MILANO
Mondanità (ma non troppa) alla prima della Scala: molti look firmati Armani, in omaggio allo stilista scomparso il 4 settembre
La serata che ha inaugurato la stagione 2025 ha consegnato una serata di sobria, indiscutibile raffinatezza
Forse nel segno di Katherina, pluriomicida per amore, magnetica nel suo ruvido tailleur beige d’ascendenza sovietica, la Prima della Scala che ha inaugurato la stagione 2025 ha consegnato una serata di sobria, indiscutibile raffinatezza.
Dominavano il nero e le tonalità scure, con molti look firmati Armani, in omaggio allo stilista scomparso il 4 settembre. Barbara Berlusconi, membro del cda del Piermarini, è arrivata con il compagno Lorenzo Guerrieri indossando un Privé già visto in altre occasioni: motivi astratti, cromie tenui, interamente ricamato.
Pierfrancesco Favino ha scelto uno smoking con revers lucidi e soprabito blu notte, al fianco di Anna Ferzetti in un abito sottoveste tempestato di perline e micro paillettes. «Sono molto, molto incuriosito dall’opera e felicissimo di essere qui - ha detto l’attore nel foyer - Non posso dire di essere un melomane ma piano piano potrei pure diventare un esperto».
Tra i primi ad arrivare anche gli artisti del Corpo di Ballo: dall’étoile Nicoletta Manni, giunta poco dopo le 17, a Virna Toppi in giacca e pantaloni di velluto nero, molti hanno optato per la maison milanese. Scelta condivisa anche dal sindaco Giuseppe Sala e da Chiara Bazoli, elegantissima in nero con corpino asimmetrico di paillettes e una spalla scoperta.
«Ha lasciato talmente una sua fortissima impronta per cui è sempre con noi ed è con noi stasera attraverso i suoi stupendi abiti», ha osservato Marco Capasa, mostrando l’etichetta “Giorgio Armani” cucita all’interno della giacca. Poi, un omaggio alla pluralità del made in Italy: «Mia moglie infatti è in Prada». Al di là delle firme, ha prevalso lo stile.
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli è arrivato con un tabarro sul smoking, accanto alla moglie Valeria Falcioni, in lungo nero con fasce bianche sui fianchi e ampia scollatura. Essenziale Liliana Segre: velluto nero e blu notte, doppio filo di perle, posto d’onore nel palco centrale, complice l’assenza di altre alte cariche istituzionali. Assenze che non hanno scalfito il successo della serata.
«Certo se viene Mattarella non possiamo che esserne felici - ha commentato l’imprenditrice Emma Marcegaglia - Ma questo è il tempio della musica e siamo qui per ascoltare quella».
Tra le presenze più applaudite, oltre ai protagonisti sul palcoscenico, i cantanti Mahmood e Achille Lauro. Per Mahmood, alla prima volta alla Scala, impressioni forti: «Un’opera davvero forte, sono sotto choc. C’è stata tanta violenza, tanta crudezza in molte scene, soprattutto quella dello stupro».
Achille Lauro, in Dolce & Gabbana e ieri tedoforo nel viaggio della Fiamma olimpica verso Milano Cortina, ha tracciato un parallelo: «Due esperienze diverse ma ugualmente interessanti - ha detto -. L’opera di stasera ha trattato tematiche molto attuali e credo che sia stato anche molto coraggioso portarla qui».