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Di Maio: “Se vinciamo in Sicilia mandiamo Renzi a casa, nel Pd c’è una guerra per bande”

Di Redazione |

Catania. «Il Partito democratico è spaccato sul «Sì» e sul «No» al referendum perché non è un partito, è una guerra tra bande e queste bande stanno utilizzando il Sì e il No per continuare a combattersi».

Lo ha detto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a margine di una manifestazione a Catania del Movimento 5 stelle.

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«Lo hanno già fatto – ha aggiunto – con il referendum sulle trivelle. Questa guerra tra bande l’abbiamo vista troppe volte. E’ allucinante che un partito che ha forzato tutte le regole parlamentari per approvare questa riforma oggi sia addirittura spaccato, certificando che quella riforma è stata approvata senza un consenso neanche al suo interno, figuriamo all’esterno». «Non è un partito in grado di cambiare il Paese – ha concluso Di Maio – né in grado di governarlo perché l’unica cosa che continuerà a fare è spartirsi il potere, anche quel pò di potere che resta sempre nelle mani degli stessi».

«I più grandi cambiamenti dell’Italia sono sempre partiti dalla Sicilia – ha aggiunto Luigi Di Maio -. Credo che l’anno prossimo sarà un anno cruciale per il Paese perché se vinceremo le elezioni regionali in Sicilia, potremmo vincere nel 2018 le elezioni politiche e mandare a casa Renzi una volta per tutte».

«In Sicilia c’è il deserto politico e questa desertificazione politica è causata dal Partito democratico, dalle sue guerre interne e il sindaco di Siracusa ci dice addirittura che il Pd sarebbe infiltrato dalla mafia. Questo deserto politico lo dobbiamo eliminare con una proposta politica che è quella del Movimento 5 stelle».

Poche ore prima aveva anche parlato Alessandro Di Battista: «La Sicilia è una terra abbandonata con un partito democratico in disgregazione. Mi ha colpito la dichiarazione del sindaco di Siracusa Antonio Garozzo. Lui, un renziano, parla del Pd che si è messo dentro uomini legati alle cosche e al crimine organizzato».

Parlando ancora della Sicilia, Di Battista ha detto: «E’ una terra che dovrebbe vivere solo di turismo ed enogastronomia. Ha tutto, evidentemente è succube della partitocrazia più becera che ha distrutto un Paese».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA