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Serie C: il Catania tra rimpianti ed errori aspettando i nuovi rinforzi

Di Giovanni Finocchiaro |

E, poi, ci sono anche gli episodi del rigore sacrosanto, c’è la sfortuna o l’emozione eccessiva di un Semenzato che davanti al portiere Furlan avrebbe dovuto esplodere un tiro come se avesse il kalashnikov. C’è la traversa di Marchese e anche la parata di Furlan sul tiro perfetto di Ripa, nel finale.

C’è anche l’analisi, a freddo, di due squadre che si sono incrociate e hanno fatto emergere pregi e difetti.

Non è la prima volta che il Catania soffre la velocità degli avversari. E perde. Contro le Leonzio, in Coppa e soprattutto in campionato, non ha saputo reagire di fronte alla rapidità dei bianconeri. Anche a Trapani, quando i granata hanno affondato sulle fasce, ecco che la differenza di passo è emersa. Ed è emersa anche la difficoltà nell’intercettare una percussione per vie centrali operata da Reginaldo, uno che quando vede il Catania si esalta e segna. Spesso segna.

E, poi, ecco il solito discorso non dell’attacco, ma della fase offensiva. Si crea molto. Si segna poco, il minimo. A Trapani il pallone non è entrato. Ora, se vogliamo coprirsi gli occhi portando avanti discorsi accomodanti… faremmo il male di tutti: squadra, società, tifosi, ambiente tutto.

Il Catania che deve vincere può anche cedere in uno scontro diretto. Potrà perdere altre partite, perché in C non c’è una squadra perfetta che possa sempre e solo incamerare i tre punti. Ma è anche vero che a gennaio serviranno rinforzi in avanti.

Correia e Rossetti meritano di giocare altrove: tenerli per cinque minuti di gloria ogni tre mesi non contribuisce alla loro crescita e a quella del gruppo. Curiale deve scrollarsi di dosso le incertezze che ogni tanto riaffiorano. Positivo con l’Akragas, nullo a Trapani. Il Catania che deve vincere il campionato ha bisogno dei Reginaldo di turno. Ha bisogno di figli di puttana (in senso calcistico) che possano fare la differenza intanto sul piano caratteriale.

Ripa merita un discorso a parte. Sapeva, il Catania, che avrebbe accolto un giocatore molto forte, un leader della Serie C, ma reduce da un infortunio lungo. E poi, strada facendo, Francesco si è fatto male di nuovo. Lo abbiamo aspettato e forse il Catania lo aspetterà ancora. Perché siamo sicuri che quando sarà al top, che resti in rossazzurro o che vada via, farà caterve di gol.

Ma in questa fase, ci chiediamo, bisogna tenersi Ripa, aspettarlo e curarlo, oppure cambiare decisamente rotta, puntando su punte forti che possano assicurare gol e vittorie al Catania? Fate voi.

Certo, da qui a qualche giorno si scatenerà un inferno. Mazzarani è un pupillo di De Zerbi e adesso Robertino lo vuole in A, a Benevento. Di Grazia (che ieri non ha giocato dall’inizio al pari di Russotto: scelta quanto meno strana e non condivisibile) durante la finestra invernale delle trattative ha sempre club alle calcagna che fanno azione di disturbo o che desiderano realmente il ragazzo.

Serve un ricambio in più a centrocampo, serve qualche alternativa in difesa anche quando verrà recuperato Blondett. Lo Monaco aveva sibilato, giorni fa e dunque prima di Trapani, che il Catania sul mercato non avrebbe avuto un ruolo passivo.

Si apriranno i giochi, ma l’invito che possiamo fare al pubblico dei criticoni è uno e uno solo: non criticate tanto per sfogare i vostri istinti. Questa marcia di avvicinamento alla Serie B, il tentativo di lasciare questa categoria che sembra un pantano melmoso, è necessaria e obbligatoria. Ma serve l’aiuto di tutti. Sì alle critiche costruttive, no ai discorsi che sono frutto di rabbia e istinto.

Lucarelli? Un allenatore quasi esordiente commette errori e sceglie anche in maniera eccellente. Come tutti i tecnici del Mondo. Certo, anche lui, però, la finisca di sperimentare e tenga una linea coerente con le caratteristiche e la forza di questa strada. Perché qui siamo a Catania e tempo non se ne può più perdere. O qualcuno fa finta di non capire?

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