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Nas in case di riposo, in Sicilia il blitz a Palermo e a Trapani

Di Livia Parisi |

Roma – Irregolarità, abusivismo, sporcizia. Continuano le ispezioni dei Nas nelle case di riposo, già finite nel mirino per la mancanza di misure per il contrasto dei contagi da coronavirus, ma terreno di indagine, anche per motivi che nulla hanno a che vedere con la pandemia. Gli ultimi controlli in ordine di tempo hanno riguardato 5 città del Sud Italia: Napoli, Salerno, Campobasso, Trapani e Palermo. Il bilancio è di tre le strutture chiuse, oltre a denunce e sanzioni. In una residenza per anziani di Napoli, nel corso delle ispezioni per verificare il rispetto delle norme anti-Covid-19, i Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute, hanno riscontrato gravi criticità igienico-sanitarie e strutturali. La struttura è stata immediatamente chiusa e sono state contestate sanzioni amministrative per 5.000 euro. I militari del Nas di Salerno hanno scoperto, invece, una residenza per la Terza età sulla costiera amalfitana, priva della prevista autorizzazione: l’Autorità Sanitaria ne ha disposto chiusura e la ricollocazione in una struttura idonea. In provincia di Trapani è stata scoperta e chiusa una casa di riposo che era, non solo abusiva, ma presentava anche gravi carenze igieniche e sanitarie. Le irregolarità sfiorano il paradosso in Molise.

A Campobasso, infatti, è stato denunciato il titolare di una struttura socio-assistenziale responsabile di aver arbitrariamente trasferito un’ospite, invalida al 100% ed indigente, presso un bed&breakfast, ovvero in un ambiente assolutamente non attrezzato ad alcuna forma di assistenza, nonostante il Comune pagasse regolarmente la retta. Infine, il Nas di Palermo ha denunciato la responsabile legale di una residenza, per mancanza della documentazione relativa alla valutazione dei rischi. Le Rsa sono finite nel mirino per le migliaia di morti sospette collegate al Sars-Cov-2. Secondo il report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nei mesi dell’emergenza ci sono stati 9.154 decessi nelle 1.356 strutture che hanno risposto all’indagine (pari al 41% di quelle contattate). Di questi, 680 erano risultati positivi al tampone, mentre 3.092 avevano sintomi assimilabili ma non è stato possibile accertarlo.

Il caso era esploso in Lombardia ma le irregolarità sono emerse in tutte le regioni, come hanno dimostrato i controlli a tappeto svolti dai Nas ad aprile, che hanno individuato molti casi di mancata attuazione delle misure di distanziamento e assenza di dispositivi di protezione. «L’intero sistema delle strutture residenziali per anziani va profondamente riformato. L’emergenza Covid-19 ha evidenziato come sia assolutamente inadeguato», commenta il segretario generale della Uil Pensionati Carmelo Barbagallo. «Sono necessari più controlli, anche con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni sindacali. Bisogna – conclude – incrementare il numero del personale addetto alla cura, che deve essere adeguatamente formato e remunerato secondo contratti nazionali». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA