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Otto escursioni da fare nella stagione fredda in Sicilia orientale (consigliate da guide e associazioni)

Dall'Etna ai Nebrodi, passando per il Sud-Est e il lago Ancipa. Abbiamo chiesto a esperti e addetti ai lavori suggerimenti per dei cammini da fare in autunno e inverno

Salvo Catalano

16 Dicembre 2025, 11:06

Etna

Etna Nord (foto Wwf Sicilia Nord orientale)

Autunno o inverno. In Sicilia è sempre tempo di escursioni. Itinerari da intraprendere per i colori suggestivi, per i paesaggi mozzafiato, o per i sapori di stagione. Abbiamo chiesto a guide e associazioni ambientaliste di suggerirci alcuni percorsi da fare in Sicilia orientale nelle stagioni più fredde. Ecco i loro consigli. Con l'Etna a farla da padrona, ma spazio anche ai Nebrodi, alle zone del Sud-Est e ai boschi di Troina.

1 - ETNA, VERSANTE OVEST - ESCURSIONE AI MONTI DE FIORE
(consigliato da Fabio Bonaccorsi, guida ambientale escursionistica di Natour - Turismo Alternativo in Sicilia)

Il paesaggio di deserto vulcanico è integrato con un grande contrasto cromatico all’interno della grande pineta del “Bosco di Adrano”, in un contesto paesaggistico e panoramico di grande suggestione. Sono due crateri scaturiti nell’eruzione del 1974, nel versante occidentale dell’Etna, dedicati al geologo vissuto all’inizio del Novecento, Ottorino De Fiore. 

IL PERCORSO: Da Piano Fiera (1535 m.s.l.m.), il percorso inizia in un’agevole pista forestale, seguendo gli appositi cartelli che segnalano la direzione per la Pista Altamontana. All’inizio del pianoro si possono osservare specie floristiche come alberi di Pino nero laricio, Roverelle, arbusti come la Rosa canina e piante come l’Asfodelo giallo e l’Euforbia rigida. Continuando nello sterrato, si sussegue un fitto bosco a Pino Nero, Castagno e alcuni esemplari di Pioppo tremulo. Dopo circa 40 minuti di cammino, all’altezza dei crateri di Monti Nespole, a sinistra parte un sentiero che attraversa la pineta, segnalato da paletti di legno con i colori bianco/rosso del Cai e “omini di pietra”. Attraversando la pineta, si possono osservare piante come il Vischio, che cresce parassita nei rami del Pino nero e tappeti di Ginepro emisferico. Dopo circa 40 minuti il bosco si interrompe bruscamente di fronte al teatro eruttivo del 1974, dove si evidenziano le lave scaturite dai due conetti dei Monti De Fiore (1745 m.s.l.m.). Un sentiero segnalato da cumuli di pietre, vi porterà sulla sommità di uno dei crateri, dalla quale un panorama a 360 gradi vi farà spaziare dalla porzione di bosco del versante occidentale etneo, dove svettano numerosi crateri avventizi, alla Valle del Simeto, fino al magnifico profilo della parte sommitale dell’Etna. Il ritorno verso Piano Fiera prosegue lungo lo stesso sentiero dell’andata.

È un percorso con grado di difficoltà facile/medio, lunghezza andata e ritorno 6 km, durata andata e ritorno circa tre ore. 

COME RAGGIUNGERE IL PERCORSO: da Nicolosi si percorre la sp92 per la stazione turistica Etna Sud. Presso Monte San Leo, si svolta a destra in direzione Ragalna e poi, subito dopo, a destra per percorrere la Sp 120 verso Contrada Milia, fino a raggiungere Piano Fiera.

2 - LA RISERVA NATURALE CAVAGRANDE DEL CASSIBILE- C/DA CARUBBELLA (NOTO – SR)
(consigliato da Fabio Bonaccorsi, guida ambientale escursionistica di Natour - Turismo Alternativo in Sicilia)

cavagrande del cassibile

Cavagrande del Cassibile rappresenta uno dei più imponenti canyons calcarei dei Monti Iblei, prodotto da dinamiche tettoniche e dalla millenaria erosione del Fiume Cassibile, sempre perenne, le cui acque hanno scavato e modellato questa porzione dell’Altipiano Ibleo. Cavagrande del Cassibile conserva tesori archeologici di grandissimo valore, che testimoniano l’avvicendarsi di popolazioni dalla preistoria sino all’epoca bizantina e araba. Lungo il percorso s’incontreranno numerose pozze e piscine di acqua limpida, prodotte dalla continua azione erosiva del fiume, che caratterizzano un contesto paradisiaco.

Il variegato paesaggio è caratterizzato dalla parte superiore del canyon, dove prevale la “gariga” e la vegetazione a macchia mediterranea, rappresentate da essenze floristiche come l’Euforbia arbustiva, Il Timo, lo Spinaporci, il Salvione, La Scilla marittima, il Tagliamani e specie arbustive e arboree come il Pero selvatico e il Biancospino. Completamente diversa è la vegetazione che si rinviene all’interno del Canyon, dove prevalgono le specie rupestri come l’Erica multiflora, il Cappero, il Rosmarino e il Garofano delle rupi e le specie arboree lungo il letto del fiume, rappresentate da estesi boschi di Leccio e una florida vegetazione ripale con la presenza del Pioppo nero, il Salice e il raro Platano orientale.

IL PERCORSO: Il percorso ad anello inizia dal parcheggio adibito all’ingresso della Riserva. Un percorso ben segnato che raggiunge un casotto della Forestale, che funge anche da biglietteria della Riserva. Oltrepassato il casotto, si scende dal sentiero contrassegnato con la lettera B, tramite una larga pista sterrata, verso l’interno del Canyon. Un sentiero su gradoni di pietra vi farà raggiungere il letto del fiume, in un’area spaziosa contraddistinta dalla presenza dell'”Urvulu grande”, una gigantesca marmitta fluviale a forma ovale e profonda, dall’aspetto di una splendida piscina naturale. Il sentiero ben segnato prosegue lungo il fiume, attraverso grandi estensioni di boschi di Leccio, fino a raggiungere una stazione di Presa dell’acqua. Da qui una scalinata di gradoni vi farà risalire nella parte superiore del canyon, fino a ritornate al casotto della Forestale di partenza, per poi raggiungere nuovamente il parcheggio.

Il percorso ha un grado di difficoltà facile/medio. La lunghezza andata e ritorno è di circa 6 chilometri e la durata andata e ritorno di circa tre ore. 

COME RAGGIUNGERE IL PERCORSO: da Noto, percorrere la SS 287 in direzione di Palazzolo Acreide. Superato San Corrado di Fuori e la strada di accesso per Noto Antica, sulla destra si svolta per la SP4. Dopo qualche chilometro, sulla sinistra si potranno seguire le segnaletiche che vi porteranno al parcheggio dell’Entrata Cavagrande Carubbella.

3 TREKKING AL LAGO ANCIPA
(consigliato dalla guida ambientale Salvo Di Vincenzo, di Legambiente)

Un trekking ad anello immerso nella natura incontaminata attorno al Lago Ancipa, porta del Parco dei Nebrodi. Un’esperienza tra foreste, sentieri panoramici e una delle più suggestive riserve d’acqua dell’isola. Perfetto per chi cerca avventura e relax in un unico percorso. Ideale in autunno quando si colorano le foglie. 

Il percorso è lungo 12 chilometri, con un dislivello minimo di 100 metri. Il grado di difficoltà è facile e la durata circa sei ore, pause comprese. 

Abbigliamento e materiale consigliato: scarpe da trekking; abbigliamento autunnale "a cipolla"; k-way e cappellino; acqua e snack.

4 - ETNA, SENTIERO NATURA MONTE NERO DEGLI ZAPPINI
(consigliato da Carmelo Nicoloso, guida naturalistica professionista)

etna sentiero monte nero zappini

In territorio di Ragalna, è il primo tracciato realizzato dall’Ente Parco Etna nel 1987. È probabilmente tra i più conosciuti e frequentati, un itinerario con alto valore didattico. Un itinerario che racchiude in pochi chilometri diversi motivi d’interesse, con pregevoli aspetti paesaggistici e naturalistici.

IL PERCORSO: L’itinerario comincia dalla distesa di Piano Vetore. Colonizzata dalle piante pioniere, ai margini la presenza di alcuni filari di pioppi, il sentiero s’inerpica tra colate laviche sino ad un conetto vulcanico, qui si possono osservare le scorie saldate e lateralmente un canale di scorrimento lavico. Il sentiero si biforca su due direzioni, quella breve in direzione dell’ovile, l’altra in salita per ammirare un’area caratterizzata de vegetazione rada (vetusti pini e qualche faggio). Si prosegue attraversando il greto di un torrente stagionale, qui l’azione dell’acqua mostra come si è levigata la colata lavica, si raggiunge successivamente la pineta di Monte Denza, dove si osserva la differenza tra la zona a pascolo e quella tutelata, con la naturalizzazione del bosco. Attraverso una carrareccia si scende di quota, fiancheggiando il Giardino Botanico Nuova Gussonea. Raggiunta la pista altomontana (nel tratto asfaltato), si prosegue a sinistra per duecento metri, dove si incontra una deviazione per il vivaio forestale, da qui si raggiunge la provinciale Adrano-Monte San Leo.

Il tracciato principale prosegue sulla pista altomontana attraversando l’ultima parte della pineta. Il tratto finale dell’itinerario, su una zona piuttosto assolata, ritorna a Piano Vetore, attraversando il sito interessato dal tentativo di deviazione con esplosivo, durante l’eruzione del 1983.

L’accesso al punto di partenza del sentiero natura, contraddistinto da una grande stele in pietra lavica, posta in contrada Serra La Nave-Osservatorio Astrofisico, seguendo apposita segnaletica direzione Etna Sud.

Grado di difficoltà: facile. Tempo di percorrenza: 2 ore. Lunghezza compressiva: 4 ore e mezza andata e ritorno. Dislivello: 200 metri. 

5 - LA RISERVA DI VENDICARI
(consigliato da Salvo Quattrocchi, Wwf Sicilia Nord orientale)

Ad una latitudine più a sud di Tunisi, si trova la Riserva Naturale Orientata di “Oasi di Vendicari”. Istituita nel 1984 l’area protetta è una riserva strategica che tutela, tra l’altro, la sosta e la nidificazione dell’avifauna migratoria. I suoi pantani rappresentano l’ultima stazione di servizio per decine di specie di uccelli che affrontano la migrazione autunnale, il lungo viaggio che dai siti di nidificazione li riporterà nelle aree di svernamento. Anatre, aironi, limicoli, folaghe, fenicotteri popolano i tre pantani alla ricerca di cibo per acquisire le risorse necessarie che permetterà loro di attraversare, senza sosta, il Mediterraneo. La presenza dell’uomo all’interno della riserva si perde nella notte dei tempi ne sono testimonianza le innumerevoli strutture che si possono ancora vedere.

La Riserva di Vendicari ha cinque ingressi, partendo da nord: Eloro, Marianelli, Calamosche, Torre di Vendicari (ingresso principale) e San Lorenzo. Complessivamente la riserva è lunga 8 km, la parte più a nord (Eloro-Pantano Piccolo) è lunga circa 5 km solo andata; partendo dall'ingresso principale "Torre di Vendicari" e visitando i tre pantani i km sono 2 solo andata; il percorso che parte da S. Lorenzo (Cittadella-area bizantina) è di circa 2 km solo andata. 

6 - VENDICARI, IL SENTIERO CITTADELLA
(consigliato da Fabio Morreale, associazione Natura Sicula)


Oltre al famoso sentiero della Tonnara, la Riserva di Vendicari custodisce un percorso meno battuto ma capace di regalare emozioni intense: il sentiero Cittadella.

Dallo stesso ingresso principale, muovendosi verso sud dal sentiero retrodunale, ci si immerge in una parte della riserva che è un'esplosione di natura incontaminata. Il cammino si snoda lungo il bordo orientale del Pantano Roveto, il più vasto e selvaggio, offrendo la suggestiva e frequente opportunità di avvistare i fenicotteri nel loro habitat naturale.
Dopo circa due chilometri, superato un piccolo guado che aggiunge un tocco di avventura all'escursione, il sentiero sale leggermente verso un promontorio che domina il pantano. Qui, l'emozione si fa storica: si giunge all'area archeologica di Cittadella, i resti affascinanti di una città bizantina (V-VI sec. d.C.). Passeggiare tra i basamenti delle povere case e i sepolcri regala un senso di stupore e un profondo rispetto per la storia. Il punto focale è la chiesa superstite, la Trìgona, o Cuba, che colpisce per la sua robustezza e la sua cupola in cocciopesto, resistita ai secoli. Sottoterra, in asse con l'abside, si intuisce la presenza di antiche catacombe, avvolte dal mistero. La necropoli, con le sue diverse tipologie di sepolture, offre uno spaccato toccante della vita e della morte in epoca bizantina.

Ritornando sul sentiero principale, si prosegue per pochi minuti fino alle Case Cittadella, un grande edificio rurale che offre un momento di pausa. Da qui, l'esperienza culmina con un belvedere mozzafiato sulla balza rocciosa: la vista spazia dalle Montagne d’Avola al borgo di Marzamemi. È un'emozione pura, che cattura lo sguardo e il cuore, offrendo un contrasto potente tra la bellezza naturale della riserva e i segni evidenti dell'urbanizzazione esterna, un'ultima riflessione sul delicato equilibrio tra uomo e ambiente.

Il percorso si conclude alla IX strada S. Lorenzo, lasciando un segno indelebile nell'animo di chi ha avuto il privilegio di percorrerlo.

7 - ETNA, SENTIERO DELLA CUBANIA
(consigliato da Salvo Quattrocchi, Wwf Sicilia nord orientale)

Etna

Il sentiero parte sotto il rifugio Citelli, da una sbarra ben visibile. Dopo circa 5 chilometri di fondo ben battuto, si raggiungono le Case Pietracannone, Rifugio Paternò Castello, di proprietà del Demanio Forestale, utili per inserirsi lungo il sentiero 724 che fa parte del Sentiero Italia. Il percorso attraversa inizialmente, un piccolo lembo delle lave del 1928 e successivamente le lave del 1971 attraverso i confini tra i Comuni di Sant’Alfio e Milo.

È un percorso breve, della durata di circa 40 minuti, in leggera discesa. Caratteristico per il foliage autunnale, con un continuo susseguirsi di specie di alberi che variano via via che si scende di quota; si parte con le betulle sostituite da faggi, pini larici, pioppi tremuli, roverelle, aceri ed infine castagni e ginestre dell’Etna. Un sentiero assolutamente da fare in autunno.

8 - PALAZZOLO ACREIDE, LE CONCERIE RITROVATE
(consigliato da Fabio Morreale, associazione Natura Sicula)


Immerso nel cuore pulsante della Sicilia barocca, a Palazzolo Acreide – un borgo che respira storia e bellezza, orgogliosamente iscritto al patrimonio UNESCO – si svela un angolo segreto, capace di rapire l'anima e il cuore: le antiche concerie di contrada Fontanasecca.

Più che semplici ruderi, sono un'esperienza emozionale: un complesso di ambienti rupestri, scolpiti dalla mano dell'uomo nella roccia viva, che sussurrano storie di un tempo che fu. Vasche circolari, quadrate, rettangolari, talvolta connesse in un dialogo silenzioso, raccontano di un'antica "industria della concia". Qui, in periferia, lontano dagli sguardi, le pelli prendevano vita, trasformandosi in oggetti essenziali: selle, suole, otri.

L'emozione si intensifica grazie alla presenza costante dell'acqua: una sorgente copiosa genera un ruscello che ancora oggi scorre accanto alle concerie. È un filo di vita che crea un habitat naturale di grande suggestione, un'oasi verde popolata da alberi maestosi – pioppi, noci, frassini, platani – che offrono ombra e frescura, in un abbraccio tra pietra e vegetazione che incanta i sensi.

Per decenni, questo tesoro è rimasto nascosto, dimenticato persino dai locali che lo chiamavano genericamente «grotte», avendone perso la percezione del suo valore storico. Poi nel 2021, la passione dei volontari di Natura Sicula ha compiuto un piccolo miracolo: hanno strappato dall'oblio una decina di ambienti, bonificando l'area e rendendo il breve e facile sentiero nuovamente percorribile. Ora questi luoghi sono accessibili, curati con amore dai volontari. L'acqua continua a scorrere in alcune vasche grazie a un ingegnoso sistema di canalizzazione, preservando l'atmosfera autentica del sito. Insieme alla rigogliosa foresta ripariale, le concerie si offrono come un sorprendente viaggio antropologico e naturalistico. Sulla roccia, i segni preistorici, greci e romani aggiungono strati di mistero, mentre la storia ci racconta di un'attività pulsante attiva dal Tardo Medioevo e sino alla fine dell'Ottocento. Un'esperienza unica e toccante.