la docente di Storia delle dottrine politiche del Dipartimento di Scienze politiche e sociali – perché negli ultimi anni l’università si era un po’ ripiegata su sé stessa. È arrivato il momento di tornare a dialogare con il mondo del volontariato e della cittadinanza attiva: quando le competenze accademiche incontrano persone e comunità, nasce valore e si sviluppa una forma di cittadinanza “cognitiva”, fondata sulla formazione e sulla professionalità.

Su questa linea si è espresso anche il prof. Giuseppe Speciale, delegato alla Didattica, che ha portato i saluti del rettore richiamando i principi dell’articolo 2 della Costituzione. «L’articolo fa riferimento alle formazioni sociali, alla solidarietà e ai diritti inviolabili dell’uomo – ha ricordato lo studioso di Storia del diritto –: ambiti che rientrano pienamente nell’azione delle associazioni, le quali, pur tra incertezze e risorse limitate, riescono a intervenire proprio dove e quando lo Stato non arriva. L’Università, dal canto suo, ha il dovere istituzionale di studiare ed elaborare soluzioni, anche per rispondere alle istanze che, attraverso il Terzo Settore, emergono dai contesti più fragili della società». Concetti ripresi anche dall’assessore comunale Carmelo Coppolino, intervenuto in rappresentanza del sindaco Enrico Trantino, che ha evidenziato «il valore della collaborazione tra amministrazione e università e l’apporto fondamentale del Terzo Settore, capace – ha detto – di attrarre da sempre giovani ed energie brillanti».

L’Ateneo – è stato detto a chiare lettere – considera il tessuto associativo come una forza di coesione sociale, un laboratorio di democrazia concreta, un presidio civile nei territori dove lo Stato arretra e il mercato esclude, affinché ricerca e formazione diventino strumenti di sviluppo collettivo. Ecco allora il punto d’incontro: il Terzo Settore è diventato scuola di cittadinanza, e l’università è chiamata a essere scuola di consapevolezza, in grado di arricchire il mondo del volontariato e della cooperazione di quelle nuove competenze giuridiche, economiche, comunicative, gestionali che occorrono.

«Collaboriamo per ampliare le occasioni di presenza del Terzo Settore all’interno dell’università – ha affermato la prof.ssa Margherita Ferrante, delegata del rettore alla Terza missione per l'Area bio-med, intervenendo sul tema “La terza missione dell’Ateneo come volano di valorizzazione economica, culturale e sociale”. Promuoviamo incontri con i giovani per favorire uno scambio significativo e una crescita condivisa in tutti i settori dell’Ateneo, nelle professionalità che formiamo e nelle scuole. I volontari e gli enti del Terzo Settore possono aiutarci a realizzare interventi di supporto per molti giovani che vivono situazioni complesse, legate a depressione, instabilità psicologica o disagio scolastico».

La docente ha inoltre sottolineato come la “terza missione” dell’Ateneo possa diventare un motore di trasferimento delle conoscenze dall’università al territorio, soprattutto in relazione ai nuovi obiettivi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e ai 17 goal dell’Agenda 2030, affrontando criticità come il calo della natalità, l’invecchiamento della popolazione e la crescente diffusione di patologie neurologiche che mettono sotto pressione il sistema sanitario.

«L’obiettivo di oggi – ha proseguito il sociologo Carlo Colloca, delegato del rettore all'Osservatorio prefettizio per la prevenzione e il contrasto delle povertà educative, della dispersione scolastica e della devianza giovanile – è discutere di Terzo Settore e di impresa sociale alla luce del lavoro che da anni portiamo avanti nell’Osservatorio. Attorno all’Ateneo siamo riusciti a costruire una rete di istituzioni, imprese sociali e realtà del Terzo Settore che operano in nome di una “legalità organizzata”. Le nuove normative regionali, ispirate al progetto Liberi di scegliere, ci permetteranno di avviare attività formative rivolte a operatori attivi nei diversi ambiti – giuridico, sociale, scolastico, forze dell’ordine – impegnati nel contrasto delle povertà educative, che sono spesso povertà intergenerazionali e incidono profondamente sulla qualità della vita nei quartieri».

Tra le «sfide per lo sviluppo e la coesione socio-territoriale», il docente ha infine ricordato anche l’avvio di un “crowdfunding civico” per sostenere la ricostruzione della biblioteca della scuola Pestalozzi, recentemente colpita da un incendio.