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Cataldi: «Al Catania un gruppo meraviglioso, vogliamo continuare a giocare»

Intervista con il centrocampista rossazzurro: «Con i tifosi si è creato un clima di grande complicità: la gente merita di più»

Giovanni Finocchiaro

02 Marzo 2022, 14:00

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Nel gruppo dei ragazzi prodigio, dietro Moro e Greco si sta facendo spazio Riccardo Cataldi, capace di raccogliere un'eredità strategicamente pesante come quella del regista. Lascito non proprio comodo quello di Luis Maldonado, ceduto al Catanzaro. Cataldi, con pazienza e una buona dose di sangue freddo, si è calato nella parte.

Guidare una squadra come il Catania, a 21 anni, non è roba da poco.

«All'inizio non avevo spazio, ma ero sereno. Si trattava del primo anno tra i grandi. Era necessario una fase di adattamento».

A gennaio, l'addio di Maldonado e lei è stato promosso sul campo.

«Al di là dei minuti che spendo sul campo di gioco, il mio primo pensiero riguarda la squadra. Io devo continuare a pensare al modo in cui migliorare. Dunque il lavoro infrasettimanale è prezioso».

Ci raccontano della sua commozione nello spogliatoio ogni volta che la squadra riceve l'applauso del pubblico al di là del risultato che matura in campo.

«Le immagini sono da brividi. I tifosi invece di staccarsi si sono avvicinati  tanto a noi. Hanno capito le difficoltà e ogni qual volta giochiamo in casa e finisce la gara trasmettono fiducia e affetto. Anche quando non vinciamo ci sostengono, possiamo solo ringraziarli».

Non aveva mai vissuto una stagione così.

«Per la prima volta gioco davanti a un numero importante di tifosi, non pensavo ti potessero trasmettere tanto emotivamente. Sotto la curva vedi le persone che ti incitano. Sì, tutto questo mi ha toccato. Ho 21 anni, sono un ragazzo senza esperienze simili. Sono rimasto impressionato».

Con Baldini ha vissuto altri momenti importanti della sua carriera.

«C'è sempre stato, il mister. E mi ha sempre guidato con estrema precisione. Con la Roma ho vinto scudetto under 17 e Supercoppa. Una   bella annata. Con lui ho giocato pure a Trapani. Abbiamo un grande rapporto, mi ha dato la possibilità di vivere un'esperienza forte, formativa anche a Catania. Della fiducia incondizionata ringrazio anche il direttore Pellegrino. Se Roma è stato un ottimo punto di partenza, Catania è il presente della mia vita calcistica».

I ragazzini terribili si fanno onore. Lei, Greco, ma anche gli altri del gruppo: Ercolani, Sipos. Siete compatti. Per strada la gente vi riconosce.

«Siamo stati al centro della città. Vero, siamo stati riconosciuti. Io, poi,  giro spesso con Luca Moro. Ci individuano facilmente».

Come vi accolgono?

«Al grido di “mbare”. Lo fanno anche i ragazzini di 13 o 14 anni in via Etnea. A Catania è un modo per farci sentire vicini, quasi dei parenti».

L'extracampo è la nota dolente.

«Ho vissuto una cosa simile a Trapani, io spero che a Catania i guai possano risolversi. Inutile guardare cosa accade, pensiamo ad allenarci sperando che si possa continuare a giocare. Questo desideriamo. Lo merita la squadra, lo meritano i nostri tifosi».

Monterosi, Vibonese e Campobasso: vi aspettano duelli decisivi.

«Abbiamo concluso un periodo in cui s'è giocato tanto. Abbiamo fatto grandi cose a Bari e poi abbiamo perso in casa con la Paganese. Dobbiamo avere maggiore regolarità. Abbiamo commesso errori da non ripetere, meritiamo una classifica più serena. Le prossime gare saranno fondamentali. Non c'è tempo per fare i calcoli, bisogna giocare al meglio».