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Trapani, aeroporto sempre più desolato, ma c’è chi boccia fusione con Palermo

Di Mariza D’Anna |

Trapani – Non sono tempi felici quelli che sta vivendo l’aeroporto Vincenzo Florio di Birgi. Da quando Ryanair lo ha lasciato trasferendosi a Palermo, sono rimasti ben pochi voli ad animarlo e gli effetti negativi si sono subito manifestati nella considerevole diminuzione di presenze turistiche nella stagione estiva. Adesso si tenta di ripartire ma le incognite restano molte. Intanto il bando di gara per l’aggiudicazione delle tratte che, dopo il diniego di Ryanair, ha prodotto solo un timido interesse di Alitalia e di Blue Air per destinazioni già coperte, Milano e Roma dalla prima, Torino dalla seconda: solo tre tratte su 25 a disposizione. Nello sconforto generale, la notizia data ad inizio settimana nel corso dell’assemblea dei soci, ossia la disponibilità della Regione a procedere alla fusione tra Gesap e Airgest, le due società di gestione degli scali, sembra essere l’unico spiraglio per un rilancio possibile. Ma i tempi saranno lunghi.

Airgest è quasi interamente della Regione e l’accorpamento con Gesap dovrà passare da una serie di operazioni complesse che per il presidente di Airgest, Paolo Angius, hanno bisogno di tempo, «supereranno i dodici mesi ma permetterebbero a Birgi di godere di grandi benefici». Ma non tutti sono favorevoli all’annunciata fusione. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Santangelo di 5 Stelle, è stato il primo ad opporsi al tentativo di privatizzare Birgi. «Non condividiamo strategie come quelle favorite dal governo Renzi ad esempio la fusione Firenze-Pisa -dice -. Angius piuttosto dovrebbe spiegare come mai risulta ancora oggi titolare in proprio di 297 azioni di Gesap spa, e questo dal lontano 2002». Il timore per il sottosegretario è che «l’operazione è solo uno specchietto per le allodole, utilissimo a nascondere il vero piano di dismissione di Birgi. Noi lo ostacoleremo in ogni modo».

Oggi intanto, nella sala vip Garibaldi dell’aeroporto, è stato presentato il progetto «Autismo in viaggio verso l’aeroporto», ideato dall’Enac in collaborazione con associazioni di settore e le società di gestione aeroportuale, con la prova del nuovo percorso agevolato. Presenti il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, il presidente di Airgest, società di gestione dell’aeroporto Trapani Birgi, Paolo Angius, e i consiglieri Elena Ferraro e Saverio Caruso, Mark De Laurentiis, responsabile Carta dei Diritti e Qualità dei Servizi aeroportuali Enac, Davide Faraone, presidente Fondazione italiana per l’Autismo, Rosi Pennino, presidente associazione Parlautismo, Gerry Camarda, Fondazione Auxilium e la neuropsichiatra Giovanna Gambino. Al progetto «Autismo in viaggio verso l’aeroporto» hanno collaborato Ad Maiora cooperativa sociale – Centro diurno per l’autismo L’Arcobaleno – Autos – Centro diurno per l’autismo.

«Per le persone autistiche compiere un viaggio aereo può rappresentare un’esperienza molto difficoltosa oltre a essere, nella maggior parte dei casi, un’esperienza del tutto nuova – afferma una nota – Il progetto è finalizzato a fornire alcune semplici raccomandazioni rivolte agli accompagnatori e prevede la diffusione di brochure informative, la possibilità di effettuare una visita in aeroporto prima del viaggio e le Storie sociali, che, attraverso fotografie e video dei luoghi e descrizioni dettagliate delle situazioni che si incontreranno, permette alle persone con disturbo dello spettro autistico di conoscere in anticipo cosa li aspetterà e quindi di affrontare con serenità l’esperienza di transito in aeroporto».

Il progetto è stato avviato in forma sperimentale sull’aeroporto di Bari nel novembre 2015 e progressivamente adottato da altri scali nel corso degli anni successivi. Trapani è il primo scalo siciliano ad averlo messo a punto secondo le indicazioni di Enac. Stanno procedendo con la fase d’implementazione gli aeroporti di Palermo e Catania. «Sono molto orgoglioso di questo percorso – ha affermato il presidente di Gesap, Paolo Angius – che è solo una prima tappa nel mondo del sociale e poi della cultura che credo debbano accompagnare l’aeroporto nella sua crescita. Desideriamo essere guida di progetti come questo. È un ulteriore modo di fare impresa non solo legato agli arrivi ma essendo vicini al territorio e ai suoi lati più deboli».

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