Serie C
Catania, un anno da “cannibale”: così Toscano ha conquistato i tifosi
Il metodo, il modulo base, la gestione del lavoro, le frasi topiche: funziona tutto. Il tecnico: «Guido un gruppo di persone intelligenti, il prossimo obiettivo è il Foggia e non penso ad altro»
“Lunetta riposati che sei cotto”. E giù risate. Alla fine di un anno non semplice si può anche scherzare con i calciatori. Poi se a ironizzare è un allenatore con la fama di sergente di ferro...
Quando vince Domenico Toscano diventa Mimmo per gli amici, ovvero per quei 18-19mila che assiepano tutti i settori del Massimino e per chi segue da lontano il Catania. Subentra un modo confidenziale nel dialogo a distanza con la gente che serve tanto per stemperare gli animi e andare avanti.
C’è un Toscano “Cannibale” che vuole vincere sempre e tutto al di là dei successi raccolti in passato altrove. C’è un Toscano meno formale e godibile che da allenatore e da amico, pure, dei calciatori, alla fine della stagione ha inviato messaggi goliardici alla squadra: “Lunetta riposati che sei cotto” è la frase diventata virale non solo tra i giocatori rossazzurri che, a turno, hanno partecipato al dibattito su Instagram dopo il 2-0 all’Atalanta.
Toscano ha giustamente distinto: «Ogni tanto una battuta ci sta, specie dopo un percorso così duro e importante».
In conferenza stampa, l’ultima, l’allenatore calabrese ha anche tracciato il bilancio del girone d’andata uscendo allo scoperto. «A chi non piace vincere? Il 2025 è stato importante perchè ha segnato una crescita evidente del gruppo». E parlo non solo di prestazioni sul campo, ma di lavoro in generale, lavoro quotidiano.
Fare allenare bene la squadra, ottenere dai ragazzi la fiducia incondizionata anche quando si tratta di cambiare ruolo, di andare in panchina, di vivere anche per settimane senza giocare. Ecco, Toscano ha ottenuto, con l’aiuto del club, tutto questo. «Fare bene è il fine comune a tutti i ragazzi» – ha sempre detto – «Quando poi il pubblico apprezza e si identifica in quello che riusciamo a ottenere in campo sono felice» perchè adesso tutti vogliamo raggiungere, insieme, un determinato risultato lottando per la maglia del Catania.
Il girone d’andata come si riassume? Le gare in casa sono state un successone, eccezion fatta per il pari con il Sorrento (con Dini che ha parato anche un rigore) ma fuori casa i rossazzurri hanno forse raccolto meno di quello che hanno creato: «Bisogna vedere in che modo sono maturati i risultati» ha più volte specificato Toscano. Cosenza è stata la tappa meno brillante. Anzi tutt’altro che brillante. Poi il pari di Cerignola, con la squadra che ha subito e ha resistito. Episodi che hanno prima generato le ovvie e comprensibili polemiche sulle scelte, sul rendimento, sul modulo (il 3-4-2-1 che resta la base sulla quale il tecnico lavora) e subito dopo hanno fatto crescere il Catania fino a permettere alla squadra di esprimersi da capolista nonostante imprevisti come gli infortuni di Aloi e di Cicerelli, come i rigori non concessi e i gol annullati.
Catania primo in classifica? Toscano si gode il momento e stacca la spina, ma fino a un certo punto: «Alleno un gruppo troppo intelligente e responsabile per cadere nella trappola delle festività» ha detto salutando Catania per tornare a casa qualche giorno.
Riposo, complimenti a tutti («Il lavoro è di gruppo: da ds al vice presidente passando per dg e per il presidente Pelligra») e poi un accenno al girone di ritorno: «Mi fermo alla partita di Foggia – se dobbiamo focalizzare un obiettivo allora dico Foggia. Il resto conta relativamente. Sarà un percorso davvero lungo e difficile. Ci sarà da soffrire fino all’ultimo istante a prescindere dagli avversari e della relativa posizione in classifica. Noi dobbiamo solo farci trovare pronti». In questo resoconto il termine “Serie B” è stato omesso. Ma è anche utile sottolineare che a quella lettera dell’alfabeto pensa tutta la città.