18 dicembre 2025 - Aggiornato alle 18:19
×

IL CASO

Miss Finland, una corona che pesa: il gesto “a mandorla”, le dimissioni e le scuse del premier che chiamano la moda alla responsabilità

Dalla foto su un’app anonima a un caso diplomatico: come un gesto “di pochi secondi” ha acceso il dibattito su razzismo, rappresentanza e potere delle immagini

Alfredo Zermo

18 Dicembre 2025, 15:45

Miss Finland, una corona che pesa: il gesto “a mandorla”, le dimissioni e le scuse del premier che chiamano la moda alla responsabilità

È l’ora di cena in un locale di Helsinki. Un telefono si alza, scatta. Un gesto con le dita agli angoli degli occhi, una scritta in finlandese che allude a “mangiare con un cinese”. Pochi pixel bastano per innescare una miccia. Nel giro di poche ore, quella foto rimbalza sui social, varca i confini nazionali e diventa il centro di un caso che travolge una reginetta di bellezza, scuote un governo e interroga un intero ecosistema – quello della moda e dei concorsi – su quali valori voglia davvero rappresentare. La protagonista è Sarah Dzafce, fresca vincitrice del titolo di Miss Finland. L’epilogo: le sue dimissioni nella giornata dell’11 dicembre 2025, la revoca della corona e l’incoronazione della seconda classificata, Tara Lehtonen, mentre il premier Petteri Orpo si scusa pubblicamente con i Paesi dell’Asia orientale. Un caso che non è solo gossip: è una cartina di tornasole del rapporto tra immagine pubblica, accountability e razzismo ai tempi dei social.

Che cosa è successo davvero

Secondo la ricostruzione più accreditata, la foto incriminata è apparsa a fine novembre su Jodel, app anonima molto diffusa tra i giovani in Finlandia: ritraeva Sarah Dzafce che porta le dita agli angoli degli occhi, gesto globalmente riconosciuto come offensivo verso le persone di origine dell’Asia orientale, accompagnato dalla frase in finlandese “kiinalaisenkaa syömäs”, “a cena con un cinese”. La Miss Finland Organization ha parlato apertamente di contenuti “offensivi, dannosi e contrari ai valori” del concorso e, dopo un confronto in presenza, ha annunciato la revoca del titolo l’11 dicembre. Nelle stesse ore, Dzafce ha pubblicato un messaggio di scuse, riconoscendo di aver provocato “dispiacere a molte persone” e assumendosi la responsabilità del proprio ruolo. La neoprescelta Tara Lehtonen ha raccolto la corona impegnandosi a onorarne la responsabilità “con rispetto”. Al di là delle sfumature della prima autodifesa di Dzafce (che aveva parlato di “mal di testa” e del fatto che la didascalia fosse stata aggiunta da un’amica), il punto dirimente è stato il nesso tra gesto, contesto e ruolo rappresentativo.

Dal palco al Parlamento: quando l’onda mediatica diventa politica

La vicenda ha preso una piega ancora più ampia quando alcuni esponenti del partito nazional-populista The Finns Party – forza della coalizione di governo – hanno postato a loro volta immagini in cui riproducevano lo stesso gesto, dichiarando di voler “sostenere” Dzafce. La reazione del premier Petteri Orpo è stata netta: ha definito quei contenuti “infantili” e, soprattutto, ha diffuso un messaggio ufficiale di scuse indirizzato ai cittadini di Giappone, Cina e Corea del Sud, pubblicato sugli account social delle ambasciate finlandesi nei rispettivi Paesi. “Il razzismo non ha posto nella società finlandese” ha ribadito il capo del governo, che ha anche ammesso un danno reputazionale per la Finlandia. Il caso, ribattezzato da parte dei media come “slanted eyes scandal”, ha avuto ricadute anche economiche e d’immagine, con ripercussioni citate sulla percezione del brand Finnair e su collaborazioni culturali in Asia.

Chi è Tara Lehtonen, la nuova Miss Finland

Ventiquattro anni circa, background da modella e imprenditrice nel mondo degli eventi, Tara Lehtonen non era una debuttante assoluta: prima finalista nel circuito Miss Suomi, già attiva in altri concorsi, ha ricevuto la chiamata nel giorno stesso dell’annuncio ufficiale della revoca del titolo a Dzafce. Nelle parole rilasciate alla stampa finlandese, Lehtonen ha espresso sorpresa per la rapidità degli eventi, ma ha anche sottolineato un approccio “sobrio e neutro” all’uso dei social, con la consapevolezza che “chi rappresenta un Paese porta su di sé un dovere di misura e rispetto”. Una dichiarazione che, nel contesto, suona come un manifesto minimo di condotta.

Perché questa storia riguarda la moda più di quanto sembri

Il mondo dei concorsi di bellezza, piaccia o meno, non è un segmento periferico: è un’area dove immagine, narrazione e valori si intrecciano. Le organizzazioni che detengono i diritti nazionali – nel caso finlandese l’organizzazione Miss Suomi / Miss Finland – non assegnano solo una corona ma un mandato: rappresentare un Paese e le sue aspirazioni su palcoscenici internazionali. In questa logica, il linguaggio del corpo e delle immagini è “testo pubblico”, non album privato. Quando il gesto si carica di un significato discriminatorio, la risposta non è una questione di moralismo ma di coerenza con lo statuto etico e con la responsabilità del ruolo.

Dalla sfilata alla diplomazia culturale il passo è breve: Miss Finland, come altre “delegate” nazionali, non è solo protagonista di shooting e passerelle, ma anche interlocutrice di media internazionali e, spesso, di platee digitali globali. L’episodio di Helsinki lo conferma: una foto scattata in un contesto informale ha scatenato un effetto-valanga che ha investito perfino i rapporti con tre Paesi cardine per il turismo e il business finlandese in Asia.