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Il Catania si gode Castellini: il difensore - capitano che ha messo al tappeto la Juve Stabia

«Non conta la fascia, siamo tutti dei leader»

20 Febbraio 2024, 15:18

castellini 3

«Nessuno si salva da solo». Ha ragione Alessio Castellini, si vince e si perde di squadra. Ha parlato da capitano il difensore bresciano. Lo ha fatto in sala stampa nel post di Catania-Juve Stabia, ma, cosa ancora più importante, è stato in campo che ancora una volta questo ragazzo dai modi gentili ha dato l’esempio.
Naturalmente a spiccare è stata la sua splendida doppietta che ha steso la capolista, ma è il suo atteggiamento che colpisce. Stiamo pur sempre parlando di un classe 2003, di un ragazzo che in questa stagione ha debuttato per la prima volta nella sua carriera nel calcio professionistico. Si perché Castellini è sbarcato a Catania dopo la trafila nelle giovanili con il Brescia, l’anno scorso in Serie D si è approcciato per la prima volta ad un campionato dilettanti e lo ha fatto lontano da casa.
Ha vinto il torneo e ha avuto modo di crescere all’interno di un’annata particolarmente gratificante per i colori rossazzurri, e in questa stagione ha compiuto il grande salto. Qualcuno forse dubitava, probabilmente si pensava che in C avrebbe avuto un ruolo marginale, ma non è stato così, Castellini è attualmente uno dei giocatori più impiegati in stagione.

Difensore che gioca a 3 o a 4

É un calciatore fuori dalla norma, un difensore capace di fare ottimamente il centrale nella difesa a 4 o a 3 e all’occorrenza si trasforma in terzino. A destra o a sinistra poco importa, questo ragazzo corre, difende, attacca, tira, crossa, e lo fa sempre con magnifica efficacia.
Domenica nella splendida notte del Massimino ha fatto gioire i 16 mila sostenitori etnei con una doppietta da urlo, prima con il colpo di testa che è valso il vantaggio e poi non contento, proprio quando il Catania stava soffrendo i campani rischiando di subire il pari, ha chiuso il match con una galoppata solitaria che ha ricordato le corse di Javier Zanetti. Non sente le pressioni l’ex Brescia, ha sposato il progetto Catania con grande sicurezza e adesso si gode la sua città dove pare abitare da sempre. «Sono qui a Catania ormai da due anni - ha affermato il difensore - so bene come funzionano le cose, non conta la fascia, siamo tutti dei leader».
Ha riposto così a chi gli faceva notare che lui con la fascia da capitano al braccio sembra esserci nato. Ed è proprio così. Bastava seguirlo nel campo domenica per capire che certe caratteristiche o le hai o non ce l’hai, e non conta l’età. In più occasioni contro la Juve Stabia, Castellini ha avvicinato il direttore di gara per un confronto.

Dalla parte dei compagni

Ha difeso i suoi compagni e poi ci ha messo la solita determinazione e concentrazione che ha sempre mostrate. «La differenza rispetto ad altre prestazioni è nell’episodio, la vittoria fa la differenza. La vittoria offusca certe visioni, certe prestazioni. Contro la Juve Stabia abbiamo vinto e allora certe cose non le noti. Ma anche in passato abbiamo fatto grandi prestazioni, però magari certe volte la palla colpisce il palo o va fuori e invece domenica è entrata in rete».
Difende l’operato della squadra Castellini e ammette che qui a Catania sta crescendo grazie ad un gruppo composto da giocatori che hanno vissuto anni e anni di calcio e ad uno staff tecnico che lo sta accompagnando per mano lungo il percorso. «Qualcuno ha detto che il nostro non è un gruppo unito, credo che quello che si è visto domenica sia la dimostrazione che non è vero. Siamo un gruppo, navighiamo tutti sulla stessa barca, se affondiamo lo facciamo tutti insieme. Devo ringraziare i miei compagni per quello che mi danno ogni giorno e anche gli allenatori che in questi mesi catanesi mi hanno insegnato tanto».

I due gol alla capolista

Nell’azione del primo gol Castellini è volato in cielo e ha portato in vantaggio i suoi. «Abbiamo cambiato soluzione in extremis rispetto a uno schema che i nostri avversari avevano intuito - ha ammesso - Era uno schema provato e riprovato in allenamento e lo abbiamo eseguito alla perfezione».
In effetti si è notato un cambio di programma all’ultimo istante, per fortuna poi quel corner ha portato i risultati sperati. «Non siamo stati molto insieme negli ultimi giorni, sono arrivati molti giocatori a gennaio. L’esultanza dopo il gol non è stato un gesto preparato, ma spontaneo. E quell’abbraccio collettivo è stato liberatorio».
Ma Castellini non si è accontentato di un solo centro e in una sera si è trasformato in attaccante di razza. «In occasione del raddoppio, tutto è andato per come speravo. Il mister ci chiede sempre di attaccare la profondità. Ho creduto che Ciccio Cicerelli facesse quel che ha fatto e con il controllo sono riuscito a far fuori il difensore». E meno male…