serie b
Palermo involuto e a -9 dalla vetta. Inzaghi pensieroso: «Non sono ancora riuscito a far capire alla squadra certe cose»
Nella squadra ci sono dinamiche interne allo spogliatoio che devono trovare ancora i giusti equilibri. Le ultime mosse del tecnico e le sue parole lo dimostrano
E adesso? È la domanda che la piazza rosanero ha iniziato a porsi già da qualche giorno, la stessa che probabilmente ha posto Filippo Inzaghi ai suoi giocatori. Perché se questo è il Palermo, se questa è la squadra che vorrebbe (e dopo tre anni dovrebbe) competere per la promozione diretta in Serie A, allora anche stavolta si è già arrivati a quel momento della stagione in cui è possibile, o necessario, fare i conti con le scelte che hanno portato a sbattere ancora contro il muro.
Tra le favorite se non la strafavorita ai nastri di partenza, dopo tredici giornate il Palermo ha già un distacco di nove punti dal primo posto in classifica: impronosticabile a fine agosto, quando la nuova stagione nasceva immersa nell'entusiasmo sconfinato che la città respirava. Prima l'annuncio di Inzaghi, salutato da centinaia di tifosi al suo arrivo al "Barbera": scene inedite nella storia recente rosanero; poi le mosse studiate, quasi chirurgiche, che il diesse Carlo Osti ha deciso nel corso di un calciomercato in cui era vietato sbagliare; fino al grande evento che ha visto i marziani del Manchester City calcare il prato dell'ex Favorita in una serata indimenticabile e forse irripetibile; infine l'inizio sprint, prima in Coppa, poi in campionato.
Sembrava, insomma, che fosse arrivato finalmente l'anno giusto. Per questo stona più del dovuto l'involuzione estrema e così rapida che la squadra rosanero ha subito nell'ultimo mese: un black out che pareva passeggero e invece ha visto la squadra di Inzaghi non riuscire più ad accendere la luce. Un downgrade che preoccupa e irrita sia la piazza, tanto che a Chiavari sono arrivati i primi sonori fischi, che lo stesso tecnico, nel post gara di sabato apparso sottotono, quasi demotivato più che gonfio di rabbia dopo l'ennesimo risultato deludente.
E preoccupa per il rendimento, certo, che vede il Palermo raccogliere appena 4 punti nelle ultime cinque partite, ma soprattutto per l'atteggiamento dal quale deriva, evidentemente, il magro bottino delle ultime settimane. «Non sono ancora riuscito a far capire a questa squadra che in certe partite, se non giochi con la bava alla bocca, si perde».
Le parole pronunciate da Inzaghi dopo il ko di Castellammare di Stabia risuonano a distanza di quindici giorni e regalano un senso diverso e ben delineato anche ad alcune scelte coraggiose che il tecnico rosanero ha preso contro l'Entella: su tutte la fascia di capitano a Bani, giocatore di grande esperienza ma arrivato a Palermo appena tre mesi fa, e l'esclusione di una parte della vecchia guardia: da Jacopo Segre, subentrato a Vasic a venti minuti dalla fine, a Matteo Brunori, che contro i liguri Inzaghi non manderà mai in campo pur avendo a disposizione una sostituzione che di fatto non utilizzerà. Sembra dunque che oltre agli evidenti problemi tattici, ad una forma atletica che appare tutt'altro che brillante, ad una inspiegabile carenza di motivazioni, nel Palermo ci siano dinamiche interne che vogliono e devono trovare ancora i giusti equilibri. Il calciomercato di gennaio potrà aiutare, ma è ancora lontano: le soluzioni vanno trovate in fretta. Prima che sia, ancora una volta, troppo tardi.