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l'intervista

Catania, Michele D’Ausilio il "poeta" dell'assist che ha spaccato la partita con l'Altamura

«Calciatori sì, ma fuori dal campo siamo tutti amici veri Sapevo che accettando il passaggio in rossazzurro avrei dovuto lottare per il posto»

Giovanni Finocchiaro

11 Novembre 2025, 10:24

11:27

Catania, Michele D’Ausilio il "poeta" dell'assist che ha spaccato la partita col Casarano

Mister 14 assist (quelli forniti nella stagione precedente con la maglia dell'Avellino) ha preso la rincorsa. A Catania, Michele D'Ausilio ne ha già collezionati due: «E punto a stabilire il record personale perchè magari potrà servire per arrivare più in alto».

Quest'etichetta di calciatore altruista sta bene al trequartista che abbiamo incontrato ieri al termine dell'allenamento, al Massimino, per un'intervista esclusiva. «Se mi riconoscono e mi apprezzano per il lavoro a vantaggio dei compagni sono felice».

Come sta oggi?

«Meravigliosamente bene».

Glielo chiediamo perché dopo il 2-0 all'Altamura, il tecnico Toscano ha commentato: "D'Ausilio dopo l'errore che ha provocato il rigore del 2-2 poteva restare sotto un treno. Invece contro i pugliesi ha spaccato la partita”.

«Ho sbagliato, in Campania. Capita. Ma ho subito pensato ad allenarmi per passare oltre».

Cosa le ha detto Toscano dopo quella gara?

«Dovevo accorciare prima, abbiamo rivisto il video e mi sono reso conto».

Contro l'Altamura è partito in panchina, ma pensava di entrare?

«Ogni calciatore vorrebbe giocare senza mai uscire dal rettangolo. Chi parte dalla panca sa che può dare un aiuto in qualsiasi momento».

E mentre completava il lungo riscaldamento per entrare cosa le è frullato in testa?

«Pensavo al modo in cui avrei potuto aiutare i compagni».

Appena è entrato, comunque, sono stati accesi i riflettori dello stadio. E il Catania ha segnato.

«Al di là delle luci (sorride, ndr), quello schema di gioco lo prepariamo in settimana, ovviamente. Ho visto Cicerelli che scattava verso il centro dell'area, s'era inserito benissimo. Dopo la corsa ho cercato di mettergli la palla più comoda possibile. Bravo lui a deviare di tacco».

Che festa, domenica, allo stadio.

«Certo che rispondere agli applausi di quasi 17mila persone non è un particolare comune a chi gioca a pallone. In C non ci sono eguali, in B sono poche le piazze che possono vantare un pubblico del genere. I pensieri di gioia spero di rinviarli in maniera totale al consuntivo di fine della stagione».

D'Ausilio uomo assist ad Avellino: 14 i suggerimenti ai compagni. Adesso è a quota due: Monopoli per Aloi, Altamura per Cicerelli.

«Non mi dispiace questo ruolo. Il gol arriverà, certo. Ma non ho stress da prestazione, mi piace di più effettuare il passaggio giusto».

A proposito di Aloi, la foto pubblicata dal nostro giornale vi ritrae tutti felici a fine partita con la maglia del suo amico e compagno e quella di Chilafi (operato ieri, intervento riuscito).

«Tutto è nato alla vigilia della gara. Abbiamo chiesto ai magazzinieri le maglie, la società ci ha accordato il permesso. Le casacche sono state nascoste in panchina aspettando i gol che, per fortuna, sono arrivati. Volevamo coinvolgere anche chi in questo momento non può giocare».

Aloi vi ha ringraziato.

«Io e Cicerelli lo avevamo chiamato prima della partita, dal ritiro. Poi ci siamo scambiati le impressioni e ogni emozione è transitata anche attraverso la sua felicità per i tre punti portati a casa».

La settimana scorsa siete andati a Madrid per una vacanza studio visto che avete assistito alla gara del Real.

«A organizzare è stato il gruppo, come sempre: io Cicerelli, Aloi (che poi non ha partecipato perché s'è fatto male due giorni prima), abbiamo coinvolto Jimenez che è spagnolo, conosce Madrid. Ci ha fatto da cicerone e da interprete. Al Bernabeu abbiamo vissuto un pomeriggio importante per quel che abbiamo visto e per l'amicizia che s'è cementata una volta di più».

Dal Bernabeu a Casarano il passo non sarà breve.

«Ci attenderà una gara tosta, la prepariamo allo stesso modo con cui abbiamo previsto le altre. Quella pugliese è una realtà calda. Siamo forti, ma se dobbiamo provare a vincere il campionato dovremo lottare per i tre punti».

Ad Avellino lei era titolare, a Catania lotta per il posto.

«Quando ho cominciato la trattativa col direttore Pastore sapevo che arrivando qui non sarei stato titolare per forza. Ho accettato la nuova dimensione, mi piace mettermi in discussione lavorando con compagni di squadra davvero bravi. Poi contro l'Altamura, ancora una volta, la partita è cambiata anche con l'ingresso di chi stava inizialmente fuori».

L'esempio è Pieraccini.

«Gran ragazzo dentro e fuori il campo. Contro l'Altamura è stato bravissimo. A Cerignola aveva giocato una gara brutta come noi tutti. Poi è tornato a dare le garanzie che l'ambiente si attende da un giovani di prospettiva come lui».

D'Ausilio, lei ha scelto di vivere al centro di Catania.

«Ho portato la famiglia, mi sento come a casa. Vivo la città nella sua quotidianità e mi piace».

Nello spogliatoio lei, D'Ausilio, è il motivatore. Lunetta l'ha ribattezzata "il poeta". Racconti che cosa combina.

«Trascrivo e porto delle frasi, le condivido con la squadra. Sono incitamenti e, quando serve ironizzare, non mi tiro indietro. Dipende dai momenti».

C'è una persona nel mondo del pallone che deve ringraziare?

«Non solo per il ruolo, ma per il rapporto umano: cito il mio procuratore Bruno Cirillo».

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