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la protesta

Lazio, la lettera che scuote la Serie A: “Troppi errori, VAR disomogeneo. Ora un tavolo con Lega e FIGC”

Il club biancoceleste chiede un confronto istituzionale dopo il pari di Udine e l’episodio del gol di Davis: richieste formali, riferimenti al regolamento e un tema che tocca la credibilità del campionato

Redazione La Sicilia

28 Dicembre 2025, 17:46

Lazio, la lettera che scuote la Serie A: “Troppi errori, VAR disomogeneo. Ora un tavolo con Lega e FIGC”

La notte di Udine finisce con un’immagine che dice tutto: il pallone che rotola lentamente in rete al minuto di recupero, mentre Keinan Davis si gira verso la curva e i giocatori della Lazio allargano le braccia, increduli. Pochi istanti prima, la sfera era rimbalzata sul braccio dell’attaccante bianconero. Il VAR controlla a lungo, poi la decisione: gol convalidato, è 1-1. Appena il triplice fischio di Andrea Colombo, il campo delle proteste diventa quello delle carte: a Roma, il club biancoceleste prepara una missiva ufficiale diretta alla Lega Serie A. Il giorno dopo, la lettera è sul tavolo del presidente Ezio Maria Simonelli: “formale richiesta di intervento immediato”, elenca gli episodi controversi, chiede un tavolo urgente con FIGC e referenti arbitrali, e un “riscontro formale” sugli episodi più rilevanti della stagione. Una mossa che punta a spostare il dibattito dalla pancia alla norma, e dalla polemica al metodo.

Cosa è successo al Bluenergy Stadium

Partita: Udinese-Lazio del 27 dicembre 2025, al Bluenergy Stadium di Udine. Arbitra Andrea Colombo; al VAR Gariglio, AVAR Chiffi. La Lazio va avanti con Matías Vecino all’80’; in pieno recupero, al 95’, Davis firma il pari. Nel build-up al gol, il pallone tocca il braccio dell’inglese dopo un tiro di Nicolò Zaniolo; check lungo, rete convalidata. Risultato finale: 1-1.

La dinamica è cruciale: secondo ricostruzioni televisive e moviole, tra il tocco di braccio e la conclusione passano circa otto-nove secondi; nessun altro tocca il pallone, che resta nella disponibilità di Davis, il quale si accentra e calcia a giro. È proprio sull’interpretazione dell’“immediatezza” che si innesta la miccia regolamentare.

La posizione della Lazio: rispetto per gli arbitri, ma serve uniformità

Nella lettera, la S.S. Lazio ribadisce “rispetto per il ruolo arbitrale” e per la fase di rinnovamento generazionale della classe arbitrale, ma denuncia “il ripetersi di errori” e “disomogeneità del VAR” che avrebbero prodotto un “pregiudizio sportivo evidente” ai danni del club, con “rilevanti danni economici”. Non si contesta “il singolo errore, fisiologico”, bensì una “sequenza di episodi” che – secondo il club – non può essere archiviata come casualità. Da qui la richiesta di iniziative “immediate, concrete e verificabili”.

Il comunicato diffuso a caldo, poco dopo il fischio finale, aveva già fissato i paletti: “chiediamo rispetto, uniformità di giudizio e maggiore attenzione”. A corredo, la società ha scelto il silenzio stampa: nessun tesserato ha parlato, compreso Maurizio Sarri.

Le richieste formali del club biancoceleste

Nella lettera indirizzata alla Lega Serie A e, per competenza, coinvolgente FIGC e referenti arbitrali, la Lazio elenca cinque richieste chiave: tavolo istituzionale urgente tra Lega, FIGC e vertici arbitrali per un confronto operativo sui criteri applicativi e sulle criticità emerse; riscontro formale scritto sugli episodi più rilevanti che hanno coinvolto la Lazio in stagione: non “commenti”, ma una ricostruzione dei criteri adottati e delle valutazioni tecniche; uniformità d’indirizzo immediata tramite linee guida vincolanti su casistiche determinanti (rigori, falli di mano, fuorigioco, condotta violenta, gravi falli), con soglie di intervento VAR non ambigue, misure di trasparenza compatibili con le norme vigenti, per colmare il “vuoto informativo” che alimenta tensioni: quando una decisione incide sul risultato, serve una spiegazione istituzionale chiara e tempestiva; assunzione di responsabilità e controllo di qualità: gli errori reiterati e macroscopici devono avere conseguenze tecniche nei percorsi di valutazione, formazione e designazione.

In caso di risposte insufficienti, la società si riserva la tutela “in ogni sede istituzionale”. Non è un dettaglio: la Lazio ricorda di essere una “società quotata”, soggetta a obblighi di trasparenza verso il mercato e gli azionisti.

Mano, VAR e “immediatezza”: cosa dice la Regola 12

Il nodo giuridico è la Regola 12 (Falli e scorrettezze, capitolo “fallo di mano”). Dopo gli aggiornamenti introdotti dall’IFAB negli ultimi anni, l’orientamento è chiaro: l’“accidentale” di mano in attacco è punibile “se avviene immediatamente prima di un gol o di una chiara occasione da rete”. Se, invece, dopo un tocco accidentale la palla “viaggia per una certa distanza e/o ci sono diversi passaggi oppure un notevole intervallo di tempo”, non c’è automaticamente infrazione. Il punto controverso è proprio l’elasticità dell’avverbio: quanto è “immediatamente”? Non esiste – nelle carte – una metrica di secondi fissata.

Nel caso specifico, le moviole hanno sottolineato come trascorrano 8-9 secondi tra il tocco di braccio di Davis e la rete, con una conduzione personale dell’azione. Da qui la tesi – sostenuta da più ricostruzioni – che l’episodio ricada nella “zona grigia” dell’immediatezza, lasciando margine d’interpretazione a campo e VAR.

Le reazioni: moviole, prassi e il parere dei vertici arbitrali

Nel dopogara si sono susseguite moviole e approfondimenti. Alcune ricostruzioni hanno evidenziato anche un presunto tocco di braccio precedente del friulano Matteo Palma a inizio transizione (non punibile e lontano dall’azione decisiva), e il lungo check sul braccio di Davis prima del tiro vincente. Il count-down dei secondi è diventato la leva dell’interpretazione.

La sensazione – suffragata da diverse analisi – è che la convalida a Udine si leghi proprio al concetto di “immediatezza” ritenuta non sussistente, considerato il tempo intercorso e l’azione autonoma del marcatore. Ricostruzioni giornalistiche vicine all’AIA hanno riferito di una lettura tecnica favorevole alla regolarità della rete, pur riconoscendo la necessità di chiarimenti più stringenti per ridurre i margini di discrezionalità.

Sullo sfondo, il progetto Open VAR – nato da DAZN, FIGC, AIA e Lega Serie A – che da due stagioni porta in tv audio e spiegazioni dei casi più discussi, proprio con l’intento di rendere comprensibili le decisioni e uniformare la cultura regolamentare. È un tassello che la Lazio, nella sua lettera, richiama indirettamente quando invoca “spiegazioni istituzionali chiare e tempestive” per gli episodi che incidono sui risultati.

Perché la Lazio alza l’asticella ora

Il club guidato da Claudio Lotito inserisce il caso di Udine in una sequenza di episodi ritenuti sfavorevoli nelle ultime settimane. Il comunicato diffuso subito dopo la gara parla di “errori ripetuti” che starebbero “incidendo in modo evidente sul lavoro della squadra e sull’equità della competizione”, oltre a generare “danni economici” e a ledere “passione, impegno e sacrifici” della tifoseria. La scelta di alzare il livello – passando dal comunicato alla lettera formale – racconta anche l’esigenza di proteggere un emittente quotato: quando il risultato sportivo influenza direttamente ricavi, ranking e valore di mercato, la zona grigia regolamentare diventa anche una questione di governance.

Il ruolo delle istituzioni

La palla, ora, passa alla Lega Serie A di Ezio Maria Simonelli – eletto presidente con 14 voti il 20 dicembre 2024 – chiamata a valutare l’istanza e a coordinarsi con la FIGC e con l’AIA. In parallelo, la governance della Lega – con Luigi De Siervo confermato Amministratore Delegato nel gennaio 2025 – ha recentemente rilanciato il valore della trasparenza sui casi da moviola, anche attraverso lo strumento Open VAR. L’ipotesi di un tavolo tecnico richiesto dalla Lazio troverebbe dunque terreno per un confronto che metta in fila criteri, “soglie di intervento” e best practice.

Per il sistema arbitrale, un passaggio chiave potrebbe essere proprio la definizione – anche solo operativa e non numerica – dell’“immediatezza” nelle situazioni di mano in attacco: una linea guida condivisa tra Can A, VAR e club che riduca lo spazio alle valutazioni divergenti. La strada non è semplice: cristallizzare un parametro fisso (es. x secondi) rischia di non cogliere la varietà delle dinamiche. Ma chiarire indicatori oggettivi (cambio di possesso, numero di tocchi, conduzione prolungata, distanza percorsa) potrebbe aiutare la uniformità. È, in sostanza, ciò che chiede la Lazio.