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«Usura, business da 82 mld. Vittime 3 mln di famiglie»

Di Redazione |

L’usura è un fenomeno per definizione sommerso, ma l’Eurispes ha provato a misurarlo utilizzando tutti gli indicatori disponibili e il risultato è veramente inquietante: ammonta ad almeno 82 miliardi all’anno il fatturato di questa attività criminale che colpisce famiglie e imprese. Le vittime presunte sono tre milioni di famiglie e un’azienda su 10 nei settori dell’agricoltura, del commercio e dei servizi.

Una stima, gli 82 mld, a cui si arriva a partire da un capitale prestato dai “cravattari” – spesso collegati alla criminalità organizzata – che si aggira sui 37,25 mld di euro (dati 2015) e applicando un tasso d’interesse medio del 10% al mese, così che il capitale effettivamente restituito lievita fino a 81,95 mld. Tenuto conto che generalmente i tassi applicati dagli usurai sono ancora più elevati, come sottolinea lo stesso Eurispes, il dato reale è probabilmente ancora più elevato.

E se vittime del fenomeno dell’usura, segnala Eurispes incrociando una serie di dati, restano innanzitutto le regioni del Sud e le Isole, il pericolo si sta estendendo in maniera significativa anche al Centro Italia, e la provincia più esposta in assoluto è Parma. Non è immune nemmeno il Nord visto che nella fascia di rischio medio alta ci sono anche Aosta e Biella.

Per calcolare la permeabilità delle singole provincie al fenomeno usura, l’istituto di ricerca ha incrociato 23 variabili socio-economiche, compresi il livello di disoccupazione, quello di ricchezza complessiva del territorio, l’entità dei fenomeni estorsivi. Se la media nazionale di vulnerabilità è del 44%, la maglia nera va a Parma, che si assesta al 100%: un dato che – secondo l’Eurispes – può dipendere anche del perdurare dello stato di sofferenza del tessuto produttivo e sociale a partire dall’inizio della crisi del 2008. Con Parma tra le prime sette province ad alto rischio ci sono Crotone (96,8), Siracusa (91,9), Foggia (86,1), Trapani (85,6), Vibo Valentia (82,1) e Palermo (81,9). Pericolo medio-alto per Aosta (61,6), Imperia (52,7) e Biella (50,3).

Le cifre sulle famiglie sono state calcolate partendo dalla media di quelle che si sono rivolte a soggetti privati (diversi da amici e parenti) per ottenere un prestito, non potendolo avere dal sistema bancario, e ipotizzando che ciascun nucleo abbia bisogno di 10mila euro. Un sistema analogo è stato utilizzato per le imprese. Con gli strozzini ci hanno perso ovviamente tutti: le famiglie hanno preso in prestito almeno 30 miliardi, ma ne hanno restituito più del doppio (66 miliardi); stessa sorte per le imprese agricole (4,95 i miliardi resi a fronte dei 2,25 ricevuti) e per quelle commerciali (indietro 11 miliardi contro i 5 avuti).

In questo drammatico contesto, nasce la figura dell’usuraio della porta accanto. «Oggi sappiamo che la figura dell’usuraio non è rintracciabile solo tra criminali e mafiosi, ma è presente tra gli “insospettabili”’. Negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici che sfruttano la crisi economica per arricchirsi», ha detto Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes.

Sud e Isole i territori piùa rischio, ma il fenomeno è in estensione. E oltre ai clan criminali, c’è l’usuraio della porta accanto

«PERPLESSITà»DELLA CONSULTAANTIUSURA

Desta «perplessità la classifica delle province italiane colpite dall’usura realizzata da Eurispes senza certificata metodologia scientifica». Lo dice la consulta antiusura.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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