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Rifiuti, ricomincia il tour siciliano verso le discariche

Di Lillo Miceli |

Palermo – Come la tela di Penelope, l’emergenza rifiuti, in Sicilia, sembra non debba mai avere fine. E’ come se vi fosse qualcuno che si diverta a fare inceppare i delicati meccanismi messi a punto la fine dello scorso mese di luglio, con l’impiego di impianti mobili di biostabilizzazione dei rifiuti indifferenziati.

Per tutto il mese di agosto, che ha fatto registrare il boom di presenze turistiche, con conseguente aumento di rifiuti, tranne qualche caso isolato, sembrava che l’emergenza fosse stata magicamente risolta. Finite le vacanze, si ricomincia da capo. Da oggi, una ventina di comuni dell’Agrigentino, che dal primo settembre non hanno più potuto conferire i propri rifiuti nella discarica di Siculiana, saranno costretti a fare arrivare gli autocompattatori nelle discariche di Melilli o di Lentini. Invece, un’altra ventina di comuni che conferivano i rifiuti nella discarica di Trapani, potranno smaltirli a Bellolampo, grazie alla disponibilità di Ecoambiente ad aumentare la quantità di rifiuti da stabilizzare nel proprio impianto mobile.

Il dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti, Maurizio Pirillo, ieri, per evitare problemi di natura sanitaria, ha emanato una nuova ordinanza. Così i comuni di Aragona, Camastra, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Montallegro, Naro, Racalmuto, Ravanusa, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant’angelo Muxaro, Siculiana, Lampedusa e Linosa dovranno fare viaggiare – solo nelle quantità stabilite – i loro rifiuti fino a Mellilli o Lentini. Andati via gli stranieri, facciamo fare i turisti ai rifiuti.

L’intoppo è provocato dall’”indice respiro metrico dinamico” della discarica di Siculiana. La società che gestisce l’impianto – Catanzaro Costruzioni – aveva affidato l’analisi dell’Ird al Dicam, ma sui risultati certificati, l’Arpa ha sollevato alcuni dubbi. Quindi, è stata incaricata la stessa Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che non ha ancora completato il suo lavoro.

Dall’inizio di settembre questi venti comuni dell’Agrigentino non hanno più potuto conferire rifiuti nella discarica di Siculiana, che rimarrà chiusa fino a quando l’Arpa non completerà gli accertamenti.

E’ auspicabile che ciò avvenga nel più breve tempo possibile per ripristinare quel minimo di equilibrio che era stato raggiunto grazie agli impianti mobili di biostabilizzazione che riescono a fare fronte alla produzione quotidiana di rifiuti indifferenziati.

La situazione potrebbe essere completamente diversa se i comuni, nel frattempo, avessero messo in moto tutte le procedure per aumentare la raccolta differenziata. Anche perché, fare la raccolta differenziata è dimostrazione di civiltà. Non è un atto coercitivo. Lo dovrebbero sapere bene i cittadini che pagano la Tari, ma soprattutto dovrebbero saperlo i sindaci che ne hanno l’esclusiva competenza. Anzi, responsabilità.

Il prossimo 15 di settembre è previsto, a Roma, un incontro tra la Regione e il ministero dell’Ambiente per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’ordinanza dello scorso mese di giugno.

Tra i punti più delicati, l’incremento del 3% della raccolta differenziata. Una percentuale di “incoraggiamento”, perché prossima allo zero. Ma i comuni fino a ieri non avevano comunicato al dipartimento Acqua e rifiuti le rispettive performance. Ma la svolta definitiva dovrebbe arrivare con la modifica del Piano regionale dei rifiuti che dovrebbe prevedere la costruzione di 6-8 mini-termovalorizzatori, quasi uno per ogni Libero consorzio comunale, contro i due suggeriti dal governo nazionale: uno nella Sicilia orientale ed uno in quella occidentale. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa, nei primi giorni di agosto, aveva anticipato che già a settembre sarebbero stati pubblicati i bandi per la manifestazione d’interesse da parte delle aziende eventualmente interessate. Ma il Piano regionale dei rifiuti sarà pronto fra qualche mese. Ma se dal ministero dell’Ambiente dovesse arrivare il disco verde, le procedure potrebbero essere avviate subito.

Oltre dieci milioni per l’inclusione

Stanziati oltre 10 milioni di euro a sostegno dell’inclusione socio lavorativa. Lo ha annunciato l’assessore della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione siciliana, Gianluca Miccichè: “Siamo partiti con un primo bando dedicato all’inserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione penale, a seguire iniziative dedicate al microcredito e interventi rivolti a fasce deboli e soggetti disabili”, spiega. Stamane, infatti, è partito il primo bando, annuncia l’Assessore, “a valere sulla nuova programmazione Po Fse 2014 – 2020 finalizzato a rafforzare l’integrazione sociale delle persone, di età compresa fra i 18 e i 64 anni, in esecuzione penale intramuraria ed esterna, attraverso azioni integrate di orientamento, formazione e accompagnamento all’inserimento occupazionale, comprensivo di tirocini lavorativi in imprese e laboratori tecnici”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA