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La GUIDA

Gambero rosso 2026, tra i migliori sushi d'Italia ce ne sono 10 in Sicilia: ecco chi sono, dove sono e cosa offrono

L'Isola spicca anche per 3 tra i migliori take away, izakaya e delivery d’Italia

Ombretta Grasso

11 Dicembre 2025, 17:09

18:15

Gambero rosso 2026, tra i migliori sushi d'Italia ce ne sono 10 in Sicilia: ecco  chi sono, dove sono  e cosa offrono

Fanatici del sushi, innamorati di umami e wagyu, buone forchette in cerca del posto giusto dove dar sfogo alla scoperta della cucina nipponica, ecco una breve incursione tra gli indirizzi segnalati dalla Guida del Gambero rosso Sushi 2026 in Sicilia tra i 230 scelti in tutta Italia. Una prima mappa per orientarsi in una fetta di food che cresce velocemente  e che si “contamina” in versione fusion, da Siracusa al Brasile.   In Italia la cucina nipponica è diffusissima, non è fatta solo di sushi e accetta  con gusto esperimenti fusion, contaminazioni come quella nikkei, nippo-peruviana (basti pensare a Nobu a Milano, in partnership con Armani) o nippo-brasiliana (in Perù e Brasile ci sono le più grosse comunità nipponiche fuori dal Giappone).

Se in Sicilia a conquistare le ambite Tre Bacchette c'è solo “Hio Sushilab” di Palermo,  guidato dallo chef Filippo Gugino che incrocia il Mediterraneo con il Giappone puntando su prodotti siciliani d'eccellenza, ecco quali sono gli altri ristoranti che hanno guadagnato le Bacchette del Gambero rosso.

I RISTORANTI CON DUE BACCHETTE

A Catania, Oxidiana (giapponese) è un nome storico del sushi nell’Isola, nato nel lontano 2001, unico ristorante giapponese da Roma in giù,  continua  a mantenere il suo livello d'eccellenza surclassando mode e nuove aperture. Il segreto? “Una gran fatica! Avevamo un’idea precisa  e non abbiamo mai deviato dalla nostra direzione. E poi abbiamo studiato e sperimentato tanto”, racconta la proprietaria Barbara Fait, che riassume le caratteristiche del ristorante. “Volevamo un luogo confortevole, non ingessato, dove sentirsi a proprio agio, venire con la famiglia e con gli amici; poi, profondo rispetto per la materia prima, tutta di qualità, con l’unica variante di usare molto pesce locale; e una  “contaminazione” leggera e rispettosa della cucina giapponese, non ci sono linguine col gambero rosso, né pistacchio di Bronte o ricotta salata”.

I piatti forti? “Il carpaccio con tutte le tipologie di pesce con olio e salsa di soia, con una variante con il tartufo, il mix di gunkan, un’esplosione di gusti particolari con salmone scottato, uovo di quaglia, wagyu (il manzo giapponese). Senza dimenticare i gyoza (i ravioli)”. Menu molto ampio e vario,  con un dolce segnalato anche dalla buongustaia vicequestora Vanina della scrittrice Cristina Cassar Scalia. Da Oxidiana, come negli altri locali, c’è molta attenzione ai cocktail, con cui si pasteggia. “Siamo stati i primi anche in questo campo che non faceva parte della nostra tradizione. Non c'è un abbinamento perfetto con il cibo giapponese, quindi si sceglie ciò che si desidera. Gli orientali consumano il tè verde ma non è nella nostra cultura”.

Come mai tanti ristoranti di sushi in città? “Non so spiegarmelo.  Certo, il sushi è di  gran moda, fa quasi parte della nostra cultura, è diventato più difficile trovare la cucina catanese". Ci sono tantissimi locali con la formula “All you can eat”. “Hanno allargato la platea, hanno fatto conoscere questo tipo di cucina a un pubblico molto più ampio. Poi, magari, se c’è un compleanno, un'occasione speciale, si viene al ristorante. Da noi ci sono molti clienti ricorrenti e tante famiglie con i bambini”. Mangia sushi altrove? “Sì, anche per tenermi aggiornata, per sentire “l'aria che tira”, alcuni piatti sono stati di ispirazione ”. Un indirizzo? “Roka a Londra che fa parte del network di Zuma”.

 

Due Bacchette a Catania anche per Amocù (fusion)  - nella foto sopra - che già nel nome spiega la sua filosofia Asian Mood Cousin. “Abbiamo aperto nel 2018 puntando sulla cucina asiatica e sulla “contaminazione” di tradizioni. La nostra è una cucina fusion, non solo di sushi ma con molte influenze esotiche e internazionali – raccontano dal ristorante -  Una cucina che sceglie molto pescato locale e che all’esordio, complice uno chef portoghese, ha puntato sulla cucina nippo brasiliana, sulla ceviche peruviana. Adesso con il nostro chef siciliano, formatosi in cucine d’eccellenza, è maggiore l’inserimento di tocchi di cucina italiana. I nostri sushi roll non sono solo i “classici” con tonno, gambero e salmone ma con molte varianti”.

Incursioni nella cucina nippo brasiliana, “la moda del momento che unisce frutta, creme, sapori freschi e solari alla tradizione”. La guida sottolinea  la location glamour con la bella terrazza e la varietà di uramaki. Qui i piatti più richiesti sono la tempura di gamberone affumicato e l’uramaki di wagyu flambè affumicato alla soia.

Due Bacchette anche per Kaleido Terrace (fusion), a Siracusa,  in una delle più belle e panoramiche terrazze sul mare di Ortigia (come sottolinea incantata anche la Guida, nella foto sopra) perfetta per un aperitivo al tramonto e per una cena d’estate. Un locale lussuoso e sofisticato, “nato nel 2023 – racconta il proprietario, Nicola Genovese - che unisce sushi e Mediterraneo, una cucina fusion e creativa che incrocia Giappone e piatti della tradizione siracusana.  Una signora una volta mi disse che mangiava il pesce solo con olio, sale e limone. E mi sono chiesto: perché non farlo? Il cliente può scegliere il condimento. Il nostro è un sushi riletto con gusto occidentale, un modo anche di avvicinare più persone alla cucina giapponese”.

Molti crudi, carpacci, proposte di pesce, sempre fresco e di qualità. “Siamo aperti 8 mesi l’anno, non ci sono zuppe o piatti troppo caldi”. Un menu, “siracusano”, sottolinea Genovese, “come l’arancino di baccalà e patate con salsa giapponese o il roll Fontana: gambero rosso,  avocado, burrata alla rucola, ricci e olio al mandarino. I ricci di Siracusa sono i più saporiti. In città ci sono 400 ristoranti ma nessuno offre questo tipo di proposta e in un luogo come questo”. I siciliani amano il sushi? “Fa ormai parte della nostra cucina, è entrato nella nostra dieta lo dimostra il fatto che papà e mamme portano anche i bambini a mangiarlo. Una volta dare pesce crudo ai piccoli sarebeb stato impensabile, adesso fa parte delle nostre abitudini".

I RISTORANTI CON UNA BACCHETTA

Segnalato nella Guida del Gambero Rosso anche il ristorante di Catania In Via Vela 10 (fusion), nella foto sopra, - in centro storico, vicino al Castello Ursino,  in una zona che i proprietari hanno contribuito a rivalutare  - che con la formula Mediterrasian ha convinto il pubblico. Un viaggio esotico nel gusto, una immersione in terre lontane e nuovi accostamenti. “La nostra è una proposta che unisce l’ispirazione asiatica, non solo  giapponese, a quella  mediterranea. Oltre alla varietà di sushi e sashimi, si può spaziare dalla ceviche peruviana ai piatti thai, dai dim sum cinesi a bao e noodles. Cambiamo menu ogni sei mesi - racconta Francesco D'Angelo, uno dei proprietari  - La nostra clietela? Molti sono clienti ricorrenti che tornano, molte cene aziendali, tanti ci scelgono per festeggiare un compleanno, un anniversario, un'occasione particolare. Proponiamo una rivisitazione di cocktail tradizionali con il barman Salvo Murabito che fa succhi e fermentazioni”.

L’idea del ristorante, dal design contemporaneo, industriale, è nato durante il Covid. “Una pausa forzata che ci ha permesso di ragionare, di progettare. E proprio a causa di tutte le limitazioni di quel periodo abbiamo deciso di staccarlo dal “Ma”, di realizzarlo proprio  in un altro edificio, una ex tipografia, e di puntare solo sulla ristorazione”. I soci, spiega sono tutti  “appassionati di cucina”. Mangiate sushi anche altrove? “Certo, anche per sapere cosa succede nel mondo. L'ispirazione è in parte arrivata  a Mikonos, da Zuma. Ci  è piaciuto molto e ci siamo in parte ispirati a loro, anche in qualche piatto come il Black code, il carbonaro dell'Alaska, piatto tipico del Giappone ma amato in tutto il mondo”. Famosissimo a livello internazionale grazie alla ricetta del Black Cod Miso dello chef Nobu.

Propone una cucina fusion il Love's sushi bar (fusion), che ottiene pure Una Bacchetta, in centro di Messina con vista sul porto. “Una cucina fusion asiatica, giapponese rivisitata in chiave moderna - racconta al telefono il proprietario Salvatore Mileto, 39 anni - per esempio la tempura di gamberoni è con farina panka, con mousse di avocado, uova di pesce volante. Ci piace sperimentare. Abbiamo avuto uno chef nippo brasiliano che ci ha fatto conoscere questo incrocio di gusti e l’abbiamo apprezzato, con la frutta esotica, i colori e sapori intensi. Oggi il top del sushi è nippo-peruviano. Il piatto da provare? Un uramaki in chiave siciliana, alla messinese con tartare di spada, capperi, pomodorini secchi e mentuccia". Mileto viene dal mondo della notte. “Ero un grande mangiatore di sushi e nel 2016 ho deciso di aprire questo sushi bar. La ristorazione è oggetto di studio per me, ne sono affascinato”.

La cucina d’Oriente dilaga. “Gli All yu can eat prendono piede anche a Messina, ma è un altro tipo di proposta – sottolinea  - A Messina sono bravi quelli di Kajiri, io dico ai miei clienti di andare da loro”. Suggerisce  la concorrenza? “La concorrenza è sana – ride al telefono – Loro sono veramente di alto livello e io sono stato un loro fedele cliente!”. Il segreto per ottenere questa Bacchetta? “Sacrificio e ricerca!! Tutti fanno riso e pesce, noi cerchiamo di proporre varianti che gli altri non fanno. Per il sushi poi è fondamentale la cura del riso, la ricetta, com'è definito, quello fa la differenza. Il piatto da scoprire? La zuppa di miso. Una ricetta apparentemente semplice ma che bisogna saper fare".

Ancora a Messina, in centro (d’estate si sposta a Torre Faro), Una Bacchetta per Kajiki, ovvero il pesce spada, simbolo della città declinato in varie forme. “Siamo stati i precursori in città, siamo appassionati di cultura e cucina giapponese – racconta Fabrizio Natoli che con il socio Francesco Rella ha aperto il ristorante nel 2010 - puntiamo molto sul nostro pescato per rielaborare il sushi giapponese, non solo salmone, gambero o spada, ma anche triglie e palamita. La “contaminazione” è soprattutto in qualche elemento, è un sushi un po' più europeizzato, italianizzato". Cucina  a vista, giardino d’inverno, qualità delle materie prime e un menu che propone moltissimi piatti della cucina giapponese. “Il sushi ormai fa parte della scelta degli italiani che mangiano fuori casa”. I vostri clienti chiedono solo sushi o provano anche altro? “Noi suggeriamo anche ramen, noodles e l’okonomiaki, la frittata giapponese con gambero, polpo, pesce misto, cavolo, katsuobushi, carne Kobe”. Il piatto forte? “Il Black Cod in salsa di Saikyo-Miso, crema di edamame e miso”.

Ma non è finita, le ultime pagine della Guida sono dedicate a Take away, botteghe e Izakaya (paragonabili alla nostra trattoria). Le segnalazioni sono davvero poche, tre gli indirizzi siciliani, tutti fusion: Finch a Palermo con sushi in “ottica fusion” , tempure, bao e bruschette (!); a Marina di Ragusa Pitamaki Temakeria, che punta sul sushi brasiliano e Zencho Sushi, pensato per il take away ma con la possibilità di consumare in loco con numerose varianti di roll ma anche involtini primavera, udon, pad thai con pesce e verdure, pokè.