Calcio, Serie B
Palermo, ecco perchè tutta la città sogna di tornare subito in Serie A
Battuto il Padova, Inzaghi continua la corsa verso i due posti utili per il salto di categoria. Quali sono i punti forti
I rosanero esultano dopo il successo sul Padova (foto Alessandra Lo Monaco)
Quarto posto, 33 punti conquistati, miglior difesa con 13 gol subiti (media di 0,7 per match), terzo miglior attacco con 28 gol fatti (meglio soltanto Frosinone e Venezia): la vittoria di sabato contro il Padova, nell'ultimo appuntamento del 2025, consente al Palermo di prendere una boccata d'ossigeno fondamentale, necessaria per continuare a respirare l'aria fresca delle ambizioni.
I numeri prodotti in diciotto giornate parlano chiaro: la squadra di Pippo Inzaghi non è una corazzata, non certo l'ammazza campionato che in molti pronosticavano ai nastri di partenza di questa stagione, ma in quel lungo percorso ad ostacoli chiamato Serie B i rosanero hanno fin qui legittimato il proprio ruolo di protagonista nella lotta al vertice.
I tre punti conquistati contro i biancoscudati ne sono in qualche modo emblema ed esempio pratico: per emergere nel corso di un campionato così imprevedibile e spesso equilibrato è vitale saper vincere anche queste partite sporche, che non sono poche. Quelle gare appese al filo dell'episodio, indirizzate dalla capacità di capitalizzare l'unica occasione che l'avversario concede nei novanta minuti, riuscendo poi a soffrire senza capitolare. Come contro la Sampdoria, due settimane fa, così contro i veneti due giorni fa al Barbera: il Palermo non si è snaturato, ha cercato l'approccio aggressivo, fisico e verticale che il suo allenatore professa, e quando ha trovato il muro di un Padova ben messo in campo, non si è disunito ma piuttosto ha insistito fino alla rete del vantaggio.
E qui, per raccontare il buon girone d'andata dei rosa, va aperto un altro capitolo. Perché l'idea tattica, l'atteggiamento e lo spirito di squadra sono certo elementi imprescindibili di un cammino vincente, ma è la qualità degli interpreti che nel calcio, alla fine, fa sempre la differenza. Il gol-vittoria di sabato ne è l'ennesima dimostrazione: l'azione che porta al 1-0 è una tela dipinta dai due giocatori che più di tutti nell'ultimo mese stanno trascinando. Antonio Palumbo, che si abbassa fino alla propria trequarti, conquista palla e la porta per cinquanta metri per poi pennellare col mancino al centro dell'area, e Joel Pohjanpalo, che lasciato colpevolmente libero da ogni marcatura deve soltanto coordinarsi e calciare al volo dal limite dell'area piccola. Quello siglato contro il Padova è stato il suo dodicesimo sigillo in campionato, l'ottavo nelle ultime sei partite: tra realizzazioni ed assist, il finlandese ha partecipato direttamente a sedici dei ventotto gol fin qui messi a segno dal Palermo. Apporto diverso ma altrettanto decisivo quello del trequartista napoletano, che da un mese a questa parte è salito in cattedra: un gol e quattro assist, tutti decisivi per la striscia positiva dei rosanero.
Gli attaccanti e i rifinitori, certo, ma se Inzaghi è tornato a sorridere una buona parte del merito va data anche a chi difende i pali: ancora una volta sabato Jesse Joronen ha deciso di chiudere la porta alle sue spalle. Sul finire del primo e all'inizio della ripresa ha detto no a Fusi, libero al tiro da posizione ottimale, prima di esibirsi in una parata volante sulla punizione insidiosa di Bonaiuto. Per l'ennesima volta, insomma, ha dato ai suoi compagni quella sicurezza necessaria quando il risultato resta in bilico. Quello registrato contro il Padova è l'ottavo clean sheet in campionato, il quarto consecutivo in casa.
Il 2025 va così in archivio con un Palermo ritrovato e più consapevole dei propri mezzi e delle proprie qualità. Adesso qualche giorno di riposo. Aspettando pure il valzer del calciomercato.