Serie C
Andrea Dini, la saracinesca del Catania: un volo da dieci e lode
Il portiere ha stabilito un record di respiro europeo. Ecco le sue parole nell'intervista esclusiva rilasciata a La Sicilia
Il portiere rossazzurro Andrea Dini (Foto Filippo Galtieri)
I numeri da una parte, l’orgoglio dall’altra. Da qualsiasi angolazione la si osservi, la stagione di Andrea Dini ha chiuso una prima parte di gare con record e cifre di respiro europeo. Ma quando il portiere del Catania, collegato da Dubai per gli ultimi scampoli di vacanza, si mette a disposizione, l’intervista esclusiva diventa tutt’altro che celebrazione personale. Al contrario. E la frase che scuote arriva alla fine della chiacchierata: «Più che per uno 0-0, firmerei per un 5-4».
A costo di rovinarsi la media?
«Conta il risultato, i numeri poi restano fine a sé stessi se non accompagnati dall’obbiettivo comune».
Insomma, Dini: 10 gare in casa senza mai prendere gol, 9 vittorie e un pari, la sua rete inviolata in 14 delle 19 gare dell’andata…
«La rete non è “mia” ma di tutto il gruppo».
Il senso è sempre quello.
«I numeri parlano da soli, è una cosa bella che va riconosciuta alla squadra. Ci rende fieri. Sappiamo quale deve essere la strada per arrivare fino in fondo».
Il lavoro con il preparatore dei portieri è efficace.
«Il rapporto è ottimo, ci confrontiamo tanto, in campo e anche al di fuori del lavoro quotidiano».
La difesa ruota per necessità, ma chi entra in campo incide sempre.
«Più che altro è il rapporto coi ragazzi che conta. Non solo il reparto arretrato, è la squadra che parte dalle punte e arriva fino al portiere. Basta una parola, non per forza un intervento di gioco, per salvare un gol».
Il rapporto con Bethers, suo collega di ruolo è solidissimo.
«Klavs ha anche compiuto gli anni giorni fa, con lui ho un rapporto ottimo. Condividiamo la stessa camera durante i ritiri, abbiamo vissuto situazioni di lavoro molto uniti e questo per noi è un’opportunità di crescita. Un ragazzo di prospettiva, ha la mia stessa mentalità e ritrovo in lui un Dini di qualche anno fa».
Per riassumere la sua stagione e quella del Catania basti ricordare il rigore parato a Sorrento o l’efficacia della fase di non possesso vista a Cerignola?
«Sono tante situazioni vissute sul campo. Si comunica tra noi, siamo a posto giusto al momento giusto tatticamente. Se una diagonale di rientro viene effettuata con i tempi giusti questo è frutto di un insieme di cose costruiti da tutti in allenamento. Ma se stiamo a ricordare i gol sventati faremmo notte. Ci sono particolari che a occhio nudo non si percepiscono ma che hanno il proprio peso».
Parate a parte con quali sensazioni avete chiuso il girone d’andata e con quali avete ripreso gli allenamenti (ieri mattina, ndr) in sede?
«La vera sensazione è quella di esserci sempre come squadra. Quella di essere sulla strada giusta, c’è la voglia di respirare l’aria e di poter fare qualcosa di importante».
L’ultima istantanea dell’anno agonistico è il saluto con i tifosi sotto la pioggia dopo il successo non certo semplice sull’Atalanta Under 23.
«Spero che anche loro siano orgogliosi di questo momento e di quello che stiamo facendo, accompagnati dalla città. Se viviamo un momento così importante non è solo merito della squadra; è anche dei tifosi. Da soli faremmo tanta fatica, in trasferta si sente la mancanza di chi ci ha incitati pure lontano da casa».
Tra i tifosi d’eccezione avete avuto in tribuna il presidente Pelligra testimone dell’ultimo successo.
«Ogni volta che torna è sempre un piacere. Anche se da lontano non perde un minuto del nostro lavoro. Una volta di più ha visto e toccato con mano l’aria che si respira».
Dicevamo della difesa che cambia: Allegretto, Pieraccini, Ierardi, Celli, Di Gennaro. I nomi si alternano, i risultati sono di livello elevato.
«Chiunque metta piede in campo fa di tutto per raggiungere lo standard, la vittoria. Ma veramente ognuno di noi spende fino all’ ultima goccia di sudore per portare a casa la prestazione. La testa fa sempre la differenza».
La fase d’andata è terminata con il Catania e il Benevento in testa alla graduatoria. Al ritorno che percorso si aspetta Dini?
«La classifica, come ripete il nostro allenatore Toscano, dipende dal Foggia. Guardiamo al prossimo avversario e poi si vedrà. Pensiamo a noi e a portare a casa i tre punti sempre. Se vinci ogni gara alla fine vinci il campionato no? Io penso che dobbiamo rendere al meglio e offrirlo al pubblico».
Dini in ospedale per regalare un sorriso a chi sta male, Dini in piazza Dante con i tifosi.
«Iniziative del genere mi fanno toccare realmente la città in tutte le sue forme. Se noi calciatori facciamo gioire chi sta meno bene o chi ci sostiene diventa una soddisfazione. Ora spero che i tifosi possano tornare a seguirci fuori casa».
A Catania si è ambientato bene.
«Non c’è cosa più bella, dopo l’allenamento, tornare a casa e stare bene. La mia compagna si è trovata subito a meraviglia, il rapporto con la gente è molto genuino. Si respira aria da città che vive di calcio e che ha i colori tatuati sulla pelle».