Il Catania sul campo della Turris cerca la serenità e i punti salvezza
Match alle ore 14, campani a sei punti dai rossazzurri: vietato perdere
Con grande fatica ci si deve concentrare non su una partita di calcio come le altre. Turris-Catania è via via diventata uno spareggio, ma di quello serio, per evitare la zona play out. I corallini sono sei punti sotto rispetto ai rossazzurri e, visto che in casa agiscono in maniera decisa, ecco che la sfida di oggi pomeriggio (via alle 14) diventa complicata.
L'onda lunga di Padova
E si complica una volta di più per altri particolari: tralasciamo tutto quello che è accaduto a Padova con i provvedimenti già noti e la finale di ritorno a porte chiuse. Qui c’è una fetta consistente del campionato in palio. E in Campania non ci saranno i tifosi, intanto. Vietato viaggiare. E, se si scorgono i nomi dei convocati diffusi ieri sera, ecco che le disparità di disponibili a centrocampo fa a cazzotti con l’abbondanza in difesa e in attacco. Tre soli mediani (Ndoj, Zammarini e Welbeck, che in Coppa sarà squalificato) e l’ampia scelta negli altri reparti. Certo, Zeoli in mezzo potrebbe anche adattare Haveri come interno, ma sarebbe una forzatura. Gli uomini questi sono. Perchè Sturaro si è dovuto fermare per un problema muscolare che verrà valutato a giorni (rischia di saltare anche Padova), Tello è ormai disperso nei meandri di un destino che non lo ha portato fin qui mai a incidere. Diciamo che è infortunato perchè questa è la versione della società. E, comunque, poco importa per il momento.
Le assenze
Salterà il match Salvatore Monaco per un problema fisico che si era trascinato, senza fiatare, durante lo spezzone sostenuto a Padova. In compenso rientra tra i convocati Bouah e speriamo che l’ex della Roma riesca a trovare la condizione fisica per dare una mano ai compagni in fase di spinta e di recupero.
La reazione del Catania dovrà arrivare senza altre proroghe, lo sanno i giocatori, ne sono coscienti i tecnici così come i dirigenti. Ci siamo ridotti a presentare uno spareggi per non sprofondare e conservare il privilegio di arrivare ai play off, ma per ora sarebbe meglio considerare una e una sola cosa: la gara di oggi. Perchè i padroni di casa, conoscendo bene le debolezze dei rossazzurri, attaccheranno per trovare lo spazio giusto o per approfittare di un errore.
Si gioca col 4 - 3 - 3?
Zeoli potrebbe insistere sul 4-3-3 con un centrocampo quasi obbligato, a meno che non faccia affidamento al 4-2-3-1. Anche perchè Peralta sembra rinato sotto la cura del tecnico ed ex terzino rossazzurro. In Coppa ha risollevato la squadra. Fisicamente l’ha portata a presidiare, nel finale, la trequarti del Padova. Vedremo oggi se si ripeterà. Se giocherà. Se potrà e saprà incidere.
Per il resto è possibile che Zeoli tenga in cassaforte Di Carmine e schieri in avvio Cianci come punta centrale con Peralta o Chiricò e Chiarella esterni, anche se Marsura potrebbe essere uno dei protagonisti, in corsa o dall’inizio.
Conta la testa
Al di là della formazione conterà la testa di una squadra sbandata e a volte senz’anima che oggi, forse, capisce una volta di più quel che dovrebbe portare a termine per l’onore di una città ferita, criticata, offesa, accusata. Il risultato di una gara non cambierà lo stato di cose, ma la rinuncia della società a inoltrare ricorso dopo i fatti di Padova è un segnale che arriva (deve arrivare) anche in uno spogliatoio che ha la necessità di ricompattarsi sotto la guida di un condottiero come Michele Zeoli che ha raccolto un’eredità scomodissima e sta facendo di tutto per portare il Catania oltre ogni difficoltà palese.
Le parole della vigilia pronunciate dallo stesso allenatore sono state sincere: «Dispiace per i fatti di Padova e perchè martedì prossimo non ci saranno tante famiglie, tanti ragazzi allo stadio. A Venezia scendendo le scale mobili dell’aeroporto hanno visto che vestivo la divisa del Catania e mi sono beccato insulti. Dispiace per l’immagine della città. Ma noi oggi pensiamo alla Turris, lo stiamo facendo dal dopogara di Coppa. Esiste solo la Turris».
Non abbiamo un play
E poi una grande verità che è sotto gli occhi di tutti, ma confermata da un allenatore suona ancora più forte: «Non abbiamo un play, dobbiamo agire con gli uomini che ci sono». E difende Ndoj: «Sento dire che non deve giocare, Ndoj deve dare il suo apporto, è consapevole degli errori commessi, ci sta che un ragazzo anche con una carriera importante alle spalle possa sbagliare». Sulla gara: «In avanti devo scegliere. Chiarella? Ha qualità importanti. Entra e fa bene, magari chi subentra si sente più libero mentalmente. Comunque mi aspetto una sfida durante la quale di tattica scorgerete ben poco, mi aspetto tanti duelli, dopo 39 gare dobbiamo badare al sodo e alla concretezza, non ad altro. Bisogna fare punti».
L’unica speranza è affidata al senso di orgoglio di un allenatore che ha dato tanto al Catania e che ora deve percorrere il sentiero più scosceso della storia. Sarebbe un errore non accompagnarlo.