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Calcio Catania, la ricetta di mister Raffaele: «Orgoglio e lavoro per ripagare i tifosi»

Di Giovanni Finocchiaro |

TORRE DEL GRIFO – C’è un pizzico d’emozione, abilmente nascosta. Peppe Raffaele posa con la sciarpa del rossazzurra nel bel mezzo del campo principale, a Torre del Grifo. Il sorriso non è di circostanza, ma tremendamente sincero. Sì, c’è emozione per un siciliano verace chiamato a guidare sul campo il nuovo Catania.

Che cosa rappresenta, al primo impatto, la sua nuova realtà?

«Il Catania è un motivo d’orgoglio, è una piazza che ha ambizioni di tornare in alto, io ho la stessa voglia».

Comincia una nuova era per il club. Anche per lei.

«Occorreranno voglia e determinazione da trasferire sul campo. Serviranno forza e motivazioni per rispondere all’affetto dell’ambiente».

Con quali idee si presenta in casa Catania?

«Non mi sento di fare proclami, ma prometto di lavorare come faccio da anni. Mi piacerebbe che il Catania torni a esprimere calcio in una piazza storica che ha vissuto la A, ma che ha sofferto riemergendo dai momenti difficili».

 

I tifosi hanno accolto in maniera più che favorevole la scelta dell’allenatore.

«I dirigenti hanno compiuto un miracolo sportivo, adesso tocca a noi farlo diventare un progetto serio, con una squadra che possa dare l’anima. Una squadra in cui la tifoseria, tra le prime d’Italia, si possa rispecchiare».

Raffaele, lei è già marchiato.

«Spero in positivo».

Quando si parla del suo calcio, si pensa a schemi spregiudicati.

«Con il direttore Pellegrino ci siamo confrontati su argomenti calcistici a tutto tondo. A me piace un calcio dinamico, per quanto sia possibile anche frizzante e bello da vedere».

Che sia anche un calcio concreto.

«Ed è la prima regola. L’attaccante deve anche saper difendere. La squadra deve interpretare ogni fase della gara».

Qualche ora e sarà già in ritiro. Trova 23 giocatori tesserati.

«Il mercato partirà a settembre, per ora voglio vedere tutti coloro che sono legati al Catania. Tutti. Chi ha il sangue agli occhi per ripartire con vigore potrà restare. Lo scorso anno il Catania ha fatto bene, vedremo in che modo si partirà. Puntelli? Vedo una buona base e idee chiare».

Che cosa assicura ai tifosi?

«Ribadisco: lavoro e responsabilità. Anche divertimento, se e quando sarà possibile».

Per quello che offre oggi l’organico rossazzurro, la difesa sembra completa e compatta. Centrocampo e attacco sono da puntellare.

«Il primo compito è far rendere chi si allena. Sappiamo dove dobbiamo puntellare la squadra. Lo sa la società. Ma affrontiamo un mese di lavoro fatto bene e avremo delle risposte».

Che cosa chiederà ai calciatori?

«Lavoro ed entusiasmo, innanzitutto».

Il suo Catania giocherà con il 4-3-3 o col 3-4-3?

«Giocherà col cuore. I risultati dovranno arrivare in questo modo, innanzitutto».

Chiedevamo per capire se un fantasista come Curcio fa parte del suo modo di intendere il calcio.

«Se un giocatore come Curcio fa la differenza, gli si può cucire l’abito su misura».

Il suo Potenza, per due anni rivelazione della C, attaccava e correva sempre.

«E soffriva, anche. Bisognerà essere ordinati: rubare palla e giocarla».

Ha schierato anche il 3-5-2 con Franca e Murano vicini.

«Ho un’idea mia. Si può giocare anche con le due punte coprendo in ampiezza il campo. Vedremo».

Da siciliano ha provato emozione a entrare qui, al Village?

«L’emozione ci sarà tutti i giorni in cui allenerò il Catania. So dove mi trovo, ho determinazione e serenità, tenterò di mettere tutto me stesso per questo progetto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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