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la storia

Dalla Svizzera a Ginostra per produrre il miele di cappero. «È l'unico al mondo, rilanciamo l'agricoltura a Stromboli»

Lukas Ruflin ha scelto di vivere sull'isola delle Eolie nel 2006. Da poco ha avviato un progetto per far rinascere l’agricoltura ripartendo dalle api

Gianluca Giuffrè

18 Dicembre 2025, 11:29

Dalla Svizzera a Ginostra per produrre il miele di cappero. «È l'unico al mondo, rilanciamo l'agricoltura a Stromboli»

A Ginostra, minuscola frazione dell’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie, rinasce l’agricoltura. I terrazzamenti e i campi incolti e abbandonati tornano a nuova vita riportando alla luce le colture di un tempo.

In questo contesto da sogno, sotto un vulcano attivo, nasce casualmente un prodotto unico al mondo, il miele di cappero dell’azienda agricola Costa Mandorla. Una storia che merita di essere raccontata per la sua unicità e per il suo contesto, ma soprattutto perché parla di una Sicilia che cresce e si sviluppa regalando opportunità e attraendo investimenti.

È il lontano 2006 quando lo svizzero Lukas Ruflin sbarca per la prima volta a Ginostra e come spesso accade per chi visita l’arcipelago delle Eolie, ne rimane affascinato tanto da comprare casa per le vacanze. Tutto parte da quella casetta tra le campagne abbandonate, è lì che nasce l’azienda agricola Costa Mandorla. Un progetto accolto con favore e sostenuto dai residenti storici, che in esso rivedono la Ginostra agricola di un tempo.

Sull'isola Ruflin è conosciuto come “Lo Svizzero” e fino alla fine del 2024 è stato Ceo dell’azienda finanziaria svizzera Leonteq. Quando arrivò a Ginostra e comprò casa, così come prevedeva la legge, cominciò a pulire i terreni intorno alla sua abitazione per evitare gli incendi. In quell’occasione, racconta, scoprì gli antichi terrazzamenti eoliani e ne restò colpito. Presto, fece amicizia con le famiglie storiche isolane e si fece raccontare come si faceva agricoltura nel secolo scorso. Dopo aver letto il libro su Stromboli, scritto nell’ottocento dall’arciduca Luigi Salvatore D’Asburgo, viene stregato dalle sue parole e in particolare dalla frase: «Solo sulle proprie tradizioni viaggia serena l’umanità». Nel 2013 parte il suo progetto e nasce l’azienda agricola Costa Mandorla, il cui nome viene scelto proprio perché così si chiama la terra dove sorge la sua casa.

Come nasce il suo progetto agricolo sull’isola?
«Provengo da una famiglia di origine contadina e dopo aver visto il degrado in cui si trovano le campagne di Ginostra, con l’aiuto di esperti locali ho sviluppato il mio sogno. Abbiamo analizzato il terreno e vogliamo produrre, con metodi tradizionali e assolutamente biologici, il miele, le mandorle, i cucunci e l’olio. Attualmente siamo gli unici produttori al mondo del miele di cappero. Ci rivolgeremo ad un mercato prevalentemente locale e a pieno regime contiamo di creare 10/12 posti di lavoro stabili sull’isola. Per la vendita dei prodotti abbiamo acquisito anche un locale al porto di Stromboli, che diventerà il nostro negozio aziendale. Vogliamo diventare un volano per l’economia dell’isola e riportare l’agricoltura ai vecchi fasti, facendo da esempio ai giovani locali che potranno riscoprire le antiche tradizioni agricole investendo anche in qualcosa di diverso dal turismo estivo».

Come nasce l’idea del miele di cappero?
«È stata una casualità che ci ha portato a sviluppare questo prodotto che poi abbiamo scoperto essere unico al mondo. Nel 2019, quando a causa di un’eruzione vulcanica andò a fuoco tutta la montagna l’aver mantenuto pulito intorno all’azienda fece in modo che il fuoco non si propagasse nel villaggio fermandosi ai confini di Costa Mandorla. Le api a causa dell’incendio non avevano più nulla da mangiare e così cominciarono a nutrirsi solo dei fiori del cappero. Quando facemmo le prime analisi di laboratorio al prodotto, scoprimmo che avevamo realizzato involontariamente un miele speciale ed unico. Da allora ci siamo concentrati solo su quel tipo di miele che oggi è diventato un prodotto richiestissimo».