salute
Caffè e allenamento: la guida definitiva per usare la caffeina come alleata di performance (senza farsi male)
Resistenza più lunga, pesi più solidi, fatica in sordina: tutto quello che serve sapere su dosi, timing, fonti e rischi per trasformare un semplice espresso in un vantaggio reale
Non è suggestione: la caffeina è uno dei pochi integratori con solide prove scientifiche a supporto dell’ergogenicità — cioè la capacità di migliorare la prestazione — dalla corsa alla sala pesi. La chiave non è “quanto caffè”, ma “quanto, quando e come” per trasformare la teoria in watt, chilogrammi e chilometri in più.
Cos’è che fa la caffeina (e perché funziona per chi si allena)
La caffeina blocca i recettori dell’adenosina nel sistema nervoso centrale: meno “segnali” di stanchezza, più attivazione, miglior controllo motorio. Sul campo questo si traduce in:
- miglioramenti della resistenza (time-trial più veloci, tempi a esaurimento più lunghi);
- piccoli ma significativi aumenti di forza e potenza in esercizi multiarticolari;
- riduzione della percezione della fatica e maggiore prontezza decisionale.
La posizione ufficiale della International Society of Sports Nutrition (ISSN) conclude che la caffeina, in dosi acute adeguate, migliora la performance in molte discipline, dall’endurance alla forza. I benefici compaiono già con dosi moderate e sono indipendenti dal fatto di assumerla in caffè, capsule, gel o gomme, a parità di quantità e timing corretti.
Le tre regole d’oro: dose, timing, forma
1) Dose: “abbastanza per aiutare, non così tanta da disturbare”
- Una dose prudente ed efficace per la maggior parte delle persone è di 2–3 mg/kg: per chi pesa 60–70 kg parliamo di circa 150–200 mg (1 espresso “doppio”, oppure una tazza grande di filtro). Questa fascia sfrutta molti benefici minimizzando il rischio di effetti collaterali.
- Le linee guida ISSN riportano un range più ampio, fino a 3–6 mg/kg, ma a dosi crescenti aumentano anche nervosismo, tachicardia e impatto sul sonno. Per chi inizia o si allena nel pomeriggio, restare nel range basso è spesso la scelta più intelligente.
- Per la sicurezza generale, l’EFSA considera sicuri per adulti sani fino a 400 mg al giorno e 200 mg come dose singola “senza preoccupazioni” anche entro 2 ore da esercizio intenso in condizioni ambientali normali. In gravidanza si raccomanda di non superare 200 mg/die.
Suggerimento pratico: se non tracci la caffeina, inizia da ~2 mg/kg, valuta come ti senti in 3–4 sedute e solo poi aggiusta di +0,5–1 mg/kg. Tenere un diario di risposta (RPE, qualità del sonno, frequenza cardiaca a riposo) evita di “esagerare senza accorgersene”.
2) Timing: il momento giusto vale quanto la dose
- Caffè, capsule, bevande: punta a 45–60 minuti prima dell’allenamento. È il tempo tipico per raggiungere livelli plasmatici utili con le forme ingerite e massimizzare l’effetto durante le fasi centrali della seduta o della gara.
- Gomme o gel caffeinati: la via buccale accelera l’assorbimento. L’effetto inizia in fretta: pianifica 10–15 minuti prima dello sforzo (o a metà riscaldamento). La ricerca mostra rilascio rapido con masticazione di ~10 minuti e picchi ematici anticipati rispetto alle capsule.
- Mouth rinse (sciacquo con soluzione caffeinata, senza ingestione): può dare un boost “centrale” molto rapido in sprint intermittenti o quando lo stomaco dev’essere leggero, anche se l’evidenza è ancora eterogenea.
Se ti alleni su più blocchi nella stessa giornata, piccole “redose” da ~1 mg/kg possono sostenere vigilanza e output, ma attento al sonno se la seconda sessione è nel tardo pomeriggio.
3) Forma: pro e contro delle diverse fonti
- Caffè “vero”: oltre alla caffeina porta clorogenici e polifenoli. Dose variabile per estrazione e miscela; una tazza filtro può oscillare molto. Per prestazioni ripetibili, standardizza origine e metodo.
- Capsule: dose precisa e pratica, assorbimento prevedibile. Ideale per prove e gare con routine fissa.
- Gomme/gel: vantaggio di velocità. Le gomme rilasciano >80–90% della caffeina in ~10 minuti; i gel con carboidrati + caffeina mostrano benefici già dopo ~10 minuti in test di potenza e time-trial brevi. Perfetti per sport con tempi stretti (mezzo tempo, start list variabile, riscaldamenti compressi).
Cosa aspettarsi davvero: gli effetti con numeri alla mano
- Endurance: la caffeina riduce i tempi nei time-trial e aumenta il tempo a esaurimento in corsa, ciclismo e canottaggio; tipicamente gli effetti sono “piccoli-moderati” ma significativi in gara.
- Forza/potenza: aumenti modesti ma ripetibili in 1RM, potenza di picco e prestazioni esplosive (salti, sprint), specie se ben dosata e temporizzata. Studi su gel e gomme mostrano effetti utili in prove di sprint e 400 m.
- Percezione dello sforzo: spesso si osserva una riduzione dell’RPE e una maggiore “attivazione” soggettiva, il che aiuta a mantenere ritmo e tecnica sotto fatica.
Ricorda: il guadagno assoluto dipende dal tuo livello, dal tipo di prova e da quanto hai “centrato” dose e timing. Per chi è già al limite dei propri parametri fisiologici, anche un 1–2% in più può fare differenza sul cronometro.
Sicurezza, limiti e falsi miti
Quanta caffeina al giorno è “ok”?
- Adulti sani: fino a 400 mg/die (EFSA; in linea con FDA), evitando singole dosi molto alte e l’assunzione serale. Gravidanza: non oltre 200 mg/die. Allattamento: cautela, preferibilmente dosi contenute.
Sonno: il vero prezzo da pagare se sbagli l’orario
Anche dosi moderate possono ridurre la durata e l’efficienza del sonno se assunte troppo tardi. Evidenze classiche mostrano effetti negativi fino a 6 ore prima di coricarsi con 400 mg; lavori più recenti confermano che dosi maggiori richiedono “cut-off” più anticipati. Regola semplice: se vai a letto alle 23:00, evita caffeina dopo le 17:00 (meglio ancora dopo le 15:00 se sei sensibile).
Idratazione: no, il caffè non “disidrata” l’allenamento
La caffeina ha un lieve effetto diuretico a riposo, ma durante l’esercizio l’effetto si annulla. Una meta-analisi conclude che il timore di disidratazione “da caffeina” prima/durante lo sport è infondato. Detto ciò, pianifica comunque i fluidi come faresti senza caffeina.
Effetti collaterali da tenere d’occhio
Tremori, tachicardia, ansia, reflusso, urgenza intestinale e peggioramento del sonno sono i campanelli d’allarme più comuni. Se compaiono, riduci dose o anticipa l’assunzione. In caso di patologie cardiovascolari, ansia severa o ulcera, confrontati con il medico prima di usare alte dosi.
Regole e antidoping: cosa dice la normativa
La caffeina non è proibita dalla World Anti-Doping Agency; è inserita nel Monitoring Program (osservazione di pattern d’uso), aggiornato al 1 gennaio 2025. In alcune competizioni universitarie USA (es. NCAA) esistono soglie urinarie per definire un eventuale “eccesso” di stimolante. Traduzione: per gli agonisti seri, conoscere il regolamento della propria federazione rimane obbligatorio.
Gomme, gel, mouth rinse: quando le “forme rapide” fanno la differenza
- Gomme: masticazione 10 minuti, poi scarto; la caffeina entra in circolo più in fretta rispetto alle capsule, utile per gare con tempi incerti o sostituzioni. Protocolli efficaci hanno mostrato miglioramenti in sprint, potenza e anche nei 400 m.
- Gel con carboidrati + caffeina: se la seduta è intensa e l’intestino tollera bene, un gel con 100–300 mg di caffeina ~10–15 minuti prima può migliorare potenza e time-trial brevi; per endurance prolungata, integrare ulteriori gel durante lo sforzo.
- Mouth rinse: sciacquo con soluzione caffeinata per 5 secondi prima di sprint ripetuti; l’effetto è rapido e centrale, utile a stomaco vuoto o in Ramadan, ma le risposte sono variabili.
Stack e interazioni: cosa combinare (e cosa no)
- Carboidrati + caffeina: abbinamento classico nell’endurance; utile sia pre sia intra-esercizio per sostenere potenza e attenuare la percezione della fatica.
- Bicarbonato di sodio + caffeina: risultati misti; in alcuni protocolli nessun vantaggio additivo, in altri benefici situazionali. Se provi, testa lontano dalle gare per valutare tollerabilità gastrointestinale.
- Creatina + caffeina: letteratura contrastante. L’uso acuto di caffeina su “base” di creatina non sembra annullarne l’effetto; la co-somministrazione cronica potrebbe ridurre lievemente alcuni benefici della creatina in soggetti sensibili. Se l’obiettivo primario è forza/ipertrofia, separa i tempi: creatina quotidiana, caffeina solo quando serve per la performance.
Cinque errori comuni (e come evitarli)
- “Più è meglio”: superare 3 mg/kg non garantisce più benefici e aumenta gli effetti collaterali. Resta nel range efficace più basso.
- Assumere troppo tardi: l’allenamento vola, la notte crolla. Imposta un cut-off personalizzato.
- Cambiare forma e brand in gara senza test: standardizza in allenamento (stessa miscela, stessa capsula, stesso gel).
- Ignorare i liquidi: la caffeina non disidrata l’esercizio, ma l’idratazione va comunque pianificata su durata, temperatura e sudorazione.
- Dimenticare le regole: per gli atleti regolamentati, verifica sempre linee guida WADA e della tua federazione/lega.
La “ricetta” minima che funziona
- Scegli una finestra di 4 settimane per test:
- Settimane 1–2: 2 mg/kg 45–60 min prima (caffè/capsula) in due sedute/sett.; valuta RPE, qualità del sonno, eventuali sintomi.
- Settimane 3–4: se tutto ok, prova +0,5–1 mg/kg oppure passa a gomma/gel 10–15 min pre per sedute più brevi/esplosive.
- Fissa un “coprifuoco caffeina” ≥6 ore prima del letto (più lungo con dosi alte).
- Mantieni il totale giornaliero ≤400 mg (adulti sani) e evita “stack” con altri stimolanti.