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Beach volley, l’argento di Rio Paolo Nicolai in visita a La Sicilia: “Ma quant’è bello giocare a Catania”

Di Giovanni Finocchiaro |

Da Rio alla redazione del nostro giornale in pochi giorni. Eccoli, Matteo Varnier (tecnico) e Paolo Nicolai (atleta) medaglie d’argento del beach volley. Entrano nella stanza e ci accorgiamo che sono più alti di quanto potevamo immaginare osservandoli in tv. Sono, i due protagonisti delle Olimpiadi, a Catania per la fase scudetto che in una domenica da pienone assoluto si celebrerà alle Capannine, centro federale siciliano.

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In redazione i due sono accompagnati dal presidente federale, Enzo Falzone. Fanno gli onori di casa il condirettore Domenico Ciancio e il responsabile dei servizi sportivi, Nunzio Casabianca. Raccontano le emozioni brasiliane (“l’arena di Copacabana era immensa, ci siamo accorti di quanta gente ci fosse soltanto rivedendo le immagini in tv”) e quelle di Catania: “Siamo stati accolti splendidamente. Già l’impatto con la granita è stato piacevole, abbiamo rivisto molti degli atleti del circuito. Favoriti per tricolore? Carambula e Ranghieri (avversari a Rio, ndr) senza dubbio”.

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Il tecnico e il beacher spiegano i vantaggi di una medaglia d’argento: “La visione in tv e i successi in Brasile speriamo sia serviti per il movimento e siamo sicuri che riuscirà a fare appassionare qualche giovane in più sulla sabbia. Speriamo di dare una impressione più professionale. Ovunque, per chi ci segue solo per i grandi eventi, siamo visti come spiaggiaroli. Invece lavoriamo dalle 8 di mattina alle 8 di sera, stiamo mesi lontano da casa, non beviamo, non fumiamo. Ci vuole professionalità e questo aspetto ci piacerebbe potesse emergere”.

Nicolai e Lupo (che non è arrivato a Catania) lavorano insieme dal 2011: “Sfruttiamo le ore di allenamento per affinare l’intesa. Capitano tutte le situazioni tattiche che ripetiamo in partita, se l’allenamento è fatto in un certo modo ti permette sempre di migliorare”.

Tra la visione degli articoli sul maxischermo in sala riunioni e le firme di autografi sulle maglie azzurre, vola via un’ora che sembra un minuto. Ai due campioni spieghiamo i metodi di lavoro di un giornale che, come tutti i quotidiani, non ha orari e non si ferma mai. I due ascoltano incantati e, alla fine, pensano ma non dicono: “Meglio il beach, meglio mare, sole e i nostri sacrifici”. Forse hanno ragione, ma si perdono l’ardore agonistico che motiva le nostre giornate. A ciascuno il suo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA