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Il Catania e il calcio di mister Raffaele: il segreto è sulle fasce

Di Giovanni Finocchiaro |

TORRE DEL GRIFO – Due settimane di lavoro, uno slalom tra tamponi, controlli, allenamenti individuali, quelli collettivi fino ad arrivare alla prima partitella in famiglia. Il Catania nuovo va avanti col vecchio gruppo e con un allenatore che per la prima volta tiene il timone del club. Non è un bilancio definitivo, quello di Peppe Raffaele, bensì un bollettino agonistico che giorno dopo giorno dovrà assicurare una crescita certificata.

Quali sono le premesse, Raffaele?

«Tutto fila liscio. La preparazione al Village? C’è stata subito un’ottima partecipazione del gruppo e non ci sono stati imprevisti di natura fisica».

Che cosa sta curando adesso?

«Concetti di tattica».

Il prossimo passo?

«Dobbiamo cercare di velocizzare il lavoro previsto e avvicinarci al campionato».

La società ha assicurato rinforzi in tutti i reparti.

«Sono discorsi già concordati».

Il risultato quale sarà?

«C’è il discorso della lista a 22, tra entrate e uscite. Ci sono situazioni da colmare c’è bisogno, anche a livello numerico, di qualità».

La difesa, a parte la cessione di Mbende…

«Non so nulla. Io devo allenare chi ho in squadra».

Certo. Dicevamo che, comunque, la difesa resta grosso modo quella della stagione passata che ha retto l’impatto col campionato.

«Calapai e Pinto sono tra i quinti migliori della categoria, bisogna accoppiarli con altri giocatori visto che ci attendono incontri infrasettimanali intensi. Bisogna avere continuità di rendimento».

Ha parlato di quinti. Giocherà col centrocampo a cinque?

«I numeri sono relativi. O giochi a 4 o ne schieri 5 in mezzo importa poco. Gli esterni laterali della difesa o del centrocampo devono assicurare una spinta continua. Ma chi ho in squadra adesso costituisce un’ottima base».

E i centrali?

«Silvestri è un giocatore universale. Può agire in una difesa a tre o può comporre il reparto centrale con un compagno accanto».

Servono rinforzi in ogni caso.

«Se giochiamo a tre bisogna prendere altri giocatori. Ma la società sa tutto ed è sempre vigile sul campo e sul mercato. Non spetta a me parlarne».

Eccoci al centrocampo. La situazione attuale combacia con le idee tattiche?

«In questo momento c’è più scelta, più quantità di giocatori. Si lavora anche meglio. Tuttavia anche in questo reparto ci sarà qualche innesto».

Attacco da rifondare, questo lo sanno tutti.

«La società, ripeto, conosce ogni particolare e a me sta bene tutto. Alleno chi ho a disposizione e tento di farlo rendere al meglio».

Biondi giocherà da mezzala o in avanti?

«Dipende dalla squadra che nascerà. Non ho moduli fissi. Posso giocare con due esterni e due attaccanti che si completano. Se trovo due punte da 25 gol in totale perché non sfruttarle? Insomma 3-4-3 o 3-5-2 vanno bene come concetto iniziale».

Pecorino si è presentato al primo test firmando una tripletta.

«Il giocatore se comprenderà determinate situazioni diventerà un ragazzo di grandi prospettive. Emanuele ha un futuro davanti, ma deve lavorare molto per diventare un giocatore inserito nel contesto di un club come il Catania».

Insomma viva i giovani purché diano l’anima.

«Lui come gli altri è sotto osservazione, deve lavorare tanto per diventare un centravanti su cui puntare».

Amichevoli, queste sconosciute.

«L’altro giorno abbiamo sostenuto un test in famiglia molto tirato. Credo che la storia delle amichevoli difficili da organizzare per le ragioni di sicurezza sia il problema di tutte le squadre. Ma il protocollo è questo per ora».

Prospettive?

«Tra dieci o quindici giorni forse potremo sostenere un paio di amichevoli con squadre di buon lignaggio».

Torre del Grifo resta un posto privilegiato per lavorare.

«Ci si allena alla grande, siamo privilegiati e questo deve essere un punto di vantaggio. Non ci culliamo, siamo in Serie C che è un campionato infernale».

Il livello del campionato di C meridionale sarà terribilmente equilibrato.

«L’obiettivo per ora è modellare il gruppo, affinare le idee di gioco, inserire e far crescere i ragazzi creando una squadra che abbia concetti tattici validi. Ecco, l’obiettivo è fare il massimo possibile, più in avanti vedremo il mercato che cosa ci regalerà».

Il Catania non parte in prima fila.

«Mi piace sfidare i verdetti iniziali e il ruolo di favorita per budget ce l’hanno altri club».

Il Bari per esempio.

«I pugliesi hanno tenuto tanti giocatori reduci da una stagione persa per un soffio. Noi partiamo da un sesto posto e non voglio dare un obiettivo fisso, ma un percorso di crescita. In ogni partita dovremo tentare di fare il massimo anche contro chi sulla carta è più forte di noi».

I tifosi non vedono l’ora che scendiate in campo.

«Dobbiamo coinvolgerli per l’entusiasmo che avvertiamo anche qui, a distanza. La loro passione ci lusinga, speriamo di entrare allo stadio e sentire il boato dei sostenitori. A Catania vorrei dare soddisfazioni e ricevere affetto in uno stadio libero da ogni vincolo».

Accanto a lei lavora Vincenzo Guerini. Che rapporto è nato?

«Sono felice di allenare con lui al fianco, ma anche con il direttore Pellegrino c’è un rapporto che mi fa stare bene. Sono soddisfatto perché il confronto è costruttivo sotto ogni aspetto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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