La sentenza del Tar del Lazio: «Clausole iCloud di Apple sono vessatorie»
Sono da considerarsi vessatorie alcune delle clausole contenute nel modello contrattuale reso disponibile da Apple ai propri clienti del servizio iCloud nella sezione Legal del proprio sito nella versione in lingua italiana. L’ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto da Apple Distribution International Ltd.
L’Autorità ritenne che tre delle clausole del contratto iCloud fossero idonee a creare uno squilibrio tra i diritti delle controparti contrattuali; le clausole oggetto del provvedimento riguardavano, in particolare, il diritto di Apple di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali del servizio iCloud, il servizio di back-up iCloud e le limitazioni di responsabilità e le esclusioni di garanzia contrattuali.
Il Tar, premettendo che «dalla lettura del testo si evince come correttamente l’Autorità abbia stigmatizzato l’assenza dell’indicazione nel contratto dei 'giustificati motivì che consentono al professionista di modificare unilateralmente il rapporto negoziale con il consumatore», ha rilevato come «la gratuità del servizio offerto non implica l’esclusione dell’applicazione della disciplina delle clausole vessatorie"; quanto al servizio a pagamento, poi, «se è vero che la clausola indica le ragioni giustificative delle eventuali modifiche da apportare prima del termine del periodo per cui è stato corrisposto il pagamento, deve rilevarsi che, in ogni caso, in relazione ad eventuali modifiche successive non sono menzionate le ipotesi in cui la modifica è consentita».