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Rio 2016, la corsa all’oro di Rossella Fiamingo al ritmo di reggaeton

Di Alessandra Rotili |

RIO DE JANEIRO – In Brasile per la corsa all’oro a ritmo reggaeton. La colonna sonora caraibica che ha accompagnato il suo viaggio per Rio suona come uno sgarbo al samba considerato oggetto di culto da queste parti. Eppure Rossella Fiamingo del paese che con qualche affanno sta contando le ore per alzare il sipario sulle prime Olimpiadi in Sudamerica, sembra quasi uno spot: toda joia, toda beleza. E se della prima fa sfoggio con il calore che il sole della Sicilia le ha infuso in questi 25 anni di vita, sulla seconda non ci gioca troppo, nonostante una certa consapevolezza di essere tra le atlete copertina di Rio. Nella sua testa adesso c’è solo la pedana, su cui il primo giorno di gare ai Giochi salirà per mostrare ancora una volta di che pasta è fatta questa moschettiera azzurra: i due ori mondiali di fila – un record per l’Italia – vinti nella spada dicono molto delle potenzialità e delle ambizioni della campionessa siciliana. «Non lo nascondo, punto a una medaglia – racconta all’Ansa la spadista appena arrivata nella città carioca – rispetto a 4 anni fa sono cambiate molte cose, e aver vinto mette una pressione diversa. Tutti si aspettano molto da me ma io voglio tenere lontana l’ansia, essere libera da pensieri. Voglio salire sul podio, ma questo alla vigilia non deve costituire un peso».

  Così la strada verso i Giochi della schermitrice etnea non è stata solo pedana e assalti, ma granite, bagni al mare, le coccole della sua terra. E l’immancabile musica. Già, perché la Fiamingo il ritmo lo ha nel sangue, e non solo quando deve piazzare la stoccata vincente: pianista diplomata al conservatorio per caricarsi però alla ‘classicà preferisce «la musica leggera». Sulla pedana di Rio si esibirà da solista, perché assente il team di spada, è l’unica qualificata nella specialità. Sogna un assolo, per mettere all’angolo le avversarie più agguerrite, e salire sul podio. «Ho fatto di tutto per prepararmi al top ma senza rinunce, ora respiro un clima di euforia e questo può solo fare bene – spiega l’azzurra – Rio la conosco bene, è la mia sesta volta qui e siamo venuti anche a primavera per un test event. Devo dire che allora di atmosfera olimpica non c’era traccia, ma penso che adesso già passando qualche ora al villaggio l’energia si farà sentire».

  Vive un momento sereno, ammette, e le esperienze maturate finora – medaglie comprese – sono servite anche a gestire al meglio le tensioni. Il suo cono d’ombra, al riparo dal sole di una certa notorietà, Rossella però lo cerca sempre, un angolo buio in cui rifugiarsi prima di affrontare l’avversaria: è il suo momento che vale di più di ogni amuleto, è lì in quei pochi minuti che l’atleta ricuce il film della gara che verrà. «Mi trovo un buco in cui stare da sola con i miei pensieri. Parlare con me stessa mi aiuta tantissimo, come ascoltare musica: il reggaeton mi ha accompagnato adesso. E poi il mare, in questo ultimo mese un’ora al giorno la dovevo passare in spiaggia».

Ha fatto scorta di energie e ora è pronta: «Si, preferisco arrivare sempre a ridosso della gara, così l’attesa non è lunga: avrò tempo per gustarmi Rio, resto una settimana dopo la gara e allora sì che potrò finalmente andare a ballare e scoprire i posti meravigliosi di questa città». E magari tifare per il suo Luca (Dotto) che nella piscina olimpica cerca gloria dopo l’oro europeo dei 100 stile. «Sensazioni da Giochi di coppia? Ve lo dirò quando sarà finita», sorride al riparo dal tiro la spadista. Intanto si concentra su di sé, bracciali portafortuna e una lettura romantica: ‘Volevo solo averti accantò è il libro della sua Olimpiade, che ha un karma: la tranquillità. «La zika non mi preoccupa, non penso a un figlio in tempi brevi – sorride – piuttosto è la paura attentati che ci fa stare meno sereni. Ma adesso sto qui, voglio dare il cento per cento perché la medaglia non deve essere solo un sogno».

E così riprende il suo taccuino multimediale, fatto di appunti, foto e video in cui annota e rilegge emozioni e avversarie (qui le cinesi Iwen Sun e Anqi Xu, la russa Kolobova): «E’ un modo per non perdere nulla». Delle foto in versione pin up che girano in questi giorni sorride: «La tv? Non lo so, dovrei pensarci». Adesso in testa ha solo la pedana di Rio, e quella corsa fatta finora che vuole tingersi d’oro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA