11 dicembre 2025 - Aggiornato alle 10 dicembre 2025 23:52
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il progetto

L’autodromo rinasce grazie a un misterioso investitore

Il Libero Consorzio di Siracusa conferma il versamento della caparra. Il piano prevede un Motor Sport Resort capace di attirare turismo internazionale

Massimo Leotta

10 Dicembre 2025, 20:11

20:13

Addio abbandono: l’autodromo rinasce grazie a un misterioso investitore

L’Autodromo di Siracusa sembra davvero avere una nuova chance. Dopo anni di aste andate a vuoto, promesse mancate e un degrado che ha inghiottito decenni di storia, il Libero Consorzio ha finalmente accolto un’offerta concreta per la vendita dell’impianto. Una svolta che rompe un immobilismo che sembrava eterno.

La conferma arriva dalla risposta a un’interrogazione del consigliere provinciale Cosimo Burti, che da mesi chiedeva chiarezza sul futuro della pista. Questa volta, i segnali sono concreti: l’acquirente ha già versato una caparra di circa 150 mila euro e si è impegnato a chiudere l’acquisto entro febbraio 2026, per 3 milioni di euro.

Un acquirente straniero, identità riservata

Sul nome del nuovo proprietario, per ora, massima riservatezza. L’Ente non ha reso pubblica l’identità del gruppo per non compromettere la trattativa. Le indiscrezioni portano comunque verso un soggetto estero, deciso a trasformare l’area in un progetto moderno, ambizioso e a forte vocazione turistica.

Un Motor Sport Resort al posto della pista abbandonata

Il progetto immaginato supera di gran lunga il semplice recupero dell’autodromo: l’idea è quella di un vero Motor Sport Resort, un polo che unisce circuito, strutture ricettive, ristoranti, spazi museali e servizi per appassionati e turisti. Un modello già affermato all’estero, capace di attirare un pubblico internazionale e generare attività tutto l’anno.

Dalla Formula Uno all’abbandono

Un progetto che riaccende i riflettori su una pista che, tra il 1951 e il 1967, ha ospitato sedici Gran Premi di Formula Uno non validi per il Mondiale, competizioni di Formula 2 e gare divenute leggendarie. Nel 1969 l’inagibilità chiuse tutto, inaugurando mezzo secolo di silenzi, fallimenti e fondi arrivati — come quelli del 2013 — ma mai tradotti in un vero rilancio.

Stavolta è diverso?

Cautela, sì, ma anche speranza. L’interesse di gruppi stranieri non è una novità — l’ultimo tentativo, australiano, sfumò senza lasciare tracce — ma questa volta l’iter appare più solido: il piano industriale è stato esaminato dal prefetto e la caparra è stata effettivamente versata.

Se l’atto verrà firmato nei tempi previsti, entro febbraio la pista potrebbe passare ufficialmente di mano. E, dopo oltre cinquant’anni di stop, Siracusa potrebbe vedere rinascere il suo autodromo in una veste totalmente nuova, internazionale e forse finalmente stabile.

Per una città che aspetta da così tanto, sarebbe davvero l’inizio di un nuovo capitolo.