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E’ morto Luciano Gaucci, il presidente del Catania degli eccessi e delle vittorie

Di Giovanni Finocchiaro |

CATANIA Il patron degli eccessi e delle vittorie. Catania ricorderà così Luciano Gaucci, personaggio istintivo, generoso – morto a 81 anni – che il 9 giugno 2003 riportò, col figlio Riccardo presidente, il calcio rossazzurro in Serie B dopo lo spareggio epico di Taranto. Un fotogramma lungo oltre 90 minuti entrato nella storia dello sport cittadino per il modo in cui quella squadra di lottatori e di uomini veri riuscì a imporre uno 0-0 dopo il successo casalingo nel match d’andata.

Luciano Gaucci è stato molto altro: presidente storico del Perugia che portò dalla C fino alla Serie A qualificandosi anche per le competizioni europee. Fu un personaggio molto controverso per le condanne subite per illecito (regalò un cavallo ad un arbitro e per questo fu condannato. Lucianone dichiarò all’epoca: «Se l’avessi comprato davvero, questo signore non ci avrebbe negato un rigore grande come una casa…» ), per aver tesserato il figlio di Gheddafi, per aver contemporaneamente gestito tre società: quella umbra, il Catania, la Sambenedettese.

Il fallimento del Perugia fu letale: accusato di bancarotta fraudolenta, si trasferì nella Repubblica Dominicana nal 2005 e proprio lì è morto dopo una malattia. I catanesi lo ricordano in massa sul web, citando la salvezza ottenuta dopo una battaglia senza fine con Carraro e i vertici federali che dovettero allargare il campionato cadetto a 24 squadre, oppure i repentini cambi di allenatori dopo sconfitte che non gradiva.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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