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la svolta

La fine di un'epoca: in Danimarca addio dopo 400 anni alle cassette delle lettere (che finiscono all'asta)

Dalle strade alle case dei danesi: così le "scatole" rosse di PostNord finanziano Danmarks Indsamling mentre il Paese chiude 400 anni di lettere

Redazione La Sicilia

29 Dicembre 2025, 14:10

Addio alle cassette rosse: la Danimarca volta pagina sulla posta. E quelle 1.200 “icone” diventano beneficenza

All’alba di martedì, le ultime buste cadranno nelle fenditure delle poche cassette rimaste. Poi, il silenzio: niente più fruscio di carta, nessun timbro. In Danimarca, dopo oltre 400 anni, la consegna delle lettere da parte di PostNord si ferma. E i simboli di quel rito — le cassette rosse — iniziano una seconda vita: 1.200 pezzi di arredo urbano diventano oggetti da salotto, opere d’arte e, soprattutto, uno strumento di raccolta fondi per Danmarks Indsamling. Un addio pratico e sentimentale insieme, che dice molto di un Paese tra i più digitalizzati al mondo e di come si governa la transizione quando un’abitudine nazionale arriva al capolinea.

Cosa cambia e quando: le date chiave dell’ultimo giro di posta

La decisione è ormai definitiva: PostNord consegnerà l’ultimo lotto di lettere il 30 dicembre 2025. Dal 1° gennaio 2026 non gestirà più la corrispondenza in Danimarca, concentrandosi sui pacchi, mercato in forte crescita.

Per chi deve ancora spedire: le lettere ordinarie e affini andavano consegnate entro il 18 dicembre 2025; per posta celere, raccomandate e servizi con avviso di ricevimento la scadenza era il 29 dicembre 2025.

Le 1.500 cassette rimaste sulle strade sono state progressivamente rimosse tra il 1° giugno e il 31 dicembre 2025.

I francobolli e contrassegni acquistati nel 2024 e 2025 si possono chiedere a rimborso tra il 2 gennaio e il 30 giugno 2026.

In pratica, il 31 dicembre non ci sarà consegna: il “giorno zero” cade il 30 dicembre. Da capodanno 2026 la consegna di lettere in Danimarca continuerà, ma non più con PostNord: subentrano altri operatori privati, a cominciare da dao, già attiva e in espansione.

Perché finisce qui: numeri, leggi, abitudini

Dietro la scelta c’è un crollo strutturale: i volumi di posta cartacea sono diminuiti di oltre 90% rispetto al 2000; solo nel 2024 il calo è stato di circa 30% in un anno. Questa compressione rende antieconomico mantenere una rete capillare. Anche gli aumenti tariffari collegati alla cornice normativa del 2024 hanno reso meno appetibile la lettera tradizionale. Nel frattempo, gli acquisti online hanno fatto esplodere i pacchi, la nuova “spina dorsale” del servizio.

Il quadro tecnologico conta: con MitID e la Digital Post obbligatoria per quasi tutti, il 97% dei cittadini sopra i 15 anni usa canali digitali per ricevere atti e comunicazioni pubbliche; solo circa il 5% è esentato. La posta cartacea resta necessaria per una minoranza — per ragioni anagrafiche, sanitarie o di accessibilità — ma non più sufficiente a sostenere una rete nazionale dedicata.

Le cassette rosse diventano beneficenza (e design)

È qui che l’icona urbana entra nel racconto. In vista dello stop, PostNord ha deciso di destinare 1.200 cassette a Danmarks Indsamling, la grande campagna annuale trasmessa da DR1 e DRTV per progetti umanitari. La mossa unisce memoria collettiva e utilità pubblica.

Dal 15 dicembre 2025 sono state messe in vendita 1.000 cassette sulla piattaforma di Føtex (la catena del gruppo Salling Group), a due prezzi fissi a seconda della condizione: 2.000 corone (in buono stato) o 1.500 corone (con segni d’uso), cioè circa 200–267 euro. Il ricavato va interamente alla raccolta.

L’interesse è stato travolgente: esaurite in circa tre ore, con picchi di traffico tali da rallentare il sito. Un segnale di quanto l’oggetto “cassetta rossa” parli all’identità del Paese.

Altre 200 cassette vanno all’asta da metà gennaio 2026, comprese unità provenienti da luoghi simbolici e alcune personalizzate da artisti danesi: pezzi con un potenziale valore storico/artistico superiore.

Non è solo nostalgia. Come raccontano gli storici della comunicazione, quelle cassette — introdotte nel 1851 insieme al francobollo, rese rosse negli anni 1860 e fissate nel design “a tetto curvo” dal 1876 — sono state per decenni un segnale civico: rapporto tra cittadino e Stato, tra privato e pubblico. Portarle in salotto, in ufficio o in uno spazio culturale significa anche “salvare” un pezzo di arredo civico.

Che cos’è Danmarks Indsamling

Danmarks Indsamling è un appuntamento nazionale che unisce 12 grandi ONG danesi e la televisione pubblica in una maratona di solidarietà. L’edizione 2026 — la numero 20 — andrà in onda il 31 gennaio 2026 dalla Arena Næstved su DR1 e DRTV, con al centro i bambini nelle “crisi dimenticate”. Una scelta che rispecchia la vocazione della campagna: intervenire dove l’attenzione mediatica è scarsa ma i bisogni sono enormi.

Le cassette di PostNord, dunque, non finiscono al macero: diventeranno donazioni dirette per progetti in Paesi colpiti da fame, conflitti e sfollamenti. Per chi ha perso l’acquisto online, ci sarà la chance di fare un’offerta alle aste di gennaio 2026 (tra cui la piattaforma indicata da Danmarks Indsamling) e unirsi alla raccolta fondi anche così.

E da gennaio come si spediscono lettere in Danimarca?

La domanda pratica è legittima. La legge danese continua a prevedere che esista la possibilità di inviare lettere. Se PostNord si sfila, altri operatori — in primis dao — presidiano il servizio. Con dao si acquista l’“affrancatura” via app o sul sito, si scrive il codice in alto a destra sulla busta e si imbuca in una daoSHOP (oltre 1.500 punti nel Paese). Disponibili anche opzioni express 1–2 giorni e spedizioni internazionali.

L’azienda prevede un balzo dei volumi: da circa 30 milioni di lettere nel 2025 a 80 milioni nel 2026, segno che una domanda residua — tra cartoline, documenti bancari, carte sanitarie, inviti — esiste, e probabilmente resisterà nel tempo.

Per i cittadini esentati dalla Digital Post, l’amministrazione pubblica continuerà a inviare posta fisica tramite operatori alternativi. Resta inoltre l’obbligo legale di avere una cassetta postale domestica: utile anche ai corrieri per i piccoli pacchi.

Tra efficienza digitale e rischio di esclusione

Il bilancio non è puramente economico. Il passaggio ha un costo umano: circa 1.500 posizioni lavorative in PostNord Danimarca vengono tagliate su un organico di circa 4.600 persone. È il rovescio della medaglia di un servizio che cambia pelle sotto la spinta di e‑commerce e digitalizzazione.

Ci sono poi i profili di vulnerabilità. Le associazioni per i diritti degli anziani e diversi amministratori locali hanno segnalato i rischi per chi è meno connesso: persone molto anziane, cittadini con disabilità, aree rurali dove la banda larga è più fragile. Il governo ha assicurato che manterrà l’infrastruttura minima perché le lettere possano circolare su tutto il territorio, ma il monitoraggio nei prossimi mesi sarà decisivo.

Uno sguardo oltre la Danimarca: è la fine della lettera in Europa?

Non ancora. PostNord prosegue regolarmente in Svezia. In Europa molti operatori stanno rimodulando frequenze, tariffe e standard per mantenere sostenibile il servizio universale, ma lo stop integrale danese è tra i casi più radicali. È una scelta che fa scuola su come ricollocare risorse verso i pacchi e su come accompagnare i cittadini nel passaggio al digitale senza lasciare indietro nessuno.