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«Venite a casa mia»: Al Bano apre le porte (e un lavoro) alla “famiglia nel bosco”

Il cantante tende una mano alla coppia anglo‑australiana al centro del caso che ha spaccato l’opinione pubblica. Tra la memoria della sua vita rurale e l’appello alle istituzioni: “Non si voltano le spalle a chi ha bisogno”

Redazione La Sicilia

08 Dicembre 2025, 11:40

«Venite a casa mia»: Al Bano apre le porte (e un lavoro) alla “famiglia nel bosco”

Entrare a Cellino San Marco in una mattina d’inverno significa sentire l’odore di mosto e di ulivo nell’aria umida. Cancelli aperti, una masseria tra i filari, il silenzio interrotto solo da qualche trattore. È qui che Al Bano Carrisi immagina di ricominciare una storia sospesa: quella dei tre bambini della “famiglia nel bosco”, allontanati dalla loro casa isolata nell’Abruzzo interno e collocati in una comunità educativa. «Se ci fosse ancora bisogno, li invito a venire in Puglia a vedere una casa che potrei mettere a loro disposizione. Se è di loro gradimento, possono restare quanto vogliono», ha detto il cantante, aggiungendo perfino la possibilità di un impiego per il padre. Un’offerta concreta, non un gesto simbolico.

Un caso che divide: chi sono i protagonisti e cosa è successo

La coppia è formata da Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, cittadini anglo‑australiani, che hanno scelto di vivere con i tre figli in un casolare immerso nel bosco nei pressi di Palmoli (Chieti), senza elettricità né acqua corrente, con istruzione parentale e un’idea di crescita in stretta connessione con la natura. Dopo mesi di dibattito pubblico e verifiche dei servizi sociali, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei minori: i bambini sono stati trasferiti in una struttura educativa, con la madre accolta in un alloggio collegato per garantire continuità affettiva. La decisione fa seguito a un percorso iniziato nell’ottobre 2024, quando l’intera famiglia finì in ospedale per una presunta intossicazione da funghi, episodio che rese evidenti le condizioni del casolare e l’isolamento sociale dei minori.

Secondo le ricostruzioni, la sospensione della responsabilità genitoriale è stata adottata in ragione della ritenuta inadeguatezza dell’alloggio e dell’assenza di una socialità minima garantita ai minori. La difesa della coppia ribadisce invece la liceità dell’educazione parentale e contesta la misura, preparando ricorso. Nel frattempo, i tutori nominati e i servizi territoriali stanno monitorando l’osservazione in comunità.

Che cosa offre Al Bano: tetto, radici e un lavoro

Nelle interviste rilasciate in questi giorni, Al Bano non si è limitato a dichiarazioni di principio. L’artista ha offerto una sistemazione in una delle case della sua tenuta di Cellino San Marco e ha aperto alla possibilità di impiego nelle attività agricole e ricettive che orbitano attorno alla masseria: un aiuto immediato che potrebbe rispondere a due esigenze poste dalle decisioni dei giudici — un ambiente abitativo idoneo e una maggiore integrazione sociale — senza stravolgere del tutto l’orientamento di vita della famiglia. «Quanto li capisco: negli anni ’70 anch’io scelsi il bosco, senza acqua, senza elettricità, niente telefono», ha ricordato.

A rendere credibile l’offerta non è solo la notorietà del cantante ma la storia concreta di un’azienda agricola che comprende uliveti, vigneti, ristorazione e strutture ricettive: un ecosistema rurale dove una famiglia potrebbe abitare e lavorare, trovando una mediazione tra stile di vita essenziale e standard minimi richiesti per la tutela dei minori.

“Ci sono passato anch’io”: il parallelo con la sua vita rurale

Il paragone di Carrisi non è un vezzo biografico. Subito dopo il matrimonio con Romina Power (26 luglio 1970), racconta, iniziò a costruire una casa immersa nel verde, lontano dal caos urbano, dove privilegiò acqua di pozzo e soluzioni spartane finché non fu possibile allacciarsi ai servizi. La sua idea, dice oggi, era proteggere i figli dall’inquinamento e dal disordine della grande città. Un racconto che spiega la sua empatia verso chi sceglie la campagna e che, allo stesso tempo, riconosce un punto cruciale: il diritto dei minori a istruzione, salute e socialità.

Le carte del tribunale: perché i bambini sono stati allontanati

Il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila è stato eseguito tra 20 e 22 novembre 2025, con l’accompagnamento dei minori in una comunità educativa a Vasto e l’alloggio della madre in un’unità collegata per un periodo di osservazione. Le motivazioni richiamano la non idoneità dell’abitazione — priva di servizi essenziali — e la carenza di relazioni con i coetanei. Nel corso dell’anno precedente, i servizi sociali avevano segnalato criticità sull’isolamento e sulla tenuta del percorso scolastico, nonostante l’educazione domiciliare sia in sé prevista dall’ordinamento italiano. Il Ministero della Giustizia ha chiesto gli atti al Tribunale per verificare procedure e accertamenti, a conferma dell’attenzione istituzionale su un caso finito al centro del dibattito politico.

Il dibattito politico e istituzionale: accuse e distinguo

La misura ha acceso lo scontro tra una parte del governo — che ha parlato di provvedimento “grave”, in qualche dichiarazione definito persino un “sequestro” — e la magistratura associata, che ha rivendicato decisioni fondate su “elementi oggettivi”. In mezzo, il lavoro dei servizi sociali e della comunità che ospita i minori, chiamati a equilibrare la tutela dei bambini con il diritto alla bigenitorialità. La famiglia, tramite i legali, ha annunciato ricorso.

La sponda pubblica (ma non solo mediatica) a Palmoli

Nelle stesse ore in cui Al Bano apriva la sua masseria, dal Comune di Palmoli arrivava la disponibilità a mettere a disposizione insegnanti per lezioni individuali a supporto dell’apprendimento, una misura ponte per assicurare continuità didattica mentre si valuta il rientro in contesti scolastici più strutturati. È attesa inoltre la visita del console australiano alla struttura protetta, segno che il caso ha superato i confini locali.Perché l’offerta di Al Bano è più di un titolo

L’ipotesi di un trasferimento a Cellino San Marco potrebbe soddisfare alcuni requisiti chiave richiamati dai magistrati: un alloggio idoneo, la prossimità a servizi e reti sociali, la possibilità per i genitori di lavorare in un contesto compatibile con la loro cultura familiare. Il cantante, che conosce per esperienza l’attrazione di una vita essenziale, ha però chiarito che questo non può prescindere dal rispetto dei diritti dei bambini: scolarizzazione, salute, relazioni. Un equilibrio non semplice, ma possibile se si accetta il compromesso tra libertà educativa e obblighi di legge.