I due campi in erba naturale sembrano ben conservati, lungo i vialetti che conducono dal parcheggio al centro direzionale non ci sono danni. Anzi le zone verdi non sono diventate foreste. C'è stata una cura conservativa che non ha reso disastrosa l'area. Così come le vetrate dove sorgevano la zona ristoro e le piscine sembrano intatte.
Abbiamo osservato, rigorosamente dall'esterno, il Village di Torre del Grifo, struttura di 150 mila metri quadrati inaugurata il 18 maggio 2011, blindata da mura di cinta altissime e ora da una fitta vegetazione cresciuta nelle aree pubbliche.
I due punti di osservazione privilegiati che spesso erano sfruttati per sbirciare dall’esterno e indisturbati gli allenamenti quando il Catania lavorava a porte chiuse, ora sono protetti da una fitta vegetazione di rovi e terrazze in pietra lavica disastrate. Inerpicarsi non è stato semplice.

Ma da quella posizione un tempo segreta abbiamo rivisto dopo anni – dal giorno della chiusura datata 9 aprile 2022, ordinata dal tribunale fallimentare dopo la chiusura dell'attività sportiva del Catania matricola 11.700 - gli ingressi delle piscine, della zona bar, dell'area in cui sorgeva il punto vendita del merchandising. Sembra tutto ben conservato all'esterno.
Anche secondo campo in erba naturale, che fu costruito accanto al terreno di gioco dotato di tribune, versa in condizioni più che accettabili. Ne abbiamo avuto conferma dopo che una famiglia che abita al confine con l'impianto ci ha aperto, con generosità, l'uscio di casa per dare uno sguardo ulteriore e da vicino.
La Curatela è stato custode del bene e ha gestito l'immobile per preservarne al meglio le condizioni.
Il Catania entro lunedì dovrebbe entrare in possesso del Village. A termini di legge devono trascorrere dieci giorni dal momento dell'aggiudicazione della struttura perchè sia definito ogni dettaglio. Lunedì prossimo potrebbe già scattare la fase due per il club rossazzurro che ha preparato i passaggi burocratici per versare all’inizio del 2026 la cifra di 4 milioni e 900mila euro prevista dall'accordo. Una cauzione di 600mila euro fu inoltrata al momento dell'offerta, dopo sette aste deserte, da parte di Ross Pelligra tramite il legale del club, avvocato Dario Motta. E nacque in quel momento la speranza che il Village non rimanesse chiuso chissà fino a quando.
Il club, rispettando i termini burocratici e i passaggi imposti per l'acquisizione del bene immobile, quando sarà in grado di operare cercherà di sistemare spogliatoi, i due campi in erba e le zone di accesso che serviranno per organizzare gli allenamenti della prima squadra.

All'ingresso della porta carraia e davanti alla zona in cui entravano i calciatori e i tecnici (tra i primi il Cholo Simeone il 19 gennaio 2011 quando ancora la struttura non era stata ufficialmente inaugurata) passano i residenti e si fermano a chiedere: «Ma allora i calciatori torneranno ad allenarsi qui?». Scattano ricordi e aneddoti sul campionario di auto che alternava Maxi Lopez quando arrivava all'ingresso di via Magenta. O quando Montella organizzava gli allenamenti al mattino arrivando al centro in larghissimo anticipo aprendo di fatto "la porta" del Village. O quando Fabio Cannavaro, a quel tempo allenatore del Guangzhou (club cinese), visse una settimana nel ritiro made in Sicily. O quando l'allora Ct azzurro Marcello Lippi, che aveva programmato un'ora di visita all'interno dell'impianto, rimase mezza giornata rinviando il volo di ritorno da Catania.
Scampoli di storia importante, con personaggi illustri, come quelli che passeggiavano per i vialetti accanto alla palestra, ai tempi della Serie A, attirando clienti e riempiendo le piscine (con una responsabile come l'olimpionica Giusi Malato era tutto più semplice). Il Catania tornerà a casa. E non troverà disastri.