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Catania, si trattasotto tracciae tutti attendono chiarimenti

Catania, si tratta sotto traccia e tutti attendono chiarimenti

Dopo gli incontri con i potenziali acquirenti, due le cordate che sarebbero interessate

Di Andrea Lodato |

Il capitolo campionato è aperto. Domenica si comincia. Quello sulla cessione della società non è chiuso. Ovviamente. E nelle prossime settimane si dovrebbe cominciare a sapere qualcosa in più sulle due trattative che la cordata che fa riferimento alla fiduciaria svizzera e quella legata al gruppo imprenditoriale sudamericano, hanno avviato con lo studio legale Abramo, incaricato dalla proprietà del Catania di curare le trattative.  

A che punto è la situazione? Se lo chiedono e lo chiedono i tifosi, con grande insistenza, avendo avuto molti la sensazione che essendo andati avanti in tutte le operazioni legate alla stagione che sta per cominciare, dall’iscrizione al campionato alla campagna acquisti, la proprietà abbia rallentato l’iter. In effetti da un lato, come abbiamo più volte ripetuto, e come era totalmente scontato, il gruppo Pulvirenti che è ancora azionista unico del Catania, aveva l’obbligo, oltre che l’evidente interesse, di portare avanti la gestione della società e rispettare tutti gli obblighi per fare in modo che la squadra fosse iscritta al campionato e la stagione, in ogni caso, prendesse corpo e sostanza.  

Nel frattempo, però, il mandato allo studio legale Abramo è stato dato, e allo studio si sono presentati i rappresentanti delle due cordate. Che cosa è venuto fuori? Per quel che si sa, i primi approcci sono stati molto light, si è cercato da parte dei potenziali acquirenti di capire quale sia l’orientamento della proprietà, da parte dello studio legale, invece, sono state chieste le ovvie garanzie e le credenziali per potere avviare una trattativa vera e propria.  

Ecco, pare che si sia più o meno in attesa che ci siano nuove comunicazioni tra le parti e, a quel punto, nuovi incontri, per potere passare ad una fase concreta. Naturalmente se ci saranno le condizioni, cioè se le due parti riterranno che ci siano i presupposti per trattare e provare a chiudere. La piazza è inevitabilmente ancora traumatizzata e stordita, oltre che sconcertata, per quel che è accaduto, per la piega presa negli ultimi due anni dal Catania e per lo scandalo che ha travolto la società. Per questo c’è grande diffidenza, ci sono sospetti, perplessità. Pulvirenti vuol davvero vendere, ricorre la domanda. La risposta dell’ex presidente, data anche pubblicamente, è che è pronto a vendere e che le carte sono tutte depositate presso lo studio legale.  

C’è poco da girarci intorno, nel senso che quando e se ci saranno gli incontri successivi, tutti gli elementi trattati, le condizioni poste, le richieste e le offerte non potranno non essere rese pubbliche. E lì la città saprà quali sono le reali intenzioni di chi deve vendere e di chi vuole comprare. E se ci sono resistenze o se ci sono posizioni economiche millantate. Serve la massima chiarezza a 360°, oltre ogni rabbia, oltre ogni delusione, oltre ogni antagonismo. La città oggi non chiede, ma pretende, giustamente, posizioni che non abbiano o nascondano equivoci. Le garanzie le chiede la città, le credenziali servono anche a capire che futuro potrebbe garantire un passaggio di proprietà. E’ apparso chiaro a tutti che in fretta e furia non era possibile arrivare da nessuna parte, considerato che il Catania soltanto dopo il giudizio del Tribunale ha avuto la conferma che aveva conservato il posto tra i professionisti. Ora è più semplice, per quanto non facile ovviamente, procedere ad una serie di valutazioni sul valore della società, Torre del Grifo compreso. Al momento non è stata fatta nessuna richiesta e non è stata presentata nessuna offerta, insomma di quattrini nessuno ha parlato. Ma prima o poi si toccherà anche questo tasto e lì, appunto, tutto sarà più chiaro.  

C’è anche la terza pista, per la verità, quella della cordata costruita dal sindaco di Catania, Enzo Bianco e coordinata sin quando è stata ufficialmente in campo dall’assessore Giuseppe Girlando. Sulle intenzioni del gruppo è calato il silenzio, anche se lo stesso sindaco sino a qualche settimana fa ha confermato che, se ci saranno le condizioni, il discorso mai aperto, potrebbe essere avviato con l’attuale proprietà del Catania. Ci starebbe lavorando ancora l’assessore, ma in totale silenzio e nella massima riservatezza. E, soprattutto, per dare concretezza all’idea che l’amministrazione voleva costruire, servirebbero alcuni passaggi determinanti per potere coinvolgere un gruppo di imprenditori in un’operazione che punterebbe anche al coinvolgimento di soggetti imprenditoriali non locali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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