Il Catania e il mal di Massimino: perché i rossazzurri rendono di più trasferta
Molti fattori concorrono ad un dato paradossale vista la spinta dello stadio
Perché il Catania non fa il pienone di punti al Massimino? Le cifre, dopo l’ultima gara interna persa con l’Avellino, confermano un trend tutto all’incontrario. Non è valso, durante la stagione regolare, il rapporto tifo-vittorie. Quanto meno è stato limitato. Tanto è vero che la media tra i punti conquistati in casa (1,47 in 17 gare) e quelli fuori (1,57 in 15 gare) fa emergere le difficoltà che in questa stagione la formazione di Toscano ha incontrato. Insomma 25 punti in casa e 23 fuori sono un resoconto non preventivato vista la valenza dell’effetto Massimino. E mancano ancora due sfide esterne.
Non è la pressione ambientale
Non si tratta di pressione ambientale, perché la spinta che De Rose e compagni hanno ricevuto durante tutto l’arco del torneo è stata sempre propositiva. Ci sono state un paio di partite in cui il pubblico ha contestato, ma l’ha fatto a risultato acquisito, se si esclude qualche coro – rarissimo – lanciato durante il match. Insomma c’è un mal di casa dovuto alla voglia di dimostrare, poi di rimontare per via dei risultati altalenanti. C’è stato un fattore elevatissimo legato all’indisponibilità di tanti giocatori.
Meglio in trasferta
Fatto sta che, alla vigilia delle due trasferte che chiuderanno il campionato e in preparazione ai play off, il Catania in casa ha giocato 17 gare, ne ha vinte 6, pareggiate 7, perse 4. Fuori casa ha disputato due gare in meno (mancano Cava, sabato, e Potenza, il 26 aprile) e il conto è simile: 6 vittorie, 5 pareggi, 4 sconfitte.
Anche il conto dei gol è singolare, perché in casa il Catania ha segnato 18 reti beccandone appena 12, ma fuori dal Massimino è andata a segno 28 volte beccando 21 reti. Che vuol dire? In casa chiunque metta piede al Massimino tende a chiudersi per limitare i danni e ripartire in velocità affidandosi alle ripartenze. Questa trama si è ripetuta più volte, in modo particolare contro le formazioni che, alla fine, si ritrovano dietro i rossazzurri. Messina, Cavese, Casertana, Foggia. L’elenco è lunghissimo. Ma è anche vero che, tanto per citare gare recenti, contro Crotone e Avellino il Catania non ha soltanto puntato l’avversario, ma si è anche dovuto difendere dalla capacità di palleggio di chi ha preparato la sfida a viso aperto.
Corsa al quinto posto
I play off, adesso. Aggrapparsi al quinto posto diventa essenziale per giocare la prima gara secca in casa e avere a disposizione due risultati su tre per passare subito oltre. E il pubblico come sempre sarà a sostegno se nel momento della sfida con la capolista c’è stato l’ennesimo sold out della storia più recente.
A metà stagione tra infortuni e sconfitte cocenti erano stati messi in forse anche i play off. Nel momento di difficoltà maggiore la squadra si è tirata su soprattutto con i successi fuori casa. Tre di fila ai danni di Messina, Latina e Trapani. I nove punti ricavati da questi match esterni hanno permesso agli uomini allenati da Toscano di avanzare in graduatoria. Due gare da giocare fuori daranno il verdetto finale a una squadra che cerca le accelerazioni e si affida all’estro di Jimenez. Con la differenza, rispetto al recente passato, che adesso ci sarà anche Inglese a disposizione. Sabato a Cava mancherà Di Tacchio per squalifica ma sono pronti Quaini, Frisenna, Sturaro e De Rose per giocarsi due maglie da titolare.